Lamezia Terme, 25 giugno – Erano andati a cercare armi e invece hanno trovato piante di cannabis tra i pomodori dell'orto in una casa di campagna in via Boccioni, nel quartiere di Sant'Eufemia. Questa, in estrema sintesi, l'operazione condotta dalla Polizia di Stato guidata dal dirigente Borrelli e dalla dottoressa Cundari. Anche la donna arrestata non è una anziana contadina qualunque, ma Angela Giampà, 68 anni, sorella di Giovanni e moglie di Michele Dattilo arrestato, insieme al fratello di lei, per l'omicidio di Giovanni Villella lo scorso 21 giugno.
La donna, come il marito, ha un curriculum con diversi anni di carcere, più precisamente dal 1974 al 1983 per una serie di sequestri di persona tra cui Bertucci e Tripodi. La donna ha detto di non sapere cosa fossero quelle piante in mezzo all'orto, ma era del tutto evidente che mentiva essendo state innaffiate da poco e non dal marito, in carcere già da diversi giorni. Così per lei sono scattate le manette ed è stata trasferita nel carcere di Castrovillari con l'accusa, insieme al marito, di coltivazione di sostanze stupefacenti. Durante la perquisizione è stato scoperto anche un bunker, dietro un rivestimento mobile in cucina. All'interno, lo spazio sarebbe stato sufficiente a nascondere una persona o qualcosa d'altro. Nell'orto, inoltre, la polizia ha sequestrato 500 piante di cannabis: una coltivazione intensiva, grazie anche ad apposite lampade alogene collocate sul soffitto delle varie stalle attorno all'appezzamento di terreno. "L'operazione – ha spiegato il dirigente Borrelli - non è collegabile al caso d'omicidio, ma si sviluppa in parallelo. Eravamo andati a cercare armi in possesso di Dattilo ed abbiamo trovato una coltivazione intensiva di sostanze stupefacenti".
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