Lamezia Terme – Era forte la preoccupazione che i Torcasio si potessero riorganizzare e compiere qualche atto violento contro di loro, che Saverio Giampà e Gianluca Giovanni Notarianni erano arrivati a non dormirci la notte e a pensare di prepararsi ad una nuova guerra tra cosche. Emerge anche questo nel provvedimento di fermo dell’operazione “Filo Rosso” che ha portato a 9 arresti di esponenti che si rifanno al clan Giampà. Quasi tutte vecchie conoscenze degli inquirenti e delle forze dell’ordine: soggetti che, pur non arrivando neanche ai 40 anni, possano contare sul loro curriculum criminale e quello di cui dicono di andare molto fieri, il pedigree familiare, che li rende potenti, anche per le condanne all’ergastolo di qualche parente, per loro motivo di orgoglio. Un ritratto di quelle che potrebbero essere chiamate "nuove Leve” ma che nuove leve non sono, viste che alcuni sono sorvegliati speciali e “vantano” condanne in processi come Medusa e Perseo. Insomma, attenzionati ma allo stesso tempo spregiudicati.
VIDEO
“Notarianni Gianluca Giovanni e Giampà Saverio, - scrivono gli inquirenti - erano concordi nella valutazione che avrebbero dovuto riorganizzarsi come “gruppo”, cercando di trovare al più presto le risorse economiche, in modo tale di non farsi trovare impreparati ad eventuali contrasti con soggetti delle cosche opposte. E’ chiaro, in questo contesto, che Giampà Saverio discutendo con Notarianni Gianluca Giovanni, temeva un riacutizzarsi dei conflitti con esponenti della cosca Torcasio”. I due, si erano dimostrati molto preoccupati, commentando l’arresto e il sequestro di alcune armi clandestine che i Carabinieri avevano messo a segno nel novembre dello scorso anno, “[…] ipotizzando che gli stessi si stessero organizzando al fine di compiere azioni omicidiarie al loro indirizzo. A tal proposito Giampà Saverio riferiva al suo interlocutore Notarianni Gianluca che appena avrebbe avuto disponibilità economiche sufficienti, avrebbe sicuramente agito di anticipo realizzando azioni cruente nei confronti dei soggetti ritenuti loro contrapposti”. In una intercettazione ambientale, registrata nell’auto di Gianluca Giovanni Notarianni che discute del fatto con Saverio Giampà.
“Gianluca: che gli hanno trovato a quelli, non sto dormendo per niente
Saverio: m***** ieri sera ci pensavo
G.: io non sto dormendo
S.: ma devo fare saltare tutto
G.: ma questi qua allora hanno qualcosa davvero contro di noi, con me, eh... mo vediamo che dobbiamo fare, se mi vogliono fare qualcosa veramente
S.: se mi riprendo economicamente li “sbundo”, mi devo riprendere economicamente ...omissis...”.
“Che il gruppo criminale in esame avesse i crismi di una organizzazione mafiosa, emerge dall’assunto accertato nella medesima conversazione intercorsa tra Notarianni Gianluca e Giampà Saverio; i predetti discutevano in merito alla riorganizzazione dei vertici del gruppo di cui fanno parte, in particolar modo sul ruolo che doveva assumere Notarianni Pasquale, all’interno dello stesso; nell’occorso i due interlocutori riconoscevano una posizione verticistica del Notarianni Pasquale, con il quale dovevano affrontare le argomentazioni più delicate”.
“[…] ..omissis... Saverio: non hai capito? Deve venire Pasquale! Pasquale o comanda
Gianluca: si gasa, comanda, se...
Saverio: o fa quello che deve fare!
Gianluca: ma dico, non possiamo andare a fargli un discorso a Pasquale?
Saverio: che discorso che dice che...
Gianluca: se la nega, poi se la nega... hai capito? ci dobbiamo ammazzare!... ...omississ... […]”.
C.S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA