Lamezia Terme - "Ho letto con attenzione la nota firmata dalla consigliera comunale Lidia Vescio, con la quale, durante la campagna elettorale, abbiamo lavorato e combattuto insieme per vincere. È mio dovere, come firmatario dell'appello rivolto al Partito Democratico, replicare non per alimentare polemiche (anche se potrebbe involontariamente crearle!), ma per ristabilire un principio fondamentale: la trasparenza verso gli elettori e il rispetto della volontà democratica" è quanto si legge in una nota di Francesco Grandinetti Iscritto PD.
"Riteniamo ingiustificabile che - precisa - dopo una competizione elettorale così importante per il futuro di Lamezia Terme, nella quale la nostra scelta sulla candidata a sindaco era chiara, oggi non si riesca a trovare unità nell’identificare in quella stessa candidata colei che dovrebbe rappresentare, prima inter pares, le istanze che lei stessa ha promesso ai cittadini, anche a nome nostro. Per chi non lo sapesse, il capogruppo non ha poteri speciali o “rendite” aggiuntive, ma ha il compito di sintetizzare le richieste politiche dell’opposizione, nel nostro caso del Partito Democratico. È un incarico naturale – e sottolineo naturale – che dovrebbe spettare a chi ha guidato la coalizione, ottenendo oltre 12.000 consensi, anche se non siamo riusciti a vincere".
"La consigliera Vescio - aggiunge - parla di presunti attacchi ostili da parte di Doris Lo Moro contro il partito e contro figure come Irto, Alecci e Bruni. E allora, perché non parlare di me, che ho chiesto il commissariamento del partito regionale, o di Irto, che ha celebrato un congresso regionale in piena campagna elettorale, escludendo di fatto ogni possibilità di alternativa e presentandosi da solo alla carica di segretario? Premesso che a me non pare affatto che vi siano stati attacchi verso gli “intoccabili del partito” da parte di Doris Lo Moro, voglio comunque affermare con chiarezza che nel “mio” Partito Democratico – e spero anche in quello della consigliera Vescio, proprio per la sua giovane età – non esistono intoccabili.
Non esistono monarchi né vice-monarchi. Il mio Partito Democratico è quello delle persone, di quelle persone che vi hanno cercato un argine ai soprusi, alle ingiustizie, alle discriminazioni sociali. Dire la verità, anche quando è scomoda, non è un attacco: è un atto di responsabilità verso i cittadini e gli elettori del centrosinistra".
"È assurdo pensare che - sottolinea - all’interno del partito non si possano criticare anche coloro che ricoprono ruoli di rilievo. Difendere il Partito Democratico non significa difendere nomi e cognomi, ma difendere idee e cittadini che ripongono fiducia in questo progetto. Non dobbiamo aver paura di criticare, quando serve, anche figure di spicco come Alecci, Irto o Bruni, se riteniamo che abbiano commesso errori. Partecipare a un partito democratico significa proprio questo: tutti valiamo allo stesso modo. Nessuno ha più valore solo perché ha un ruolo, una carica o amicizie che "contano".
"La nuova segreteria comunale – mi spiace dirlo – costituitasi poche ore dopo le elezioni, nasce da una logica di cooptazione, non da un processo aperto e inclusivo. Parlare oggi di “entusiasmo” e “idee nuove”, mentre si pratica l’ostracismo verso chi non la pensa come “loro”, è – questo sì – un vero delitto contro il nostro partito. Il centrodestra dovrebbe ringraziare chi, durante la campagna elettorale, ha fatto solo finta di sostenere la nostra coalizione. Mi dispiace, ma non intendo usare mezzi termini: ho bisogno di verità, non di ipocrisie di facciata.
Il mio obiettivo, da quando fondai il movimento LameziaProvinciaENonSolo, è parlare ai cittadini, non deluderli e cercare di alleviare le loro sofferenze. E oggi, dall’interno del PD, vorrei fare la stessa cosa, dicendo ai simpatizzanti dell’area del centrosinistra che noi non siamo in vendita per un posto alle prossime elezioni regionali".
"Chi continua a evocare “dinamiche tossiche” dovrebbe chiedersi se la tossicità non risieda proprio in queste assurde determinazioni del “nuovo corso” del partito, che invece di affrontare i problemi, se ne lava le mani o cerca di minimizzare. Il Partito Democratico non potrà mai rifondarsi senza verità. E se la verità dovesse comportare un’implosione del partito, va bene così, se poi la rinascita si fonda su veri sostenitori, pronti a combattere le derive della destra, oggi sempre più forte nel deserto delle nostre idee, dei nostri princìpi, delle nostre lotte. Chiediamo dunque che il PD, a tutti i livelli, ristabilisca un principio di coerenza, rispetto e – soprattutto – di vero rilancio. Non dobbiamo temere il confronto, né rifuggire le critiche costruttive: solo così potremo davvero crescere come comunità politica e rappresentare al meglio i cittadini che credono nei valori democratici".
"Il futuro del Partito Democratico non si costruisce nel silenzio, né nelle stanze chiuse degli eletti. Non ho avuto paura dei mafiosi quando, in più occasioni, ho denunciato estorsioni. Certamente non avrò paura di denunciare lo squallore di chi usa il partito per costruirsi una carriera personale – o continuare a mantenerla – senza alcun merito, se non quello di avere le “amicizie che contano”. Chiedo soprattutto con sincerità a Lidia Vescio di mettersi dalla parte di chi vuole la pace nel partito e di non lasciarsi influenzare da chi vuole mantenere indisturbato – o indisturbata – uno status quo".
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