Lamezia, boss scarcerati e urgenza di liquidità per spese legali: stretta delle indagini sulle intimidazioni. Più piste al vaglio della Dda

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Lamezia Terme – E’ un lavoro a tutto campo quello che stanno portando avanti i magistrati della Dda e della procura di Lamezia Terme per fare piena luce sui ripetuti atti intimidatori che nelle ultime settimane si sono verificati a Lamezia. Negozi, attività imprenditoriali, cantieri pubblici: la mano violenta della criminalità si è manifestata ben sei volte nella città della Piana e con modalità molto simili, esplosioni, taniche di benzina e danneggiamenti. L’ultimo episodio soltanto tre giorni fa in pieno centro ai danni di un negozio che ha aperto i battenti da poco.

Diversi gli elementi di indagine già raccolti dai magistrati e su cui si sta concentrando l’attività investigativa. Oggetto di attenzione nel fascicolo dei pm, ad esempio, il fatto che l’inizio delle attività intimidatorie sia coincisa con la scarcerazione di alcuni affiliati delle cosche operative a Lamezia Terme. Ed ancora, sono in corso processi importanti che portano alla sbarra le più importanti famiglie mafiose e i loro seguaci e secondo gli investigatori la recrudescenza criminale potrebbe essere legata all’urgenza di reperire liquidità sufficiente per sostenere le corpose spese legali. Nessuna pista è al momento esclusa e lo sguardo di pm e autorità giudiziaria si muove in ogni direzione per ricostruire la filiera della responsabilità. Dopo la riunione del comitato per l’ordine pubblico – convocato subito dopo le prime intimidazioni ai negozi – è stata intensificata l’attività di controllo del territorio con un impegno massiccio delle forze dell’ordine. Diverse sono state le reazioni di istituzioni, associazioni, società civile. Ciò che resta intatto al momento è il dato sull’assenza di denunce, su cui ripetutamente si sono soffermati sia il procuratore capo di Catanzaro, Salvatore Curcio, che il prefetto, Castrese De Rosa.

G.V.

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