In anteprima a Maida il primo docufilm su Rino Gaetano approvato dalla famiglia, il regista: "Autore sempre attuale e legatissimo al Sud" - L'intervista

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Lamezia Terme - Sarà proiettato in anteprima domenica 23 novembre al “The Space”, cinema multisala del Centro Commerciale “Due Mari” di Maida, il docufilm “Rino Gaetano – Sempre più blu” diretto dal regista Giorgio Verdelli, un omaggio al celebre cantautore calabrese prematuramente scomparso. Distribuito da Medusa Film, il lavoro uscirà in tutte le sale il 24, 25 e 26 novembre, con un’altra anteprima speciale in Calabria al Cinema Citrigno di Cosenza, sempre il 23, e il 22 allo Jonio Festival. “La cosa sarebbe molto piaciuta a Rino”, spiega Verdelli, che sarà presente alle anteprime, e promette di portare presto la sua opera di persona anche a Crotone, città natale del cantautore. Intanto racconta al pubblico la sua scelta di raccontare Rino Gaetano, giovane meridionale, ma anche stella indimenticata e sempre attuale del panorama musicale italiano.

Qual è l’eredità più profonda di Rino Gaetano, e cosa ha lasciato alla Calabria e alla musica italiana?

"Rino Gaetano era un ragazzo del sud, questa è una cosa molto evidente. Se pensiamo che uno dei suoi primi brani di parziale successo era “Per esempio a me piace il sud”, questa cosa salta subito agli occhi. Per altro, come tutti sanno, ne “Il cielo è sempre più blu” c’è il verso “Chi vive in Calabria”, e ritornano in altre canzoni espressioni calabresi – “E cantava le canzone, che sentiva dentro a lu mare”. Segnalo che riferimenti simili al sud sono presenti in tutti e tre i più grandi cantautori calabresi viventi: Sergio Cammariere, Peppe Voltarelli e Dario Brunori".

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Una delle caratteristiche principali dell’opera di Rino Gaetano è la sua eterna attualità. Dal suo punto di vista a cosa è dovuta questa attitudine e in cosa consiste?

"Io credo che l’attualità di Rino Gaetano sia molto forte oggi proprio perché Rino era una persona libera, ed era uno che parlava di temi forti in modo leggero. Questa cosa che una volta veniva un po’ presa sotto gamba oggi è stata invece recepita dai giovani, che cantano le sue canzoni. Molti di loro non lo conoscono Rino Gaetano, l’hanno solo sentito alla radio. Forse questo docufilm può servire a ristabilire un po’ quel concetto di ragazzo venuto dalla profonda Calabria, che era arrivato al successo, al palcoscenico di Sanremo, ma che non aveva mai dimenticato le sue radici e soprattutto aveva sempre voluto fare una critica sociale attraverso le sue canzoni, anche quelle più note".

Qual è il taglio del docufilm da lei realizzato, come è stato pensato e con quali finalità?

"Il docufilm è stato pensato in risposta a una carenza. Questo è il primo docufilm che viene fatto con l’assenso della famiglia, ed è anche l’unico docufilm cinematografico su Rino – sono state fatte varie cose su di lui, ma nessuna al cinema. A lui, che amava molto il cinema e il teatro, suppongo che questa cosa sarebbe molto piaciuta. Io ho parlato con Rino di musica, di cinema e di teatro perché l’ho conosciuto: l’ho conosciuto in una terra al confine fra la Campania e la Calabria, a Caprioli, dopo Palinuro, e lui mi diceva che veniva lì perché il mare, come il cielo di una sua canzone, era davvero “sempre più blu”.

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In quali location è girato il docufilm, e che ritorno d’immagine ci sarà per l’intera regione?

"Parlando di Rino Gaetano, e parlando anche delle sue radici, ovviamente non potevo prescindere da Crotone. Però abbiamo spaziato, siamo stati fra Crotone e la costa calabra, anche in delle location bellissime vicino Diamante; poi siamo stati in una zona meravigliosa vicino Catanzaro, dove sono state girate delle immagini molto belle di Tommaso Labate, realizzate con il drone. Ho cercato delle immagini che potessero dare anche il senso, per usare una parola forte, primitivo della Calabria, nel significato positivo di terra incontaminata. Perché appunto il mare e il cielo sono importanti, e lo sono in tutte le canzoni di Rino. C’è anche una cosa curiosa: a Catanzaro c’è un Muso del Rock, dove ho voluto far muovere Labate come dentro un santuario della musica. Là ci sono pure delle copertine di dischi di Rino Gaetano. Credo che anche il rapporto con la Calabria Film Commission sia stato positivo perché Rino Gaetano era un artista calabrese ma aperto al mondo: soprattutto, a pensarci, lui come Bob Marley, che fu la prima rock star non anglosassone, è stata la prima rock star del sud, prima ancora di Pino Daniele, e quasi contemporaneo a Edoardo Bennato. Questa cosa secondo me è da mettere in luce: era un ragazzo del sud che si era aperto all’Italia e al mondo".

Giulia De Sensi

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