Catanzaro - In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) rilancia l’impegno nella lotta all’inquinamento da plastica in mare con la presentazione dei dati 2024 relativi al monitoraggio delle microplastiche lungo la costa calabrese. Una fotografia ambientale che, con evidenze scientifiche, restituisce lo stato di salute del nostro mare. “Il monitoraggio - fanno sapere - condotto nell’ambito della direttiva europea Marine Strategy (Direttiva 2008/56/CE), interessa sei transetti marini localizzati lungo la costa regionale, ciascuno con tre stazioni di campionamento a distanza crescente dalla riva (0.5, 1.5 e 6 miglia nautiche). I prelievi, effettuati due volte all’anno (primavera ed autunno), sono finalizzati a verificare il raggiungimento del cosiddetto “buono stato ambientale” (Good Environmental Status), con particolare riferimento ai rifiuti marini. Le attività, coordinate a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente e affidate, per la fase operativa, alle Agenzie Regionali, in Calabria, sono gestite direttamente da Arpacal applicando una metodologia che segue rigorosamente protocolli internazionali condivisi”.
Le fasi del monitoraggio microplastiche coordinate da Arpacal - evidenziano - vanno dalla raccolta con retino “manta” alla fase di laboratorio, dove i campioni vengono trasferiti in contenitori di vetro stabilizzati con alcol al 70%, per evitare la decomposizione della materia organica, e successivamente analizzati: le microplastiche, frammenti di plastica tra 5 mm e 300 µm, vengono, quindi, quantificate e caratterizzate per forma, colore e opacità. I dati raccolti da Arpacal, nell’ambito della sorveglianza ambientale, in linea con gli obiettivi europei sono un patrimonio per le politiche ambientali della Regione e uno strumento per sensibilizzare cittadini, istituzioni e stakeholder sul tema della plastica in mare.
Una mappa dei punti di monitoraggio (Figura 1) e un grafico a torta (Tabella 1) sintetizzano i dati dell’annualità 2024, evidenziando le differenze nella distribuzione delle microplastiche nei vari tratti costieri.
Ogni transetto, complessivamente sei, comprende tre stazioni di rilevamento situate rispettivamente a 0.5, 1.5 e 6 miglia nautiche dalla costa, per un totale di 18 punti di campionamento. La Tabella 1 riassume la percentuale di microplastiche rilevate in ciascun sito monitorato, offrendo una panoramica comparativa tra i diversi tratti di costa. I dati, suddivisi per semestre, mostrano andamenti specifici legati alla morfologia costiera, alle correnti marine e alla pressione antropica.
Sintesi per area monitorata:
L’analisi dei dati 2024, svolta dal Centro di Strategia Marina di Arpacal, conferma una maggiore concentrazione di microplastiche nei pressi delle aree portuali, urbanizzate e turistiche, specialmente nella stagione primaverile. Le concentrazioni maggiori interessano la fascia costiera tirrenica regionale, verosimilmente attribuibile al maggior apporto fluviale che incide in misura dell’80% circa, ed al regime correntometrico in cui dominano correnti di direzione SW-S che favoriscono quindi il deposito costiero. Altro fattore incidente risulterebbe la maggiore presenza antropica e l’intensità del traffico marittimo, decisamente maggiore sul versante tirrenico.
Conoscere, misurare, proteggere
Le microplastiche tendono ad accumularsi sulla superficie marina e ciò è dovuto alle loro dimensioni ridotte, al peso e alla densità; una rete “manta” trainata in superficie raccoglie i frammenti compresi fra 5 mm e 300 µm (micromètro: un'unità di misura che corrisponde a un milionesimo di metro), che vengono poi analizzati in laboratorio per la conta e l’identificazione. Il campione d’acqua contenente le microplastiche viene trasferito in barattoli di vetro, materiale inerte, e stabilizzato con alcool 70% così da evitare la possibile decomposizione delle sostanze organiche presenti al suo interno. Concluse le attività di prelievo il campione viene trasferito il laboratorio per le successive analisi.
In laboratorio, le microplastiche vengono separate con due setacci a maglie di 5 mm e 300 µm per trattenere solo i frammenti nel range desiderato; quindi, con pinzette, si prelevano i frammenti eliminando residui animali e vegetali e li si trasferisce in contenitori sterili ( piastre Petri). Successivamente, le particelle vengono osservate allo stereomicroscopio per un’analisi quali-quantitativa descrivendone forma, colore e opacità. La concentrazione finale viene espressa come rapporto tra il numero di microplastiche conteggiate e la superficie d’acqua campionata (microplastiche per metro quadrato).
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