Intimidazioni a sindaco Marano Marchesato per assunzioni in Comune, 3 arresti

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Marano Marchesato - L’hanno chiamato “The end of game”, l’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, in corso dalle prime ore di questa mattina, per l'esecuzione di un' ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone accusate di tentata estorsione. Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta del procuratore di Cosenza Dario Granieri e del pm Tridico, è scaturito dagli esiti delle indagini condotte dai carabinieri del reparto operativo e della Compagnia di Cosenza dopo una serie di atti intimidatori perpetrati a Marano Marchesato nella notte tra il 6 ed il 7 maggio scorsi ai danni di sindaco, vicesindaco e assessore. Dalle indagini è emerso che le intimidazioni sono state compiute per costringere gli amministratori ad assumere al Comune o in un centro commerciale gestito dal vicesindaco, 5 persone legate per parentela o vicinanza ad esponenti contigui ad una cosca di 'ndrangheta della zona.

Sono accusate di avere incendiato le automobili del sindaco e del vice sindaco di Marano Marchesato, Eduardo Vivacqua e Pino Belmonte, e di avere inviato una lettera di minacce con un proiettile sia ai due amministratori che all'assessore Domenico Carbone, le tre persone arrestate stamani dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale e della Compagnia di Cosenza.

Si tratta di Domenico Mignolo, 27 anni, Alberto Ruffolo (25) e Alberto Novello (22). A chiamarli in causa è stato un quarto giovane, coinvolto all'ultimo momento nell'atto intimidatorio dell'incendio delle auto e, a suo dire, inconsapevole, di cosa stava per accadere. Secondo l'accusa, i tre avrebbero incendiato le auto e indirizzato ai tre amministratori - Belmonte è anche direttore del centro commerciale Metropolis di Rende - un biglietto con la scritta "i voti sono stati dati, se entro fine mese non escono cinque posti di lavoro al Comune o al Metropolis ogni singolo voto diventerà un colpo di pistola direttamente sulla vostra pelle" accompagnata da un proiettile calibro 7.65 e da alcune margherite. Il movente, per l'accusa, è da ricercare nella richiesta di assunzione di cinque persone, una delle quali imparentata con un presunto esponente della 'ndrangheta, o in Comune o nel centro commerciale Metropolis. Obiettivo fallito, hanno evidenziato gli investigatori, per "il netto rifiuto opposto dalle persone offese".

REAZIONI

Bruno Bossio: Plauso a Magistratura e forze dell’ordine per arresto autori intimidazioni

“L’arresto avvenuto oggi dei presunti autori dei pesanti atti intimidatori del maggio scorso ai danni degli amministratori comunali di Marano Marchesato, rappresenta un fatto importante che va ascritto a merito della Magistratura e delle forze dell’ordine di Cosenza. Se il pesante quadro emerso dalle indagini sarà confermato nel processo, ci troviamo di fronte ad un episodio assai inquietante. Le indagini accerteranno, inoltre, l’eventuale coinvolgimento della criminalità organizzata in questa vicenda. Quanto accaduto, purtroppo, conferma le difficoltà che gli amministratori locali in Calabria incontrano quotidianamente nel dover respingere la pesante pressione della criminalità tendente a condizionarne l’azione di governo sul territorio. L’operazione di oggi dimostra, tuttavia, che lo Stato è capace di far sentire la sua presenza e a fare in modo che i suoi rappresentati locali non siano lasciati soli di fronte all’arroganza della criminalità. Agli amministratori di Marano Marchesato rinnovo, infine, come avevo fatto già nel maggio scorso, i sensi della mia più sentita vicinanza e solidarietà”.

Carbone (componente la segreteria del Pd): "Importante risultato

"Rivolgo i miei complimenti al procuratore della Repubblica di Cosenza Dario Granieri e all'Arma dei Carabinieri per l'operazione che ha condotto, questa mattina, all'arresto dei tre responsabili di atti intimidatori nei confronti degli amministratori comunali di Marano Marchesato. Si tratta di un importante risultato nell'ambito dell'azione giornaliera di contrasto alle attività della malavita organizzata. L'opera intimidatoria costituisce uno degli strumenti principali con cui la criminalità, quella organizzata in particolare, cerca di rompere il legame tra Stato e cittadini. Colpire tali azioni è quindi fondamentale per il controllo del territorio e per impedire infiltrazioni nel tessuto produttivo locale. Le forze dell'ordine e la magistratura sono un presidio di fondamentale importanza in questa battaglia".

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