Lamezia Terme - Tensione nella serata di oggi al Pronto soccorso dell'ospedale Giovanni Paolo II. Un medico in servizio e un infermiere sarebbero stati aggrediti con violenza da un uomo che si trovava negli spazi attinenti al Pronto soccorso. L'uomo in evidente stato di alterazione avrebbe iniziato a urlare fino poi a entrare in contatto con il personale. Presenti diversi operatori sanitari e pazienti e anche dei carabinieri, che si trovavano lì per ragioni di servizio e che successivamente all'aggressione sono intervenuti per bloccare l'uomo. Intervenuto anche personale della vigilanza Europol. Sono in corso indagini per fare piena luce su accaduto.
Reazioni
D'amico (Lega): "Solidarietà agli operatori sanitari"
"Ancora una volta il personale del Pronto Soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme è stato vittima di una violenta aggressione. Nella serata di oggi, un uomo in evidente stato di alterazione ha dato in escandescenza aggredendo in modo brutale medici e operatori sanitari, provocando danni e seminando panico tra i degenti e il personale in servizio. Solo il tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine ha permesso di riportare la situazione sotto controllo, evitando conseguenze ancora più gravi. Esprimo la mia piena solidarietà a nome di tutta la Lega, ai medici e agli operatori coinvolti – dichiara Antonietta D’Amico, Commissario della Lega a Lamezia Terme – è inaccettabile che chi ogni giorno lavora in condizioni già estremamente difficili debba anche rischiare la propria incolumità".
Area Vasta Cgil: "Servono più protezione e personale. Basta violenza contro chi cura"
L’ennesima aggressione ai danni degli operatori sanitari del Pronto Soccorso di Lamezia Terme riaccende il confronto, e la preoccupazione, sulla carenza di sicurezza in cui medici e infermieri sono costretti a lavorare nella tutela quotidiana del diritto alla salute e alla cura. Sulla vicenda intervengono il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, e il segretario della Fp Cgil Area Vasta, Franco Grillo, esprimendo «grande solidarietà a tutto il personale medico, infermieristico e socio-sanitario del Pronto Soccorso di Lamezia Terme», e chiedendo una riflessione profonda sulle condizioni di lavoro nei reparti di emergenza. «Non possiamo continuare a registrare episodi di violenza come se fossero eventi inevitabili – dichiarano Scalese e Grillo –. È necessario intervenire in modo deciso per rimuovere tutte le criticità che favoriscono il clima di insicurezza, a partire dalla grave carenza di personale infermieristico e socio-sanitario, che espone i lavoratori a ulteriori rischi e pressioni». La Cgil Area vasta sottolinea come il Pronto Soccorso di Lamezia, «merita un sistema di protezione efficace, continuo e adeguato, capace di prevenire situazioni di pericolo e non solo di intervenire a danno avvenuto». «Questi episodi – aggiungono – mortificano l’impegno quotidiano di chi, con sacrificio e competenza, garantisce la prima risposta ai bisogni di salute della cittadinanza. È inaccettabile che il luogo simbolo della cura e della speranza diventi teatro di violenze. Non servono solo misure tampone: occorre un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione della sicurezza e dell'organizzazione del lavoro nei presidi di emergenza». La Cgil Area Vasta, infine, ribadisce la necessità di aprire un confronto immediato con la direzione dell’Asp di Catanzaro: «Serve un investimento serio in termini di risorse umane, tecnologiche e di sicurezza, perché garantire la serenità di chi lavora è un dovere verso tutti i cittadini che chiedono salute e dignità».
USB Sanità: "Serve più personale per avere maggiore sicurezza"
USB Sanità ASP CZ denuncia, in una nota: "con forza l’ennesimo gravissimo episodio di violenza ai danni del personale sanitario del Pronto Soccorso di Lamezia Terme. Nella serata di ieri, intorno alle 20, due medici cubani in servizio sono stati aggrediti mentre intervenivano in difesa di un’infermiera oggetto di minacce intimidazioni e aggressione da parte di un utente. Questo nuovo episodio di violenza conferma, ancora una volta, la condizione di insicurezza e stress estremo in cui il personale sanitario è costretto a lavorare all'interno di uno dei Pronto Soccorso più esposti della nostra Regione. USB Sanità ASP CZ da oltre un anno chiede, in tutte le sedi competenti, la sostituzione immediata del personale assente per lunghe malattie e maternità, nonché il potenziamento delle unità infermieristiche su tutto il territorio aziendale, vista la gravissima carenza di personale nei reparti. Purtroppo, queste richieste sono state sistematicamente ignorate da un’Azienda che si trincera dietro numeri di fabbisogno del personale completamente errati, come più volte denunciato dalla nostra organizzazione sindacale. Questa è l'ennesima dimostrazione che l’ASP di Catanzaro ha abbandonato i propri lavoratori, condannandoli a turni massacranti, alla solitudine e alla paura. Non si può più parlare di emergenze isolate: questa è una strage quotidiana della dignità dei lavoratori". E, prosegue la nota: "Ora, con l’avvicinarsi della stagione estiva — che inevitabilmente porterà un aumento della popolazione in Calabria — USB Sanità ritiene che non ci sia più tempo da perdere: è necessario un cambio di rotta immediato. Per questo motivo, la nostra organizzazione chiederà la convocazione urgente di una riunione delle RSU appena elette, per discutere della drammatica situazione che si vive ormai quotidianamente in tutta l’Azienda. Vista la gravissima situazione di incolumità dei lavoratori, USB Sanità ASP CZ annuncia che nei prossimi giorni avvierà una mobilitazione, per impedire che l’ASP di Catanzaro rimanga ostaggio di burocrati aziendali che, comodamente seduti dietro una scrivania, condannano il personale sanitario a turni massacranti e all'esposizione continua a episodi di violenza e aggressioni. USB Sanità non si fermerà finché non verranno garantite la sicurezza, la dignità e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici".
L’Opi Catanzaro con l’avvocato Francesco Pitaro chiede "interventi immediati"
L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia di Catanzaro, presieduto da Giovanna Cavaliere, ha scritto oggi, per il tramite dell’Avv. Francesco Pitaro, al Commissario dell’ASP Catanzaro, al Commissario per la Sanità in Calabria, al Prefetto di Catanzaro e al Questore di Catanzaro. Si legge nell’atto: “Che l'Opi Catanzaro è l'Ordine, previsto e riconosciuto dalla legge, a cui sono iscritti obbligatoriamente tutti gli infermieri; Che l'Opi svolge azione a tutela dei propri iscritti infermieri; Che da tempo si assiste, purtroppo, ad aggressioni a carico degli operatori sanitari che svolgono con dedizione e attaccamento la loro attività lavorativa nell'interesse dei pazienti; Che è di ieri la notizia secondo cui operatori sanitari del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Lamezia Terme sono stati aggrediti fisicamente da un paziente; Che trattasi, nel caso specifico, di una infermiera e di due medici che stavano regolarmente svolgendo le loro tipiche prestazioni sanitarie; Che trattasi di un fatto grave che pone a repentaglio la sicurezza e l'incolumità degli operatori sanitari; Che, inoltre, il terrore di poter subire aggressioni impedisce agli operatori sanitari di agire con serenità nello svolgimento delicato della loro attività sanitaria; Che nel caso che occupa sembra che l'aggressione sia stata favorita dal fatto che presso il pronto soccorso dell'Ospedale di Lamezia Terme manchi un permanente e continuo e ininterrotto presidio di sicurezza; Che occorre, pertanto, che si attivi presso l'Ospedale e il Pronto Soccorso di Lamezia Terme un continuo e permanente presidio di sicurezza con la presenza ininterrotta delle forze dell'ordine o anche di guardie private pronte ad intervenire a tutela degli operatori sanitari; Che tutto ciò non è ulteriormente tollerabile; Che, infatti, l'assenza di permanenti presidi di sicurezza favorisce ingiuste aggressioni a carico dei laboriosi operatori sanitari, impedisce lo svolgimento sereno delle prestazioni sanitarie da parte degli incolpevoli operatori sanitari e potrebbe anche riflettersi sulle efficacia delle prestazioni sanitarie richieste; Che il datore di lavoro e tutti i soggetti che si occupano istituzionalmente di Sanità e di Sicurezza non possono ignorare le continue ed ingiuste aggressioni subite dagli operatori sanitari ma devono prontamente intervenire al fine di impedire che tali ingiuste aggressioni continuino a danno degli operatori sanitari e a danno dei servizi sanitari offerti”. In conclusione dell’atto sottoscritto dalla Presidente dott.ssa Giovanna Cavaliere e dall’Avv. Francesco Pitaro “si chiede che il Commissario dell'Asp Catanzaro, il Prefetto di Catanzaro, il Questore di Catanzaro e il Commissario ad acta per la Sanità' in Calabria vogliano prontamente e tempestivamente e senza indugio intervenire prevedendo la presenza continua e permanente e ininterrotta di presidi di sicurezza all'interno dell'Ospedale di Lamezia Terme e del Pronto Soccorso di Lamezia Terme chiede che il Commissario dell'Asp Catanzaro, il Prefetto di Catanzaro, il Questore di Catanzaro e il Commissario ad acta per la Sanità' in Calabria vogliano comunque svolgere con immediatezza e tempestività e senza indugio ogni ulteriore e dovuta attività e iniziativa dirette ad impedire ulteriori ingiuste aggressioni a danno degli operatori sanitari dell’Ospedale e del Pronto Soccorso di Lamezia Terme. Tanto si chiede al fine di far desistere eventuali potenziali aggressori dallo svolgimento di ulteriori aggressioni nei confronti degli incolpevoli operatori sanitari e al fine di permettere agli operatori sanitari di poter rendere le loro prestazioni sanitarie con serenità e in sicurezza nell'interesse esclusivo dei pazienti, in ossequio all’art. 32 della Costituzione, che correttamente richiedono prestazioni sanitarie efficienti di emergenza/urgenza e a tutela dell'incolumità degli operatori sanitari. Eventuali ulteriori inerzie da parte di chi deve intervenire al fine di prevedere uno stabile e permanente presidio di sicurezza e al fine di garantire la tutela della incolumità degli operatori sanitari non saranno più tollerate e l'Opi Catanzaro, nel caso di omesso tempestivo intervento, riserva di agire, in ogni sede, al fine di tutelare i propri iscritti e conseguentemente il diritto dei pazienti di ottenere efficienti prestazioni sanitarie”.
Cisl su aggressione personale medico e sanitario: "Servono vigilanza armata e professionale"
La CISL Magna Grecia, con il segretario generale Daniele Gualtieri, la FP CISL Magna Grecia, con il segretario generale Antonino D’Aloi, e la CISL Medici Magna Grecia, con la segretaria generale Luciana Carolei, esprimono piena solidarietà ai medici e all'infermiera aggrediti presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme, tra cui alcuni professionisti cubani che operano nella nostra regione. Un episodio gravissimo, che ripropone con forza il tema della sicurezza nei presidi ospedalieri e, in particolare, nei Pronto Soccorso. «È inaccettabile - spiegano Gualtieri, D’Aloi e Carolei - che chi si adopera quotidianamente per salvare vite umane debba operare in condizioni di rischio per la propria incolumità. Occorre urgentemente ridurre le situazioni di pressione e tensione, innanzitutto incrementando gli organici del personale, e rafforzare i presidi di sicurezza, superando la logica, purtroppo ancora diffusa, di affidarsi esclusivamente a personale volontario. Servono vigilanza armata e professionale, in ogni presidio di emergenza-urgenza, per garantire reale tutela agli operatori sanitari e ai cittadini». La Cisl giudica positivamente la notizia dell’approvazione del bilancio 2024 dell’ASP di Catanzaro, che certifica una riduzione dell’indebitamento e un incremento delle prestazioni offerte, come testimoniato anche dal miglioramento dell'attività dell'Ospedale di Lamezia Terme. Un risultato che dimostra come, pur tra mille difficoltà, si stiano compiendo passi avanti nella direzione di un servizio sanitario più efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini. Tuttavia, il sindacato ribadisce con forza che la normalizzazione amministrativa deve accompagnarsi a un’accelerazione concreta sulle questioni prioritarie, a partire dalla riduzione delle liste d’attesa, che continuano a penalizzare l’accesso alle cure, e il potenziamento degli organici, in particolare nelle aree più esposte alla pressione assistenziale. «Non si può parlare di diritto alla salute - concludono Gualtieri, D’Aloi e Carolei - se non si garantiscono accessibilità, qualità delle cure, ma anche sicurezza. Difendere chi cura, garantire ambienti di lavoro sicuri, ridare piena dignità ed efficienza al nostro sistema sanitario: queste devono essere le priorità per una sanità che voglia essere davvero al servizio dei cittadini, e in particolare dei più fragili. Su questi temi, è bene evitare ogni forma di demagogia: bisogna piuttosto affrontare i problemi con spirito di dialogo, di partecipazione e di responsabilità condivisa, perché solo così si possono costruire soluzioni serie e durature».
Appello dell'associazione Senza Nodi ai candidati: impegno concreto per diritto alla salute e sicurezza
Dopo l’ennesima aggressione "Senza Nodi" propone: "Colleghiamo le telecamere dell’ospedale direttamente alla Questura o al commissariato". L’associazione Senza Nodi, tramite la presidente Nadia Donato, ha lanciato un appello perché si vada oltre le parole e passare ai fatti. "Le frasi fatte non servono più ai lametini", ha affermato la presidente Donato. "Ci vogliono azioni concrete che dimostrino che il personale dell'ospedale è prezioso per tutti noi per il lavoro che svolge e non sempre nelle condizioni adeguate". L'associazione Senza Nodi sottolinea che negli ultimi anni è sempre più difficile dare garanzie a pazienti e personale, "Si possono collegare le telecamere dell’ospedale direttamente con la Questura o con il commissariato? Quest’ultimo è, tra l’altro ha due passi dall’ospedale. Potrebbe essere una soluzione per non far sentire così soli coloro che lavorano all’interno dell’ospedale. Il gioco dello scarica barile - ha aggiunto Nadia Donato - ha stancato la comunità. Un po' di coraggio nel chiedere provvedimenti sarebbe auspicabile, invece di due righe di solidarietà". L'appello dell'associazione Senza Nodi è rivolto anche ai candidati alle prossime elezioni comunali, affinché si impegnino a difendere il diritto alla salute dei cittadini che si ottiene anche con il garantire la sicurezza del personale sanitario e amministrativo. "Forse la nostra proposta non è la soluzione? Ma in altri luoghi in Italia funziona, e comunque proponete altro, ma alzate gli scudi anche in questa campagna elettore e sottolineate quanto tenete a questo ospedale", ha concluso la presidente Donato. "Dimostrate che siete vicini al personale sanitario e amministrativo, e soprattutto ai cittadini, che siete realmente interessati al bene comune. Basta chiacchiere".
Ferdinando Platania (Azione): “Basta violenze contro il personale sanitario. Servono tutele concrete”
"L’ennesima aggressione ai danni di medici e infermieri dell’ospedale di Lamezia è un fatto grave e inaccettabile. La sicurezza di chi ogni giorno lavora con professionalità e dedizione per tutelare la nostra salute non può più essere messa a rischio. È urgente – dichiara Ferdinando Platania, candidato alle amministrative con Azione – che le istituzioni rafforzino la protezione del personale sanitario e diano un segnale forte contro ogni forma di violenza. Serve un piano serio per la sicurezza negli ospedali, a tutela non solo degli operatori ma dell’intera comunità lametina".
Spanarelli (Nursing U): "Carenza di personale tra problematiche che affliggono nosocomio"
Andrea Spanarelli, in qualità di Dirigente Sindacale per il Nursing Up dell’Azienda Sanitaria, intende, scrive in una missiva: “a nome di tutto il Direttivo e per conto dei propri associati presenti all’interno dell’U.O. di Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme, condannare fermamente il gravissimo episodio di violenza avvenuto nella serata del 25 aprile ai danni del personale infermieristico e medico del suddetto reparto di emergenza; le problematiche che affliggono il nosocomio lametino sono tante, nello specifico per quanto riguarda il Pronto Soccorso la carenza di personale infermieristico, medico e di supporto è grave ed evidente in quanto vi sono delle assenze non certamente prevedibili dovute ad infortuni, malattie, maternita, diritto ai riposi, ferie… tutto questo genera attesa, stress, discontinuità, difficoltà nella gestione e nella pianificazione dell’assistenza in un reparto d’emergenza ad alto rischio. Nonostante tutto il personale del Ps di Lamezia, con spirito e senso di attaccamento al dovere, viene a volte richiamato in servizio, nel giorno di sacrosanto riposo, pur non essendo riconosciuto a livello aziendale il servizio di Pronta Disponibilità e Reperibilità, a far fronte a carenze di organico”.
Morabito (Siulp): "Solidarietà al Personale Sanitario e appello per implementare gli organici del Commissariato"
Il Siulp di Catanzaro "si unisce con forza all'allarme lanciato dal segretario della CISL Daniele Gualtieri e dai segretari di categoria D’Aloi Antonino e Carolei Luciana in merito alle gravi aggressioni subite dal personale sanitario del pronto soccorso di Lamezia Terme nella giornata di avantieri. Esprimiamo la nostra più sentita solidarietà a medici, infermieri e operatori che, con abnegazione, svolgono un ruolo cruciale per la salute della nostra comunità e che si trovano, inaccettabilmente, a essere bersaglio di violenza. Condividiamo pienamente la preoccupazione espressa dagli amici della CISL il cui articolo ha giustamente acceso i riflettori su un problema che non può più essere ignorato e che merita di essere affrontato con estrema urgenza. Questi episodi non sono solo atti vili e inqualificabili, ma rappresentano un sintomo di una crescente intolleranza e mancanza di rispetto verso chi si dedica alla cura del prossimo. È imperativo che le istituzioni e la società civile nel suo complesso condannino con fermezza tali comportamenti e si adoperino per prevenirli ognuno per le rispettive competenze. In questo contesto di crescente allarme – sottolinea il segretario generale Gianfranco Morabito – è indispensabile che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in occasione delle prossime movimentazioni ministeriali che saranno disposte nel prossimo mese di giugno, proceda ad un’urgente e sostanziosa implementazione dell’organico del Commissariato di Lamezia Terme, attualmente ai minimi storici per come più volte denunciato da questa Organizzazione Sindacale, anche recentemente. Tale rinforzo è propedeutico e indispensabile per poter assegnare, già prima del periodo estivo, nuove unità al Posto Fisso di Polizia presente all’interno della struttura ospedaliera lametina. Purtroppo la situazione attuale, con una sola unità a presidiare il posto fisso e una copertura oraria limitata a un solo quadrante, non è sufficiente a garantire la sicurezza del personale sanitario, della delicatezza delle funzioni e del servizio reso al territorio. Peraltro è fondamentale che il personale di polizia assegnato a questo delicato compito non venga distolto per altre attività di servizio, ma sia pienamente dedicato alla vigilanza e alla prevenzione all'interno del presidio ospedaliero. Apprezziamo la posizione degli amici della CISL e del segretario Daniele Gualtieri nel sostenere l'impiego di servizi di vigilanza ed aggiungiamo che, in tale senso, sarebbe auspicabile che la Direzione Sanitaria si adoperi anche con sforzi economici per implementare la vigilanza privata quantomeno nei Reparti più a rischio. Ovviamente si tratta di personale a supporto delle Forze di Polizia che rappresenterebbe un valido deterrente contro atti di microcriminalità e comportamenti aggressivi, offrendo un ulteriore livello di protezione. Un plauso – aggiunge il segretario Morabito – lo esprimo nei confronti dei colleghi dell’Arma che nel loro intervento sono riusciti a calmare l’esagitato assicurandolo alla Giustizia, con l’auspicio che venga assicurata la certezza della pena e la reale afflittività attraverso un adeguato periodo carcerario. Questo ennesimo episodio di violenza a Lamezia Terme – conclude Morabito – mi auguro possa rappresentare un punto di svolta, spingendo le Istituzioni a una riflessione seria e a interventi concreti per garantire la sicurezza di chi lavora in prima linea per la salute e per la sicurezza di tutti i cittadini. In ciò il Siulp è da sempre in prima linea nella difesa di tutte le professioni che operano a tutela dei cittadini e che quotidianamente sono esposte a rischi e violenze, come, purtroppo, si registra anche nei confronti delle Forze dell’Ordine".
A proposito delle aggressioni al pronto soccorso, le proposte di Isabella e Lentidoro
Fiore Isabella (Responsabile TDM Lamezia Terme) e Felice Lentidoro (Coordinatore territoriale Cittadinanzattiva Lamezia Terme) evidenziano che “dopo l'aggressione di un utente, a quanto pare fortemente disturbato, al personale sanitario del Pronto Soccorso dell' ospedale Giovanni Paolo Secondo di Lamezia Terme, le reazioni della politica ricalcano fedelmente il canovaccio già sperimentato in occasione dell'aggressione di qualche tempo fa al Primario facente funzione dello stesso reparto, ormai noto per essere diventato teatro di episodi poco urbani. Rilevato che la violenza come metodo per avere risposte ai propri bisogni (negli ospedali, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli stadi e per le strade) è esclusivamente un mezzo per ferire la convivenza civile e non certo per esaltarla, Cittadinanzattiva di Lamezia Terme sente il bisogno di accompagnare la sua solidarietà agli operatori aggrediti non più in termini esclusivamente emotivi. Più volte abbiamo avuto modo di segnalare il rapporto difficile tra operatori sanitari del Pronto soccorso e utenza; un rapporto strutturalmente conflittuale in cui si scontrano due SOLITUDINI: quella dei pochi medici e infermieri costretti dall'esiguità degli organici ad affrontare situazioni, sul piano clinico e psico-relazionale, oggettivamente complesse; quella di un'utenza emotivamente esposta, e non potrebbe essere diversamente, ad attese snervanti di esiti diagnostici che faticano ad arrivare perché l'organizzazione dei servizi della medicina di emergenza risulta assolutamente carente. Sarà perché i pochi operatori che lavorano al Pronto soccorso dovrebbero avere oltre agli indiscutibili profili specialistici anche competenze psicologiche per la gestione dei conflitti. Gestione che non può essere delegata alle forze dell'ordine i cui compiti esulano da valutazioni di ordine clinico. Valutazioni, ovviamente, di comportamenti di persone disturbate da gestire con l'apporto di competenze nella cura delle relazioni e, ovviamente, con la rimozione delle cause strutturali del disagio. È evidente che ciò richiede una rivoluzione copernicana da attivare e promuovere con risorse finanziarie, logistiche e professionali. In che modo? Trasformando il pronto soccorso in un presidio logisticamente adeguato e meno angusto con spazi più idonei degli attuali tre box, alcuni dei quali intercomunicanti e assolutamente indisponibili a salvaguardare la dignità della sofferenza; rendendo le attrezzature per la diagnostica autonome e ad esclusivo appannaggio del Pronto Soccorso e dell'emergenza; garantendo la presenza delle figure specialistiche ( cardiologo, radiologo e neurologo quantomeno) in grado di operare gomito a gomito con i medici del Pronto Soccorso; ampliamento dell'OBI per l'accoglienza dei pazienti che necessitano di essere osservati e seguiti nelle fasi di eventuale recrudescenza dei sintomi segnalati in fase di ricovero. Non sfugge, inoltre, a nessuno la delicatezza della presa in carico di un paziente ricoverato in emergenza, a fronte della necessità di curare e gestire anche l'informazione ai familiari sull'evolversi della situazione clinica. Lo stesso problema non appare ugualmente imperativo nei reparti di degenza dove la gestione si configura in termini meno pressanti e più ordinari. Infine, stimolare l'accesso degli operatori alla medicina di emergenza e di Pronto Soccorso, con sensibile aumento del trattamento economico e prospettive di pensionamento precoce, configurandosi come attività usurante. Ci vogliono soldi si potrebbe obiettare! Certo che ci vogliono, ma senza soldi e mantenendo i piani di rientro non si umanizza, azzerando i conflitti, il Pronto Soccorso: E non si celebra neppure Messa”.
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