Roma – La polizia, al termine di un'indagine nei confronti di presunti appartenenti alla cosca Piscopisani, in lotta con la famiglia Patania di Stefanaconi per il controllo delle attività illecite in provincia di Vibo sta eseguendo degli arresti a Vibo Valentia, Milano e Bologna. Tra i destinatari dei provvedimenti anche presunti responsabili dell'omicidio del boss Fortunato Patania.
Sono cinque le misure restrittive emesse dal Gip di Catanzaro al termine delle indagini. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di omicidio, porto abusivo di armi, favoreggiamento e rapina, aggravati del metodo mafioso. La faida tra le famiglie Piscopisani e Patania è scoppiata dopo l'omicidio di Fortunato Patania, capo storico della famiglia, ed ha provocato in poco più di 10 mesi cinque omicidi e 6 tentati omicidi. Tra le persone assassinate anche Davide Fortuna, considerato elemento di vertice dei Piscopisani: l'uomo fu ucciso sulla spiaggia di Vibo Marina nel luglio 2012. Le indagini seguite all'omicidio, organizzato proprio per vendicare l'assassinio del boss, hanno consentito di accertare che per uccidere Fortuna la cosca Patania aveva assoldato dei killer professionisti provenienti dall'Europa dell'Est.
L'omicidio di Fortunato Patania sarebbe stata la risposta dei "piscopisani" all'omicidio da parte dei Patania dell'agricoltore Michele Mario Fiorillo, freddato nelle campagne del Vibonese il 16 settembre 2011. La vittima, incensurata, era parente dei Fiorillo di Piscopio oggi arrestati i quali per vendetta avrebbero ucciso il boss Fortunato Patania.
I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà in questura a Vibo Valentia alle 11.30 alla quale parteciperanno i pm della Dda di Catanzaro e gli investigatori della Polizia.
Gli arrestati
A seguito dell’indagine condotta dalla polizia è stato arrestato Rosario Battaglia, 30 anni, di Piscopio, con l'accusa di essere stato il mandante e l'organizzatore dell'omicidio del boss Patania. Inoltre con l'accusa di favoreggiamento nei confronti degli autori del delitto, il gip ha infine disposto l'obbligo di dimora nei confronti di Annunziato Patania, 53 anni, di Stefanaconi, e Michele Fiorillo, 46 anni, di Piscopio. Quale esecutore dell'omicidio del boss, la polizia ha infine arrestato Raffaele Moscato, 26 anni, di Vibo Marina.
Pm Lombardo: "Indagine delicata e certosina"
"Si è trattato di un'indagine delicata, frutto del lavoro di più organi di giustizia, Squadre mobili di Vibo e di Catanzaro e Sezione criminalità organizzata, quest'ultima rafforzata nella sua consistenza organica e qualitativa che tiene i rapporti con tutti i distretti". A dirlo il procuratore della Dda di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo illustrando i dettagli dell'operazione che stamani ha portato all'arresto di Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo e Raffaele Moscato e alla notifica dell'obbligo di dimora ad Annunziato Patania e Michele Fiorillo, questi ultimi due accusati di favoreggiamento nei confronti dei primi tre, ritenuti responsabili, invece, di omicidio. Battaglia è stato fermato a Vibo Valentia, Fiorillo a Milano e Moscato a Monterenzio (Bologna), mentre gli altri due indagati sono stati rintracciati a Piscopio. Al centro dell'inchiesta l'omicidio del boss Fortunato Patania, ritenuto capo della cosca, ucciso a Vibo nel settembre del 2011, che diede origine alla faida tra i Patania di Stefanaconi e il gruppo dei Piscopisani ai quali apparterrebbero i tre arrestati, accusati di omicidio aggravato dalle modalità mafiose e dai futili motivi, detenzione illegale di arma, anche da guerra, ricettazione e rapina. Si è trattato, ha aggiunto Lombardo, di "un lavoro certosino, portato a termine grazie all'impegno della Polizia e che si è basato su una serie di captazioni ambientali, filmati video e controlli dei tabulati telefonici sia nei momenti antecedenti l'assassinio del boss Fortunato Patania che nelle fasi immediatamente successive".
A questo si sono aggiunti "i preziosi contributi offerti dai collaboratori di giustizia Loredana Patania, nipote del boss ammazzato in risposta all'omicidio dell'agricoltore Michele Mario Fiorillo, avvenuto due giorni prima, e di Daniele Bono". Il magistrato ha anche sottolineato come tutti gli episodi emersi in questa indagine, denominata "San Michele" dal nome del patrono di Piscopio, frazione di residenza degli indagati, esigano "una visione unitaria nell'ambito di una faida che ha mietuto sei morti in pochi mesi" ed ha evidenziato la necessità della presenza di "giudici esperti nel settore della criminalità organizzata. Presi singolarmente - ha aggiunto - non si avrebbe infatti un quadro d'insieme completo". All'incontro con i giornalisti hanno partecipato i capi delle squadre mobili di Vibo Valentia Orazio Marini (che ha ereditato l'inchiesta dal predecessore Antonio Turi) e di Catanzaro Rodolfo Ruperti.
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