Roma – Tre persone sono state arrestate a Roma, dai finanzieri del Comando Provinciale, per un giro di corruzione nel centro storico della Capitale. Dalle prime ore dell’alba, infatti, oltre 100 Finanzieri, stanno dando esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip, Paola Della Monica, presso il Tribunale di Roma nei confronti di due imprenditori e di un appartenente al Corpo di Polizia Locale Roma Capitale, oltre a numerose perquisizioni, presso abitazioni e rinomati esercizi commerciali del centro storico di Roma. Si tratta di R. S. M., di 54 anni e G.P. di 40 anni, entrambi imprenditori calabresi e a cui è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il terzo arrestato, posto ai domiciliari, è un vigile urbano 46enne, Franco Caponera.
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Il provvedimento cautelare è stato disposto sulla scorta degli elementi investigativi, acquisiti dagli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Oltre ai tre arresti, ci sono anche otto persone indagate, a cui sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia.Con l’operazione, chiamata in codice “Tavolino in centro”, si è scoperto un gruppo che, tra dicembre 2012 ed aprile 2014, avrebbe messo a segno una serie di episodi corruttivi. In particolare i finanzieri hanno scoperto “un totale asservimento della funzione di alcuni pubblici ufficiali “infedeli” all’interesse di privati imprenditori che avevano importanti attività commerciali nella Capitale”.Il vigile urbano arrestato, infatti, in cambio dell’illecito servizio prestato, avrebbe abusato dei poteri che gli derivavano dal suo incarico, insieme ad altri appartenenti alla Polizia Locale indagati, ottenendo promesse e consegne di denaro ed altre utilità, come la promessa di assunzione nella zona di Catanzaro, di una persona indicata da Caponera che, come si sottolinea nell’ordinanza, avrebbe sottolineato più volte all’imprenditore M., “a me chi mi aiuta io lo aiuto!!!”.
Caponera si faceva consegnare casse e bottiglie di vino ed altre regalie, quali ticket restaurant; oltre a “il pagamento o promesse di pagamento, nonché offerta sistematica di consumazioni presso i locali riconducibili agli imprenditori.In cambio gli imprenditori avrebbero saputo in anticipo quando sarebbero arrivati i controlli nel centro storico da parte della Polizia locale, controlli che comunque avrebbero avuto esito positivo. Gli agenti avrebbero poi bloccato gli accessi ispettivi da svolgere “ovvero assicurato che gli stessi controlli fossero operati con elasticità” ed “effettuato accessi abusivi alle banche dati informatizzate in uso alle Forze di Polizia”.Gli arrestati sono indagati per concorso in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, rilevazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo a sistemi informatici/telematici. Secondo quanto si legge nell’ordinanza, motivato dal Gip firmatario, “attraverso tali sistematiche illecite condotte, gli stessi hanno fortemente avvantaggiato gli imprenditori calabresi sia nella fase dell’avvio delle attività commerciali che nella successiva espansione, in danno di onesti concorrenti commerciali”. “Plurimi e diversi – si legge ancora - i favori concessi: si va dall’occupazione di suolo pubblico oltre i limiti, allo svolgimento di attività violando le norme in materia di fumi ed emissioni, all’avvantaggiarsi nel poter pubblicizzare la propria attività con cartellonistica non consentita, sino alla più grave e pericolosa esecuzione di lavori su immobili di interesse storico, senza le prescritte autorizzazioni, così potendo determinare anche gravi danni strutturali”. Diverse le intercettazioni contenute nell’ordinanza che dimostrano come gli arrestati fossero “inclini alle forme più violente per relazionarsi con eventuali concorrenti, nonché con soggetti che, a qualsiasi titolo, avrebbero potuto ostacolarli nell’inarrestabile ascesa economica”. In occasione di un controllo dei “vigili” per l’occupazione del suolo pubblico, l’imprenditore R. S. M. ed il sodale G.P. si interrogavano, rispettivamente, sulla preliminare verifica dell’identità dei “controllori”, (“se si conoscono oppure se chiamiamo a qualcuno.."), allo scopo di intercedere con gli agenti. Subito dopo, quindi, dopo aver tentato invano di contattare il loro contatto, l’agente Franco Caponera, una volta saputo che il controllo scaturiva da una segnalazione, convenivano come l’unico modo fosse quello di “minacciare” i segnalanti, per costringerli a tacere.
Parimenti, rispetto alla possibilità di pubblicizzare la propria gelateria a mezzo cartellonistica orizzontale, evidentemente vietata dal Comune di Roma, M. veniva adeguatamente rassicurato dal “vigile di turno”: “quando io ci sono vado dentro e glielo dico e glielo faccio mettere e quando vado via gli dico: guarda leva.. facciamo prima". In sintesi, sulla scorta dei consistenti elementi raccolti, in data odierna, gli specialisti del G.I.C.O. hanno dato esecuzione ai seguenti provvedimenti emessi dal Tribunale e dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Roma: per i reati di concorso in corruzione per l’esercizio della funzione [art. 318 c.p.], corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio [art. 319 c.p.], corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio [art. 321 c.p.], rilevazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio [art. 326 c.p.] e accesso abusivo a sistemi informatici o telematici [art. 615 ter, c.p.]. Sono state effettuate, inoltre, oltre 20 perquisizioni a Roma, nei confronti di 8 indagati, nonché presso 6 sedi di locali commerciali e 3 sedi di una società immobiliare; 3 acquisizioni documentali presso uffici pubblici (Municipio I Roma Centro, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma e Polizia Locale di Roma Capitale – I Gruppo).
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