Lamezia Terme, 30 giugno - Un appartamento in un lussuoso grattacielo, l’Icon di Miami (Stati Uniti) progettato dall’architetto di fama mondiale Philippe Starck, immobili a Roma e Milano, oltre ad una società operante a San Marino. Sono questi i beni sequestrati stamani dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro e dello Scico di Roma, nel corso di un'inchiesta condotta dalla Procura di Lamezia Terme su un giro di riciclaggio di proventi derivanti dall'usura. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina in Procura alla presenza del procuratore Salvatore Vitello e dei sostituti Galletta e Maffia, oltre al generale e comandante della Guardia di Finanza di Catanzaro Salvatore Tatta e diversi altri autorevoli rappresentanti delle fiamme gialle (foto).
L’operazione, denominata “Easy Money 2” costituisce la prosecuzione di un'inchiesta che nel 2009 portò all’arresto di 11 persone per usura aggravata dalle modalità mafiose, estorsione e tentata truffa. Successivamente, nel 2010 ci furono alcune denunce per riciclaggio. Per questi motivi l’inchiesta che non coinvolge persone di Lamezia ma tre della provincia di Vibo, sono state affidate alla Guardia di Finanza di Catanzaro e al sostituto procuratore Domenico Galletta, in particolare. Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, i proventi dell'usura venivano reinvestiti in beni immobili, con l'acquisto di lussuosi appartamenti in varie regioni ed anche all'estero, come nel caso dell'abitazione nel grattacielo a Miami.
Durante l’operazione odierna i finanzieri hanno sequestrato anche due società operanti nel settore del noleggio delle auto ed in quello di gioielli, situate nella Repubblica di San Marino, oltre ad appartamenti a Roma, Milano e Vibo Valentia, quote societarie, magazzini e conti correnti, per un valore complessivo di dieci milioni di euro. Le ulteriori indagini sono state finalizzate a ricostruire i flussi finanziari per accertare la destinazione dei proventi dell'usura. A tale scopo sono state denunciate, già nell’ottobre scorso, tre persone, due uomini e una donna, tutti e tre originari della provincia di Vibo Valentia, i quali erano intestatari di conti correnti sui quali venivano fatti transitare gli assegni provento di usura per far confluire il denaro nel circuito finanziario legale. L'indagine è stata supportata con intercettazioni telefoniche i cui risultati sono stati incrociati con articolati accertamenti economico-finanziari. I finanzieri sono così giunti ai due appartamenti a Miami, il cui possesso è stato confermato da una rogatoria internazionale. In particolare, i finanzieri hanno individuato i bonifici per l'acquisto degli appartamenti e intercettato le mail con le quali l'amministrazione del grattacielo richiedeva agli indagati il pagamento delle spese condominiali. A tal proposito il sostituto procuratore Galletta ha specificato l’intenso lavoro, tramite ambasciata, portato avanti con l’autorità giudiziaria di Miami che non prevede, secondo la loro giurisprudenza, alcuni passaggi che sono fondamentali, e riconosciuti dalle norme italiane, in materia di prestanome di beni e società. L’operazione odierna potrebbe così rappresentare un precedente importante e che fa giurisprudenza. Dal canto suo, il procuratore Vitello ha tenuto a sottolineare, così come apparso su Il Sole 24 Ore, che la Procura lametina sia la terza più attiva in Italia in materia di sequestri di beni, prima ancora della stessa Capitale.
Red/Lam
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