Operazione Fata Morgana: indagati politici, imprenditori ed ex magistrato a Reggio Calabria - VIDEO

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Reggio Calabria - Un'operazione dei finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso per l'esecuzione di sette provvedimenti di fermo emessi dalla Dda nei confronti di imprenditori, dipendenti pubblici e professionisti reggini. Le indagini avrebbero evidenziato l'esistenza di un vero e proprio cartello criminale, presente ed operante a Reggio, in grado di condizionare lo svolgimento delle attività economico/imprenditoriali, con particolare riferimento alla grande distribuzione alimentare, sfruttando anche la compiacenza di pubblici amministratori, al fine di ottenere, tra l'altro, l'illecita percezione di profitti. Secondo l'accusa imprenditori e professionisti sarebbero stati partecipi, con ruoli organizzativi, della 'ndrangheta. Inoltre sarebbero stati svelati i collegamenti tra le cosche con una strutturata rete di professionisti, capaci di indirizzare le sorti di rilevanti settori dell'economia cittadina. I reati contestati sono associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, aggravati dalle modalità mafiose.

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Dodici società ed altri beni, per un valore complessivo di circa 34 milioni di euro, sono state sequestrate nel corso dell'operazione della Guardia di finanza di Reggio Calabria che ha portato al fermo di 7 tra imprenditori, dipendenti pubblici e professionisti. Nel corso dell'operazione sono state effettuate anche più di 30 perquisizioni. I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 al Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria alla presenza del procuratore capo di Reggio Federico Cafiero de Raho.

Le accuse contestate, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata anche all’intestazione fittizia ed all’estorsione.

Le persone colpite da provvedimento di fermo sono:

Paolo Romeo, 69 anni, nato a Reggio Calabria
Natale Saraceno, 53 anni, nato a Reggio Calabria
Giuseppe Chirico, 56 anni, nato a Reggio Calabria
Antonio Marra, 61 anni, nato a Reggio Calabria
Emilio Angelo Frascati, 60 anni, nato a Reggio Calabria
Antonio Idone, 65 anni, nato a Cannitello – Villa San Giovanni (RC)
Domenico Marcianò, 33 anni, nato a Reggio Calabria

Tra gli indagati risultano il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa; il consigliere provinciale Demetrio Cara; il cancelliere capo della Corte d'Appello di Reggio, l'ex magistrato Giuseppe Tuccio; l'avvocato Rocco Zoccali; l'ex presidente della Reggina calcio, Pino Benedetto.

Paolo Romeo, avvocato, avrebbe avuto un ruolo centrale nell'ambito dell'organizzazione che condizionava la vita economica di Reggio. Condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, ha scontato tre anni di carcere. Negli anni Settanta fu vicino alla destra extraparlamentare ed il suo nome ricorre anche nelle cronache relative ai moti del '70 per Reggio capoluogo, guidati dalla destra neofascista. Nel 1981 aderi' al Psdi nelle cui liste fu eletto prima consigliere comunale, diventando assessore, poi, nel 1990, consigliere regionale. Nel 1992 fu eletto deputato alla Camera per il Partito Socialista Democratico Italiano nel collegio di Catanzaro. L'11 gennaio 1980 fu arrestato per favoreggiamento nella latitanza di Franco Freda e scarcerato il successivo 22 aprile. Nel 1993 risulto' indagato perche' indicato da un pentito tra i mandati nel 1970 della strage di Gioia Tauro, e prosciolto in istruttoria nel 1995. Accusato di legami con la 'ndrangheta calabrese, nel luglio 1993 la magistratura richiese alla Camera dei Deputati l'autorizzazione all'arresto. Nel 1995 fu arrestato in base alle dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta Filippo Barreca, ma fu rilasciato poco dopo. La prima sezione della Corte di Assise di Reggio Calabria con sentenza del 12 ottobre del 200, lo condanno' a cinque anni di reclusione con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. La condanna, ridotta a tre anni e per concorso esterno, divento' definitiva in Cassazione nel febbraio 2004. Nel maggio 2014 risulto' coinvolto nell'inchiesta sulla latitanza di Amedeo Matacena che porto' all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola, ma fu poi scagionato. 

Le aziende colpite dalla contestuali misure ablative del sequestro preventivo - fra cui anche l’applicazione di quanto previsto dall’art.12 quinquies della Legge 356 del 1992, in tema di intestazione fraudolenta di beni per eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale in quanto riconducibili alla diretta o indiretta gestione dei soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo e pertanto “inquinate” dalla connivenza con gli interessi della criminalità organizzata, risultano essere:

  • Studio commerciale Saraceno;
  • Circolo Pescatori Posidonia Gallico;
  • SO.R.AL. S.a.s., con i due supermercati ipermercati, operanti in Gallico (RC);
  • PERLA S.r.l., gestore dell’ipermercato presso il centro commerciale “Perla dello Stretto” – Villa 
San Giovanni (RC);
  • Quote societarie della D.EMME C. SUN S.r.l.;
  • IN.FRA s.n.c PI 0248110804, con sede in Reggio Calabria;
  • R.IN.A. srl in liquidazione con sede in Reggio Calabria;
  • “PARMA REGGIO DISTRIBUZIONE S.r.l.”, Reggio Calabria;
  • G.S. S.r.l., con sede in Reggio Calabria, nonché unità operativa sita in Campo Calabro (RC), 
“MAX - Cash and Carry”, zona industriale;
  •  “M. C. S.a.s. di DOMENICO MARCIANO' & C”, con sede a Reggio Calabria – Gallico;
  •  “CENTER FRUIT S.r.l.” con sede a Reggio Calabria;
  •  "d.i. MONORCHIO Antonino", con sede in Reggio Calabria.

 

De Raho: colpita parte forte economicamente

Con l'inchiesta "Fata Morgana", che stamani ha portato a sette fermi, è stata colpita "quella parte della 'ndrangheta che l'ha resa forte anche dal punto di vista economico, che ha rapporti con la politica, con le amministrazioni locali, con dirigenti e funzionari pubblici. E' una parte esponenziale della 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria". Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Tra i fermati, ha proseguito il magistrato, ci sono anche i "titolari di supermercati, quindi distribuzione alimentare di alto livello che dal punto di vista economico hanno portato avanti il centro commerciale La Perla dello Stretto, anche li muovendosi con un metodo sostanzialmente 'ndranghetista imponendosi al consorzio di imprenditori che avevano aderito a quel gruppo. E' una parte molto rilevante dell'economia di Reggio Calabria". "I fermi - ha concluso de Raho - sono stati disposti per il pericolo di fuga di alcune posizioni che abbiamo trattato e che erano strettamente connesse alle altre per le quali siamo dovuti intervenire. Qualcuno stava già traslocando e portando via tutto dalla città evidentemente aveva notizia di questo".

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