Lamezia: Circolo Sel interviene su operazione Perseo e punta il dito contro Pdl regionale

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Lamezia Terme - Riceviamo e pubblichiamo la nota del Circolo Sel Lamezia per quanto riguarda l'operazione Perseo e le posizioni del Pdl regionale quale "tentativo maldestro di circoscrivere al solo ambito lametino il gravissimo intreccio-politico mafioso svelato dall'operazione "Perseo". Ecco, di seguito, la nota politica di Sinistra Ecologia e Libertà.

"Quello che il PdL regionale, con in testa Scopelliti, e i rappresentanti catanzaresi stanno attuando è davvero un tentativo maldestro di circoscrivere al solo ambito lametino il gravissimo intreccio politico-mafioso svelato dall’operazione “Perseo”. Al di là della consueta solidarietà di facciata nei confronti del solo (?) sen. Aiello, il PdL non ha inteso fare alcuna seria riflessione né a livello regionale né a livello catanzarese sui gravissimi fatti disvelati dall’imponente inchiesta giudiziaria. Di fronte ad accuse così pesanti ed alla scoperta di una vasta e trasversale rete di fiancheggiatori nella società civile non una sola voce si è alzata dal centrodestra per interrogarsi sulle responsabilità politiche di chi ha permesso che fatti così gravi si concretizzassero e, soprattutto, nessuna discussione pubblica si è aperta per evitare che episodi analoghi possano ripetersi.

E’ l’ulteriore conferma che il PdL di Scopelliti resta in piedi per soddisfare gli appetiti dei vari potentati locali che non si fanno alcun problema a stringere patti mortali con ‘ndrangheta. La prova è lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale di Reggio Calabria, l’arresto e la condanna dell’ex consigliere regionale Zappalà e del suo collega di partito Morelli, entrambi riconosciuti colpevoli di aver  ricevuto appoggi elettorali dalle cosche che hanno permesso anche la vittoria dello stesso Scopelliti.Il quale era non solo governatore, ma leader della lista ‘Scopelliti presidente’ e responsabile del Pdl in Calabria. Se le normative applicate ai Comuni in tema di infiltrazioni mafiose valessero anche per il Consiglio regionale e la Regione Calabria, queste ultime due istituzioni sarebbero state sciolte da molto tempo. Nemmeno un minimo di autocritica, invece, si è levato e si leva dai vertici regionali del PdL.

Anche per l’inchiesta “Perseo” si sta ricalcando lo stesso copione. Il sen. Aiello non è un esponente minore del PdL calabrese, la sua lista personale è stata la più votata nelle ultime amministrative di Catanzaro e, soprattutto, non è nuovo ad inciampare per il suo ruolo politico in affari di ‘ndrangheta. Già nel 2002 le indagini della magistratura lametina appurarono che lo stesso Aiello era stato presentatore ufficiale all’atto di iscrizione di Giovanni Cannizzaro, ritenuto esponente di spicco delle cosche locali, e condannato a 26 anni di carcere per l’omicidio di Nino Torcasio. Nella stessa sezione di Forza Italia, inoltre, figuravano iscritti anche alcuni personaggi ritenuti esponenti dei clan Giampà, Torcasio, Iannazzo, Cerra.  

C’è poi la vicenda del vicepresidente Sacal e cons. provinciale Gianpaolo Bevilacqua, già incappato nell’inchiesta “Medusa”. Un personaggio non nuovo del potere e che da qualche mese è anche uno stretto collaboratore dell’assessore regionale Tallini dopo aver ricoperto diversi incarichi sia per la regione che per il ministero delle attività produttive. Il suo arresto getta ulteriori gravissime ombre sulla Sacal e su questo torneremo più ampiamente nei prossimi giorni; intanto c’è da dire che si tratta, dunque, non di fatti isolati come sostiene il PdL calabrese, ma di una patologia del sistema, come dimostrano le numerose inchieste avviate e concluse dalle Procure calabresi.  Plaudendo infine all’efficace impegno delle forze dell’ordine e della magistratura nelle due operazioni – Medusa prima  e Perseo oggi– che hanno evidenziato  la pervasività della ‘ndrangheta lametina, sottolineamo che il fenomeno non può essere contrastato solo dall’azione dello Stato. Richiede invece un’assunzione di responsabilità della società civile e dei cittadini tutti. SEL ritiene che, senza pregiudiziali condanne, tuttavia non si possa non dire che il quadro che emerge dalle inchieste è un quadro gravemente allarmante per la nostra Città, rispetto al quale non sono giustificabili indifferenza, tolleranza o, addirittura, strumentali e impacciati garantismi. Non sono sufficienti a questo punto né gli importanti sforzi dell’Amministrazione per affermare la legalità e la trasparenza in ogni direzione del suo agire, nè le coraggiose iniziative dell’Antiracket contro gli estortori: è necessaria una mobilitazione e una rivoluzione delle coscienze che faccia crescere la consapevolezza che la ‘ndrangheta si può sconfiggere se quotidianamente ogni cittadino, professionista, imprenditore, operaio, disoccupato, scegliendo la legalità rinunci finalmente a scherzare col fuoco o a girarsi dall’altra parte. I Partiti, i Sindacati, le Organizzazioni di categoria, l’Associazionismo non possono più tacere su questi fatti, omettendo finanche di esprimere sostegno e solidarietà a chi da qualche tempo perviene a risultati notevoli per liberare Lamezia dalla soffocante presenza della ‘ndrangheta".

 

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