Il lametino Domenico D’Agostino vince XIII edizione del Premio Muricello con il romanzo “Quattro Apocalissi”

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San Mango D’Aquino - “Non mi aspettavo davvero questo premio, ringrazio tutti, particolarmente Pina Labanca, della casa editrice Qued che ha sempre creduto in questo progetto”. Così ha commentato a caldo Domenico Benedetto D’Agostino, il giovane scrittore lametino, autore di “Quattro Apocalissi”, vincitore della XIII edizione del Premio Muricello, l’ormai storica manifestazione letteraria e culturale di San Mango D’Aquino, ideata da Antonio Chieffallo e presentata da Ugo Floro. D’Agostino è stato scelto da una rosa di finalisti di alto livello, proposti come sempre dai giurati del Premio, che hanno dialogato con loro in una serata spumeggiante e densa di novità, animata dalla musica di Santino Cardamone ed Eleonora Anania, e dalle letture di Emanuela Stella e Francesco Rizzo.

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La loro voce ha ridato vita alla storia e ai versi del poeta Lorenzo Pataro, giovanissima promessa della poesia contemporanea, prematuramente scomparso dopo una carriera fulminea e folgorante, esplosa con la vittoria del Premio Strega Poesia nel 2023, e proseguita con una serie di riconoscimenti nazionali e internazionali, che lo hanno portato a far brillare il nome della Calabria in tutto il mondo. Il premio alla memoria è stato ritirato dal padre che ha annunciato la prossima uscita di una raccolta postuma, che dopo “Bruciare la sete” e “Amuleti” mostrerà il frutto più maturo della poetica di Pataro. Altro personaggio omaggiato nel corso della serata, lo scrittore Saverio Strati, storico vincitore calabrese del Premio Campiello, e grande protagonista della scena letteraria del neorealismo italiano, presentato dalla nipote, la studiosa Palma Comandè, come “primo fautore di un realismo antropologico, che mette al centro l’uomo e il suo desiderio di essere artefice del proprio destino, e che è diverso dal realismo sociale esistente in letteratura fino a quel momento, come narrazione dei diritti negati delle masse”. Uomo concreto, resiliente a lusinghe e piaggerie, Strati è stato per trent’anni autore della casa editrice Mondadori, tradotto negli Stati Uniti e recensito dal New York Times.

Grande spazio nel corso della serata alle altre cinque opere in concorso, “espressione di una Calabria che si afferma ogni giorno di più nel campo della Letteratura” dice il presidente Chieffallo, “anche grazie a manifestazioni come il Premio Muricello, finalizzate a riconoscere il valore di autori emergenti e a tenere viva la memoria di quelli che meritano di essere ricordati”. Il primo ad essere raccontato è “Uccidete il dj. Storia di Reggio in riva allo Stretto” di Fabio Cuzzola, membro del Collettivo Lou Palanca, presentato da Letizia Cuzzola. La storia ambientata a Reggio negli ’70, racconta il periodo degli anni di piombo e della strategia della tensione quando, in un clima di violenza politica, un gruppo di ragazzi decide di fondare in riva allo Stretto un negozio di dischi, attorno al quale nasce una comunità che organizza concerti e serate di musica rock e fonda una delle prime radio private del posto. Ma due giovani dj vengono uccisi – fatto di cronaca realmente accaduto e ancora senza responsabili accertati – tuffando il lettore in un’epoca, in una trama e in un luogo che meritano di essere raccontati.

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Presentato da Antonio Pagliuso, “Il Signore delle acque” di Giuseppe Zucco, storia distopica di un mondo che si ritrova di colpo ad essere sovrastato da un cielo ricoperto d’acqua scura che minaccia di sommergerlo in una sorta di apocalisse, e di un bambino che si rifugia in casa con il padre e la madre, dove, nel chiuso di uno spazio ristretto, emergono sentimenti primordiali e tracce di una civiltà decadente che il bambino uscirà ad esplorare da solo.

Ѐ Rosalba Blandino a presentare “A forma di Stella” di Mariella Chiappetta, incentrato sulla vita di due sorelle, Carmelina e Stella, in una Calabria povera dove ancora i bambini camminano a piedi scalzi. E Carmelina, umiliata a scuola e considerata non all’altezza, cerca il riscatto sociale diventando sarta di talento e sacrificando a questo scopo le più autentiche priorità della sua vita, fino ad una svolta disperata.

Presentato da Angelica Artemisia Pedatella, “L’amico fragile” di Francesco Presta, che racconta la vita di Fabrizio, quarantaduenne di successo, che riceve ad un tratto un quaderno che gli cambierà la vita. Da quel momento la trama intreccia la storia di due coppie di giovani vissuti a quarant’anni di distanza, storie d’amore e di genitorialità, fra l’oggi e gli anni ’80, fra Diamante e Bologna. “L’amico fragile siamo tutti noi” spiega l’autore, “è un invito ad abbassare il ponte levatoio che teniamo serrato per difenderci dalle nostre fragilità”.

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Infine, il romanzo a quattro mani “Sei pronto per la fine del mondo?” di Giuseppe Vitale e Giampiero Valente, presentato da Gianluca Sepio, un viaggio introspettivo circonfuso di deliri musicali, da Santa Maria del Cedro a Santa Monica, per esorcizzare ansie e paure e scoprire se l’apocalisse sia la fine o l’inizio di qualcosa: un inno all’America, al rock, e a Jack Kerouac.

A presentare il vincitore è la blogger Ippolita Luzzo, che racconta “Quattro Apocalissi” di Domenico Benedetto D’Agostino come “una storia vissuta in un tempo lontano da questa epoca, in un linguaggio diverso, arcaico e baroccheggiante, in cui, come nelle fiabe di Esopo, sentiamo parlare gli animali”. Dunque, una fiaba per adulti, scritta in un italiano mimetico che ricalca gli stilemi del ‘600, un esperimento brillante che dà voce e saggezza a creature antropomorfe, intente a prepararsi l’un l’altra ad una catastrofe imminente, creazione magistrale di un autore giovane e promettente che riserverà delle sorprese.

Giulia De Sensi

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