Catanzaro - Arriva la sentenza di appello del processo denominato "Bianco e Nero" che vede implicati presunti gregari e affiliati alla cosca Giampà di Lamezia ritenuti partecipi di un'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La Seconda Sezione Penale della Corte di Appello, nei giorni scorsi, ha pronunciato la sentenza sull’appello proposto dagli imputati nell’ambito dell’operazione denominata “Bianco e Nero” contro la sentenza del GUP di Catanzaro che nel giugno del 2021 aveva emesso 32 assoluzioni e 25 condanne.
Due assoluzioni totali, due prescrizioni sette condanne riformate in punto di pena, 12 condanne confermate e un appello dichiarato inammissibile per rinuncia da parte dell’imputato. È questo l’esito del giudizio instaurato presso la Corte di appello di Catanzaro, presidente Alessandro Bravin, a latere Roberta Carotenuto e Maria Rosaria di Girolamo nei confronti di ventiquattro imputati, giudicati con rito abbreviato nel processo di primo grado, nato da un’inchiesta della Dda di Catanzaro.
La sentenza della Corte di Appello
La Corte di Appello di Catanzaro ha assolto completamente Pasquale Mercuri (condannato in primo grado alla pena di 7 anni di reclusione) in totale accoglimento delle questioni difensive sollevate dall’avvocato Antonio Larussa del Foro di Lamezia Terme e dall’avvocato Loredana Mazzenga del Foro di Roma. Ha altresì assolto completamente Antonio Giampà (condannato in primo grado alla pena di anni 7 di reclusione) in accoglimento dell’appello proposto dall’avvocato Carlo Greco del Foro di Lamezia Terme. Ha dichiarato il non doversi procedere di Alessio Morrison Gagliardi (in primo grado 2 anni di reclusione), difeso dall’avvocato Antonio Larussa e Francesco Cerra (in primo grado 2 anni di reclusione), difeso dall’avvocato Serenella Galeno del Foro di Lamezia Terme per essere i reati estinti per prescrizione.
I giudici di appello, rispetto alla sentenza del GUP di Catanzaro (che aveva assolto 32 imputati), ha rideterminato la pena, con condanne lievemente meno pesanti per Danilo Cappello che in primo grado era stato condannato a 4 anni - in 2 anni e 8 mesi di reclusione 12mila euro di multa e revoca della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (in primo grado era stato condannato a 4 anni) e Gabriele Caruso (4 anni in primo grado) a 2 anni e 8 mesi e 12mila di multa e revoca interdizione dai pubblici uffici. Ridetermina la pena complessiva per Davide Giampà (condannato a 8 anni in primo grado) nella misura di 10 anni di reclusione; ridetermina per Domenico Giampà (collaboratore - in primo grado 5 anni e 8 mesi) in 4 anni e interdizione per 5 anni; per Saverio Giampà (13 anni e 9 mesi in primo grado) a 15 anni 9 mesi e 10 giorni di reclusione; ridetermina la pena nei confronti di Luigi Notarianni dai 10 anni del primo grado in 4 anni, 5 mesi e 10 giorni e interdizione per 5 anni, limitatamente al periodo successivo al 2008 e lo assolve “per non aver commesso il fatto” in riferimento al periodo antecedente; ridetermina per Claudio Paola in 6 anni e 8 mesi di reclusione (condannato a 7 anni in primo grado). La Corte ha dichiarato inoltre inammissibile per rinuncia l’appello di Alessandro Torcasio, a cui vengono confermati gli 8 anni e 6 mesi comminati in primo grado. La Corte di appello ha confermato il giudizio di colpevolezza nei confronti restanti imputati con pene variabili fari i 2 anni e 8 mesi ai 16 anni.
Secondo l'accusa - tra il 2004 e il 2012 - l'organizzazione, che faceva capo agli esponenti di spicco della cosca Giampà, avrebbe avuto il controllo del narcotraffico, nell'area di Lamezia "quale epicentro del traffico della droga", e aveva evidenziato "capacità di approvvigionamento” in diverse province calabresi ma anche di Milano, di sostanze stupefacenti quali cocaina, eroina, marijuana e hashish. Fra 90 giorni le motivazioni della decisione.
Fanno parte del collegio difensivo - tra gli altri - gli avvocati: Leopoldo Marchese, Pasquale Naccarato, Antonio Larussa, Renzo Andricciola, Luigi Canzoniere, Aldo Ferraro, Francesco Gambardella, Giusy Caliò, Domenico Villella, Carlo Greco, Giuseppe Spinelli, Ortensio Mendicino e Serenella Galeno.
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