Lamezia Terme - Il Tribunale di Catanzaro ha emesso tre misure di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza accogliendo le proposte del Questore di Catanzaro, fondate sull’accurata attività istruttoria della Sezione Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, che ha consentito di valutare la condotta violenta e la pericolosità sociale delle tre persone destinatarie del provvedimento, indiziate di maltrattamenti e di atti persecutori in danno di familiari, di conviventi ed ex conviventi.
Delle 3 misure prevenzionali di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, della durata di tre anni, emesse dal Tribunale di Catanzaro – Seconda Sezione Penale, due sono state disposte per le condotte di maltrattamenti in famiglia e una per condotte di atti persecutori. Le tre persone destinatarie devono osservare una serie di obblighi e divieti previsti dalla specifica norma, compreso il divieto di avvicinamento alla parte offesa ed ai luoghi frequentati dalla stessa e il divieto di comunicare con la vittima attraverso qualsiasi mezzo, compresi quelli postali, telefonici o telematici.
In base alla vigente normativa, inoltre, si è provveduto nei loro confronti al ritiro dei documenti di identità validi per l’espatrio.
La misura della Sorveglianza Speciale di P.S. per gravi indizi in ordine alle condotte di atti persecutori in danno della sorella e sua figlia, è stata adottata nei confronti di un 59enne di Lamezia Terme, con precedenti penali e di polizia. L’uomo, nonostante in settembre 2024 sia stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alle parti offese in ordine alla condotta di stalking e lesioni aggravate per comportamenti persecutori, violenti e prevaricatori, ha perpetrato nel tempo, in una escalation inquietante, le sue deprecabili condotte variamente moleste, fatte di vessazioni, gravi minacce, ingiurie e violenze fisiche.
Le due misure della Sorveglianza Speciale di P.S. per gravi indizi in ordine alle condotte di maltrattamenti in famiglia, sono state adottate nei confronti di un 50enne di Lamezia Terme e di un 45enne di Belcastro. Nel caso del 50enne, il Tribunale ha considerato la riprovevole condotta perdurante da oltre 15 anni, dapprima nei confronti della moglie e del figlio minore, anche dopo la separazione coniugale e, successivamente, a danno della compagna e figlio minore conviventi. L’uomo, nonostante in passato sia stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alle parti offese per gravi indizi di condotte di maltrattamenti in famiglia, ha perseverato nei suoi comportamenti vessatori e maltrattanti, replicando ossessivamente violenze ed aggressività in ciascuno dei contesti familiari creatosi negli anni.
Il terzo caso riguarda un 45enne che annovera precedenti penali e di polizia. L’uomo con pervicace sistematicità, dopo la nascita del terzo figlio, ha iniziato a maltrattare la moglie con percorse, aggressioni verbali e violenti attacchi d’ira, anche dinnanzi ai figli minori. Condotte mai cessate neanche alla luce dell’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Catanzaro che lo aveva sottoposto in gennaio 2024 agli arresti domiciliari.
L’ordinamento giuridico italiano con la legge cosiddetta “Codice Rosso” ha introdotto strumenti di prevenzione, integrati da ulteriori leggi, che consentono al Questore, quale Autorità di Pubblica Sicurezza, di valutare la condotta violenta e la pericolosità sociale del soggetto maltrattante, ed oltre a poter emettere provvedimenti di misure di prevenzione personale di natura monitoria, in caso di reiterazione delle condotte violente, può proporre al Tribunale l’applicazione della misura più grave della Sorveglianza Speciale di P.S.
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