Lamezia, "I carbonai e la Certosa di Serra San Bruno" viaggio attraverso i racconti del fotoreporter Bruno Tripodi

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Lamezia Terme - L’associazione culturale fotografica 35 millimetri, attiva sul territorio lametino da oltre dieci anni, ha organizzato, in collaborazione con Tip Teatro una chiacchierata con il fotografo delle Serre Bruno Tripodi. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Maria Chiara Caruso che ha dialogato con Bruno in un excursus dal valore resportagistico, ma sopratutto antropologico.

 Bruno Tripodi, fotoreporter “emozionale” per anni ha raccolto testimonianze e catturato sensazioni condensandole in una dispensa di scatti che riflettono la quotidianità. I carbonai e la Certosa di Serra San Bruno, due reportage dalle tinte umane e profonde, realizzati nel corso di un trentennio raccontano due realtà calabresi senza tempo. Nulla è mutato, infatti, nel lavoro di quegli uomini, i carbonai, che resistono portando avanti un mestiere in via di estinzione: la comunità di Serra, infatti è una delle ultime esistenti in Italia. Si sono tramandati il mestiere di padre in figlio, e con volto e mani sporchi di fuliggine che ne evidenziano i segni del tempo, ogni giorno “civano” le caldaie di terra trasportando grossi ciocchi di legno che poi diventeranno carbone naturale. Così come nulla è mutato nella vita di clausura dei certosini, nei secoli, uno degli ordini monastici più rigidi. 

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A scandire la loro giornata, i momenti dedicati alla preghiera e quelli dedicati al lavoro, che si susseguono ad intervalli regolari nel corso di tutte le 24 ore. Una volta a settimana è concesso loro una lunga passeggiata nella natura, tra l’altopiano e il mare, il cosiddetto “spaziamento”, che serve per rinvigorire corpo e mente. Si narra che all’interno vi si siano ritirati personaggi della politica, professionisti ed ex calciatori, e che abbia scelto di trascorrere gli ultimi anni della sua vita lì, Theodore Van Kirk, l'ultimo membro dell'equipaggio dell'Enola Gay che sganciò la bomba atomica su Hiroshima. Ma chi entra nella Certosa, decide di vivere nell’anonimato, morirà e verrà sepolto senza identità, perciò ci si deve limitare ad accogliere questi rumors come notizie prive di una verità provata. 

“Quando si entra li, - ha raccontato Bruno Tripodi, uno dei pochi reporter che ha avuto la fortuna di accedere alla Certosa - c’è un silenzio che è quasi assordante. Lasciarsi alle spalle la vita esterna ed entrare lì dentro ti fa sentire bene, ti mette in pace con il mondo; se entro stressato, ne esco rinnovato e ritemprato.” Ha poi concluso il suo intervento salutando il pubblico con un omaggio musicale: da artista eclettico quale è, ha intrattenuto i presenti un brano del seicento suonato al Banjo. Hanno partecipato all’evento con grande entusiasmo il sindaco Paolo Mascaro, l’assessore alla cultura Giorgia Gargano, l’assessore allo sport e allo spettacolo Luisa Vaccaro.

D.C.

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