Lamezia Terme - Un parco urbano riqualificato, emblema di rinascita e socialità, come simbolo di una memoria che superi la morte. È questo lo spirito con cui l’amministrazione comunale di Lamezia Terme, congiuntamente alla Commissione consiliare per la Onomastica, ha accolto la proposta di Roberta Palazzo, Francesco Pileggi e Rocco Mangiardi, familiari e amici di Domenico Palazzo, giovane lametino tragicamente scomparso il 17 giugno 1998, all’età di 19 anni, vittima di un incidente stradale causato da un pirata della strada che non si fermò a prestare soccorso. L’area verde, situata tra via delle Nazioni e via Pinna, a Sant’Eufemia, è stata intitolata a Domenico questa mattina nel corso di una cerimonia ufficiale presieduta dal sindaco Paolo Mascaro e da chi ha fornito il suo contributo affinché ciò avvenisse. È il caso del presidente della Commissione Onomastica, Pino Zaffina, primo a prender la parola: “Oggi, oltre a ricordare una giovane vita spezzata prematuramente, siamo qui anche per lanciare un messaggio, perché quando ci si mette in macchina, si dev’essere responsabili. Ci sono più vite da salvaguardare, non solo la propria, quindi bisogna fare estrema attenzione. Un messaggio rivolto anche alle generazioni future, ai tanti giovani che passeranno le loro giornate qui”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Rosario Piccioni, anch’egli componente della Commissione: “L’obiettivo della Commissione è quello di riconoscere, all’interno della nostra città, persone che abbiano lasciato un segno nella comunità, e lo abbiamo fatto riconoscendo soprattutto il merito. Domenico Palazzo rientra certamente in questa categoria: un giovane dai grandi valori umani, pronto ad aiutare chiunque avesse bisogno, come accaduto quel 17 giugno, mentre rientrava a casa dopo aver aiutato una compagna di classe in vista degli esami. Domenico era un simbolo positivo e oggi, tramite lui, ricordiamo tutte le vittime della strada. Ed è bello si sia scelto proprio un parco, un posto frequentato da bambini, da famiglie, e questo è un chiaro messaggio di socialità, di vita anche dopo la morte”. Presente anche il Presidente dell’Associazione Sincronia, Antonio Chieffallo, che ha rimarcato il lavoro svolto dall’associazione nel riqualificare, grazie anche al proficuo dialogo con i giovani del territorio, un’area fin troppo esposta ad atti vandalici, mentre Francesco Pileggi ha posto l’accento su una delle più grandi passioni di Domenico: il teatro.
“Mi piace immaginare questo parco come il suo palcoscenico – afferma Pileggi – perché il suo sogno era diventare un attore importante, come Sly Stallone, che ammirava soprattutto nei panni di Rambo. Frequentava con grande passione i miei laboratori teatrali e, nel tempo, abbiamo fatto diverse cose per ricordarlo. Tra l’altro, Domenico amava anche la parola legalità e sono molto felice che l’amministrazione comunale abbia accolto la nostra proposta, supportata da Rocco Mangiardi, altro simbolo importante in tal senso, anche nel nome del rispetto delle regole”. Visibilmente emozionata, poi, la sorella di Domenico, Roberta: “Quanto accaduto quel giorno, oltre a cambiare le nostre vite per sempre, ci ha portati anche a perdere la fiducia nel prossimo, nelle istituzioni, e solo grazie a Francesco ho trovato la forza di portare avanti questo progetto e tornare a credere. Perché oggi stiamo lanciando un messaggio di speranza e trovo alquanto significativo sia stato intitolato a mio fratello proprio questo parco”.
In chiusura, prima della benedizione dell’area verde, l’intervento del sindaco Mascaro, che ha elogiato, in particolare, il lavoro della Commissione onomastica: “Ringrazio, anzitutto, il lavoro della Commissione perché si sta facendo portavoce di un’amministrazione comunale attenta al ricordo di valori positivi, al di là delle varie connotazioni politiche. Ogni intitolazione deve lasciare alla comunità un messaggio che sia immortale e penso che le nuove generazioni debbano prendere esempio dalla storia di Domenico, un giovane pieno di vita e di sogni, che amava il palcoscenico e rispettava le regole. E noi dobbiamo crescere in una comunità in cui il rispetto delle regole rappresenti la normalità, perché, come ci insegna la sua storia, in caso contrario, a volte, si rischia di infrangere un sogno. E questo dev’essere un monito per tutti”.
Francesco Sacco
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