La Calabria ricorda le dieci vittime della tragedia del Raganello: le gole sono ancora chiuse

civita_6254b_775cf_d6334.jpg

Civita (Cosenza) - Volevano trascorrere una giornata all’insegna del divertimento immersi nella natura, ma all’improvviso tutto si trasformò in tragedia. La Calabria oggi ricorda le dieci vittime della tragedia del Raganello. Era il 20 agosto di sei anni fa quando la forte pioggia causò il cedimento di una diga che travolse gli escursionisti che quel giorno stavano attraversando le Gole del Raganello, in provincia di Cosenza. Attimi di panico e di grande sconforto. Dieci persone morirono e altre furono salvate. A perdere la vita furono: Antonio Santapaola e Carmen Tammaro, la cui figlia fu salvata dagli uomini del Soccorso alpino; Myriam Mezzolla e Claudia Giampiero, Paola Romagnoli, Gianfranco Fumarola, Carlo Maurici e Valentina Venditti, Imma Marrazzo e Antonio De Rasis, la guida del gruppo, originaria di Cerchiara. L’intera comunità di Civita, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Alessandro Tocci, e la parrocchia “Santa Maria Assunta”, a sei anni da quel nefasto 20 agosto, oggi, hanno ricordato le 10 vittime della tragedia del Raganello riunendosi in preghiera davanti all’Altare della misericordia divina per innalzare una sentita preghiera per le 10 persone decedute quel terribile giorno. La divina liturgia è iniziata alle 9 nella Chiesa Parrocchiale “Santa Maria Assunta”, con inizio alle 9.

La cerimonia religiosa è stata officiata dal vicario dell’Eparchia di Lungro, Papas Pietro Lanza e dal parroco, Padre Remo Mosneag. “Quanto avvenne quel terribile giorno è per noi è indimenticabile. Saremo sempre vicini al dolore incommensurabile dei familiari delle dieci vittime”, ha affermato il sindaco di Civita, Alessandro Tocci. La tragedia del 2018 finì anche nelle aule di giustizia per accertare le responsabilità e ci furono diversi indagati, tra cui anche amministratori. Nell’ottobre del 2023 la Corte di Cassazione chiuse definitivamente il processo bis sulla strage del Raganello rigettando il ricorso della Procura generale di Catanzaro che aveva impugnato la sentenza di non luogo a procedere sui reati di inondazione, sulla esclusione della responsabilità di alcuni sindaci e sulle lesioni semplici perché non erano state supportate dalla denuncia.

Gole Raganello ancora chiuse, sono pericolose

Sono ancora chiuse, in quanto ancora sotto sequestro perché tuttora pericolose, le Gole del Raganello, sei anni dopo l'onda di piena che provocò la morte di dieci persone, nove escursionisti ed una guida. Il sequestro delle Gole fu disposto dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari dell'epoca, Eugenio Facciolla, e da allora non é mai stato revocato. "La pericolosità delle Gole - ha detto all'ANSA l'avvocato Davide Zanforlini, difensore del Comune di Civita, coinvolto nell'inchiesta della Procura - è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha rigettato l'impugnativa che era stata presentata dal Comune di Civita basata sul fatto che, a prescindere dalla pericolosità delle Gole, un bene demaniale non sia sequestrabile. Circostanza avallata, nel corso della discussione davanti la Corte di Cassazione, alla Procura generale di Catanzaro". Per la tragedia del Raganello è in corso, davanti al Tribunale di Castrovillari, il processo scaturito dall'inchiesta della Procura che vede imputate cinque persone. Si tratta dei sindaci dell'epoca di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria, Alessandro Tocci, Antonio Cersosimo ed Antonio Carlomagno (i primi due sono ancora in carica), e di due rappresentanti delle società che organizzavano le escursioni turistiche nelle Gole, Giovanni Vangeli e Marco Massaro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA