Reggio Calabria - Dalle prime ore di questa mattina è stata eseguita una vasta operazione, denominata "Koleos" della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse a carico di elementi di spicco delle famiglie Mommoliti e Giorgi di San Luca e di altri soggetti della Locride e della Piana di Gioia Tauro, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina. Gli investigatori del Commissariato di P.S. di Siderno e della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine della Calabria, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni. Scoperti bunker nelle abitazioni di alcuni arrestati. Impiegati circa 100 agenti della Polizia di Stato.
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I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa tenuta nella sala conferenze della Questura di Reggio Calabria, alla presenza del procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e del questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone.
Scoperti 5 bunker
Cinque bunker sono stati scoperti stamattina dalla Polizia di Stato durante le fasi esecutive dell'operazione "Koleos", condotta dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Siderno nei confronti di un'organizzazione dedita al traffico di cocaina. Lo ha rivelato il questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone, nel corso della conferenza stampa spiegando che in uno dei bunker, realizzato in un bagno, si nascondeva uno dei destinatari di misura cautelare nel tentativo di sottrarsi all'arresto. Alcuni bunker erano stati realizzati all'interno di una stessa abitazione. "Hanno bisogno di nascondigli - ha spiegato il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo - che siano prontamente utilizzabili nel momento in cui c'è un accesso imprevisto delle forze dell'ordine. Se mi trovo al piano superiore e il nascondiglio è unico all'interno della casa, potrebbe essere assolutamente inutilizzabile e quindi ogni ambiente, nell'evoluzione del bunker del terzo millennio, è dotato di una stanza segreta".
Giovanni Giorgi, arrestato oggi nel blitz antidroga nel Reggino, si era nascosto nel bunker realizzato all'interno del bagno della sua abitazione, dove sono stati rinvenuti diversi bunker. Lo ha rivelato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa. Giovanni Giorgi si era rinchiuso nel bunker contenente ammoniaca, evidentemente secondo gli inquirenti per distruggere materiale che aveva con sé. A causa delle esalazioni nell'ambiente ristretto è stato colto da malore, quindi soccorso e trasportato in ospedale. Suo fratello Giuseppe Giorgi, inizialmente irreperibile, è stato arrestato nei minuti in cui iniziava la conferenza stampa. Anche nella sua abitazione sono stati rinvenuti bunker.
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