Lamezia Terme - “Un’esperienza indelebile, che cambia la vita”: questo è stata per i giovani lametini la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, incontro fortemente voluto da Papa Francesco, che ne ha ulteriormente valorizzato il significato ecumenico. Il raduno ha visto quest’anno la partecipazione di oltre un milione di ragazzi provenienti da tutto il mondo, anche dalla diocesi di Lamezia Terme, grazie al lavoro dell’Ufficio per la Pastorale giovanile, dei responsabili del Progetto Policoro, delle parrocchie, di comunità religiose che sono punto d’aggregazione per i giovani, come quella dei Missionari della Via.
“Siamo partiti da Lamezia con lo zaino pieno, con tutto il necessario per il soggiorno a Lisbona, ma vi posso assicurare che siamo rientrati con lo zaino ancora più pieno: di amicizie, condivisioni, divertimento, esperienze, emozioni, gioie e fatiche vissute”, racconta Chiara, che ricorda anche chilometri di strada fatta a piedi sotto il sole, percorsa con la forza e con la gioia che deriva solo dal camminare insieme. Una fatica lieve, perché, come racconta Denise, stemperata da “tanto entusiasmo, quello dei giovani che con canti e balli hanno riempito le strade e le piazze di Lisbona, mescolandosi con i giovani di altre nazioni”. “La cosa che mi ha colpito di più”, aggiunge Ilenia, “è che nonostante fossimo quasi tutti perfetti sconosciuti, la GMG ha creato un’armonia tale da farmi sentire come se fossi in mezzo ai miei amici.” Ma perché un giovane proveniente da una piccola realtà diocesana sceglie di vivere oggi un’esperienza di questo tipo? “Avevo delle domande a cui dovevo dare delle risposte”, racconta Giuseppe, “e la GMG è stato il tempo e il luogo propizio per interrogarmi e riscoprirmi. In realtà tutti abbiamo scoperto di averne qualcuna nel cuore, e la cosa più bella è stata per me la possibilità di lasciarmi "accarezzare" dalle storie di ogni singolo giovane che ho incontrato”. Ma c’è anche dell’altro. Ricorre infatti in molte testimonianze il desiderio di entrare in contatto con altre persone della propria età capaci di condividere i valori di una fede che la contemporaneità tende a relegare nel chiuso di luoghi di culto sempre meno frequentati, soprattutto dai giovani.
“Mi ha colpito il fatto che a Lisbona c’erano tantissimi giovani uniti dalla fede”, spiega Ester, “quando nel nostro piccolo è raro incontrare giovani che credono. Quest'esperienza mi lascia la speranza che le nostre chiese possano un giorno essere piene di giovani, come è accaduto lì, perché davanti alla fede tutti parliamo la stessa lingua e ci capiamo. Lisbona mi ha lasciato la coscienza che non siamo in pochi a credere, che fuori dal nostro piccolo non siamo soli mai”. Un lascito davvero importante, cui se ne aggiungono molti altri. “Ripeterei quest'esperienza esattamente per come è stata”, aggiunge Maria Pia, “non solo per la bellezza di ciò che ho vissuto ma, soprattutto, per la ricchezza che mi ha lasciato: spirito di comunione, aiuto fraterno, forza di volontà”. “Le emozioni che ci hanno uniti non potranno mai essere rimosse dal mio cuore”, ammette Ilenia, perché, come spiega in conclusione Denise, “l’esperienza della GMG non è terminata, ma continua a portare frutto anche dopo il rientro nelle nostre case, attraverso nuovi sogni e progetti per le nostre vite e per il mondo in cui viviamo.”
Giulia De Sensi
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