'Ndrangheta: Cosche San Luca condizionavano appalti, 11 arresti

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Locri - I Carabinieri di Reggio Calabria insieme al Gruppo di Locri hanno arrestato 11 persone, mentre un'altra è ricercata, ritenute appartenenti o contigue alle cosche di San Luca Nirta 'scalzone' e Romeo 'staccu'. Tra gli indagati, arrestati in esecuzione di un'ordinanza del gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, figurano anche alcuni imprenditori. Le accuse contestate sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso in illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso, frode nelle pubbliche forniture e furto di inerti. L'operazione di oggi, denominata “Italia che lavora”, rappresenta uno sviluppo dell'inchiesta 'Inganno' che nel dicembre scorso ha portato all'arresto di due boss della cosca, dell'ex sindaco e di un ex assessore di San Luca.

L'operazione trae origine da un'indagine avviata nel 2005 dai carabinieri di San Luca, in cui sono poi confluite le risultanze di altre operazioni condotte dell'Arma quali 'Crimine', 'Reale', 'Saggezza', 'Metano a San Luca'. Inchieste che, secondo gli investigatori, hanno consentito di documentare l'operatività delle cosche di San Luca nel condizionamento dell'aggiudicazione e dell'esecuzione degli appalti pubblici banditi. Il Comune di San Luca è stato sciolto per infiltrazione mafiosa nel maggio 2013 e l'ultimo sindaco in carica, Sebastiano Giorgi, è stato arrestato dai carabinieri nel dicembre scorso per associazione mafiosa nell'operazione 'Inganno'.

Cartello per accaparrare lavori

Avevano creato un vero e proprio "cartello" di imprese che, grazie ai rapporti con elementi di spicco delle cosche più influenti di San Luca, si accaparrava lavori pubblici fatti nella cittadina della Locride.

I carabinieri hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare, nove in carcere e due ai domiciliari, emesse dal gip di Reggio, nei confronti di altrettante persone, sei delle quali già detenute per altri reati, tra gli arrestati figurano anche tre imprenditori edili. Gli 11 sono indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, illecita concorrenza volta al condizionamento degli appalti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e furto di inerti, con l'aggravante delle modalità mafiose. In particolare, dal monitoraggio di nove appalti pubblici banditi dal Comune di San Luca, dalla Provincia di Reggio Calabria e dalla Regione Calabria per opere da eseguirsi a San Luca per 5,5 milioni di euro, secondo l’accusa, è emerso l'accaparramento grazie ad atti di concorrenza sleale volti al controllo o al condizionamento dell'aggiudicazione e della successiva esecuzione dei lavori. Gli indagati, per gli investigatori, grazie alla loro caratura criminale, avevano stretto un accordo collusivo che mirava all'imposizione esterna della scelta delle ditte destinate ad aggiudicarsi gli appalti o comunque a eseguire, di fatto, i lavori sulla base di una logica spartitoria dettata dagli equilibri mafiosi esistenti nel territorio di San Luca tra il 2005 ed il 2009.

Gli arrestati

I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono Francesco Mammoliti, di 65 anni, già detenuto nel carcere di Lanciano; Antonio Cosmo 40 anni; Domenico Cosmo 53 anni; Giuseppe Cosmo 37 anni; Domenico Costanzo 41 anni; Antonio Cosmo 67 anni, sottoposto ai domiciliari; Francesco Cosmo 55 anni, sottoposto ai domiciliari; Antonio Nirta 58 anni, detenuto nel carcere di Vibo Valentia. Mammoliti è indicato come il capo dell'omonima cosca alias "ischiante". Gli altri provvedimenti hanno interessato Domenico Pelle 39 anni, detenuto nel carcere di Vibo Valentia; gli imprenditori, padre e figlio, Francesco e Antonio Stipo 65 e 31 anni, ritenuti contigui alla cosca Romeo alias "Staccu".

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