Operazione Alibante, coinvolti ex sindaco di Falerna e attuale vicesindaco di Nocera. Gratteri: "Liberato un altro pezzo di territorio"

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Catanzaro - La cosca Bagalà da oltre 30 anni avrebbe controllato il territorio fra Falerna e Nocera Terinese, emancipandosi negli anni fino a diventare un soggetto imprenditoriale capace di controllare gli investimenti nel settore turistico soprattutto, la rete delle estorsioni e i rapporti con le istituzioni e la politica. L'operazione Alibante, realizzata dalla procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e dal comando dei carabinieri di Lamezia Terme, diretti dal colonnello Sergio Molinari, ha portato all'esecuzione di 19 misure cautelari: 7 persone in carcere, 10 ai domiciliari e 2 colpite da misura interdittiva. Iniziata nel 2017 intorno alla realizzazione di un hotel a Falerna, dopo la denuncia di due imprenditori che sarebbero entrati in contatto con la cosca fino a rimanerne "strangolati". Coinvolti tra gli altri anche due politici: l'ex sindaco di Falerna, Giovanni Costanzo, ai domiciliari e l'attuale vicesindaco di Nocera, Francesco Cardamone, anch'egli ai domiciliari.

"È una di quelle indagini - ha spiegato nel corso della conferenza stampa Nicola Gratteri - che riteniamo importanti per l'opera di liberazione di pezzi di territorio della Calabria. Il reato principale è associazione di stampo mafioso, estorsione, voto di scambio. In questo caso ci troviamo a Falerna, l'indagine va avanti dal 2017 e i carabinieri con la loro capacità e dedizione hanno portato molti elementi probatori. Vorrei che questa indagine fosse un ulteriore segnale ai lametini a darci fiducia, non devono stancarsi mai di rivolgersi a noi. Abbiamo due persone che hanno denunciato perché soffocate dal clan Bagalà e questa fiducia è stata ben riposta".

Il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Montanaro ha aggiunto: "È stata data esecuzione a un'ordinanza verso 19 soggetti con l'accusa di estorsione, corruzione, voto di scambio oltre che associazione mafiosa. L'attività è iniziata con l'istituzione del comando del gruppo dei carabinieri a Lamezia. Fondamentali le dichiarazioni di due imprenditori con i quali Bagalà aveva intrapreso delle attività imprenditoriali nel campo turistico. Di fatto, però, la cosca voleva acquisire la titolarità delle attività. Da qui le denunce dei due operatori economici. La cosca da oltre 30 anni opera in questa zona, per lo più acquisendo attività economiche nel campo alberghiero. Vi sono ripetuti tentativi di infiltrazioni nelle amministrazioni comunali di Nocera e Falerna. Abbiamo registrato attività anomale su un appuntato dei carabinieri e attuale vicesindaco di Nocera che è stato posto ai domiciliari". Titolare dell'indagine il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla: "E' stata - ha affermato - un'attività complessa che ci ha impegnato per alcuni anni. La cosca Bagalà è comparsa in concomitanza di varie attività di indagine sulle cosche tradizionali come Iannazzo di Sambiase. La cosca ha mantenuto rapporti stretti con esponenti di cosche di primo livello della piana di Gioia Tauro per acquisire terreni finalizzati alla coltivazione di cipolla rossa di Tropea. Ma anche con soggetti criminali del Vibonese. La cosca si era data un'impronta imprenditoriale e ciò li aveva portati ad interagire con esponenti istituzionali e politici. Incidevano sulle dinamiche elettorali e avevano contatti con alcuni esponenti delle forze dell'ordine soprattutto nel divulgare notizie sensibili, in cambio di sostegno elettorale. Abbiamo registrato turbative di aste pubbliche e infiltrazioni nell'attività amministrativa di Falerna - è coinvolto l'ex sindaco - e Nocera - è coinvolto l'attuale vicesindaco. Ci si rivolgeva al capocosca per risolvere qualsiasi genere di problema".

Il comandante dei gruppo carabinieri Lamezia Sergio Molinari ha aggiunto diversi particolari dell'operazione: "il nome Alibante - ha spiegato - deriva dal mito di un demone, così come demoniaca è la presenza delle cosche sul territorio. Abbiamo eseguito tutte le misure anche in altre realtà fuori dalla Calabria, perché provvedimenti sono stati eseguiti in altre regioni. È una indagine significativa perché è la prima operazione antimafia da quando è stato istituito il gruppo. Quello dei Bagalà è un sodalizio criminale che si è emancipato con forti aderenze nel mondo imprenditoriale e politico. Carmelo Bagala' è capo indiscusso e a lui si rivolgono per questioni imprenditoriali e politiche fino alle visite mediche. L'opera incompiuta è l'hotel dei Fiori, non ultimato ma al centro degli interessi della cosca. Questo albergo in parte è stato finanziato con i Por, poi è sopraggiunta una interdittiva antimafia. Il patto con la politica nasce dall'esigenza di mutare la destinazione di un terreno. La figlia di Bagalà è ad esempio un avvocato che opera ad Aosta".

G.V.

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