Lamezia Terme – “Non vergognatevi di me, sono innocente! Papà”… Una frase con parole semplici, piene di sentimento ma, soprattutto, ispiratrici, scritte su un foglio a righe piegato in due, che hanno stimolato il giornalista Antonio Chieffallo a titolare il suo libro: ‘Non vergognatevi di me’. Il volume è stato presentato nel salone del seminario vescovile e riporta l’odissea personale dell’autore (e dalla sua famiglia) nel periodo in cui il padre, Leopoldo Chieffallo, appartenente al partito socialista, il 20 dicembre 1993, allora assessore alla regione Calabria, venne arrestato e successivamente nel maggio 1994 per poi essere prosciolto.
Antonio Chieffallo, nel raccontare quei tristi giorni ha sostenuto, “non è stato facile per me scrivere questo libro, perché è stato come rivivere quei giorni e ho dovuto tenere ferme le emozioni. Ritenevo inaccettabile l’arresto di mio padre e temevo un suo gesto inconsulto. La politica di allora, i tempi della prima Repubblica, era diversa da quella di oggi e, facilmente, metteva alla gogna un personaggio, soprattutto se politico, massacrandolo per un nonnulla”. In questo libro - ha proseguito - non ho fatto alcuna ricerca o studio ma ho raccontato solo quello che nella mia mente era lucido e chiaro”.
“Nei giorni della sua prigionia in cui mi era concesso di vederlo mi fu impedito, per evitare un suo crollo psicologico”. Chieffalo ha ricordato alcune figure di spessore del partito socialista come Lina Merlin o Sergio Moroni suicida non perché colpevole, ma per far capire “l’abominio che si viveva in qui tempi”. Era il periodo di Tangentopoli. Sempre tracciando la figura austera del padre ha riflettuto, “mio padre (quando era assessore alla regione Calabria) non voleva che si usassero le strutture della Provincia ai fini privati. Da questo nasce il mio sentimento di difendere l’onore e l’onestà di mio padre”.
A discutere con l’autore in merito alle tematiche del libro, è il suo amico di lunga data Ugo Floro. “Antonio scrive e racconta la sua vicenda personale con una prosa giornalistica, chiara e lineare senza farsi prendere dalle passioni”. Oltre al giornalista Floro, è stato presente all’evento l’attore Gianluca Vetromilo che ha letto alcuni passi pregnanti del libro quali, l’arresto, «…era il 20 dicembre 1993 mancavano 4 giorni alla vigilia di Natale…la mia mamma disse lo hanno portato via… io avevo 23 anni». Il biglietto scritto da mio padre ‘non vergognatevi di me …, ma io, come potevo vergognarmi di mio padre? Il meccanismo della ‘gogna’ di allora, l’epilogo della vicenda con la sentenza di assoluzione di mio padre e le riflessioni conclusive su ciò che accadde in quei giorni amari, momenti - scrive Chieffallo - difficili da dimenticare. Ampio spazio agli interventi del numeroso pubblico come il consigliere comunale Giancarlo Nicotera, il coordinatore cittadino di Forza Italia Giuseppe Spinelli, il sindaco della città Paolo Mascaro e il sindaco di Chiaravalle, tutti ad esprimere la solidarietà all’amico Leopoldo Chieffalo, la vicinanza e le congratulazioni ad Antonio.
Francesco Ielà
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