Lamezia, Bruno Di Cello era stato condannato per estorsione ai danni dei genitori: padre ha ammesso sue responsabilità al pm

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Lamezia Terme – Sarà fissato nelle prossime ore l’interrogatorio di garanzia per Francesco Di Cello, l’uomo di 64 anni che è accusato di aver ucciso il figlio trentenne Bruno nella mattinata di venerdì nella zona Marinella di Lamezia Terme. L’uomo, che si trova detenuto nel carcere di Catanzaro, già nella serata di venerdì – a poche ore dall’accaduto – davanti al pubblico ministero della procura di Lamezia, Gualberto Buccarelli, assistito dai suoi avvocati Spinelli e Andricciola, ha ammesso tutte le sue responsabilità, ovvero di aver ucciso il figlio con un colpo di pistola esploso in viso, al termine di una giornata densa di tensione e liti all’interno della famiglia. In mattinata, da quanto è stato ricostruito fino ad ora, infatti ci sarebbe stato l’ennesimo litigio fra il trentenne e i genitori: Bruno Di Cello era il figlio maggiore di Francesco, ex guardia giurata ormai in pensione, della mamma, titolare di un’azienda agricola, aveva un fratello e una sorella minore e il sogno di fare strada nel mondo della moda e della tv.

A breve Francesco Di Cello dovrà comparire davanti i giudici per l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia, nel frattempo proseguono le indagini coordinate dalla procura e affidate alla polizia guidata dal dirigente Antonio Turi e si concentreranno sulle ragioni di un gesto drammatico e da quanto accertato finora maturato in un contesto di disperazione e di forte tensione domestica, compromesso ormai da diversi anni per via – a quanto pare – di contrasti legati allo stile di vita del trentenne e soprattutto ripetute richieste di denaro da parte nei confronti dei familiari e che tempo fa hanno portato anche a carico del giovane a una condanna per estorsione verso i genitori. L'omicidio è avvenuto nella mattinata di venerdì, quando il corpo del giovane è stato ritrovato riverso in via Trani all'interno della Marinella da un ragazzo che passava di lì e che ha subito chiamato il 118. Per la vittima però non c'è stato nulla da fare. Il fermo del padre ed il conseguente trasferimento nel carcere di Catanzaro è stato disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Gualberto Buccarelli.

G.V.

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