Lamezia Terme, 25 aprile - A Settant'anni di distanza, viene oggi scoperta una lapide in ricordo dei morti sotto il bombardamento che colpì l'allora cittadina d'ispirazione fascista di Sant'Eufemia Lamezia. L'Amministrazione comunale, infatti, ha deciso di scoprire una targa davanti il palazzo dell'ex Comune nel ricordo di nove morti sotto i bombardamenti angoloamericani del 1943.
I morti che si ricordano con la lapide sono: Amore Millich, Ernesto Di Palma, Provvido Marchetti, Evelina Veneduzzi in Marchetti, Maria Rosa Marchetti, Pietro Cervetti, Domenico Gentile, Giuseppe Maria Maida. Nove persone simbolo di storia e di quella incursione aerea che illuminò il cielo del Golfo di Sant'Eufemia in una sera d'agosto del 1943. Come in tutte le guerre, infatti, la strategia militare impone di minare le principali vie di comunicazione del "nemico", colpendo nodi nevralgici quali aeroporti, stazioni, strade principali di collegamento. Sant'Eufemia, a ridosso di quel Ferragosto del 1943, non aveva ancora un aeroporto ma aveva "dalla sua" essere una delle città fondate dal fascismo nel 1935 a seguito della bonifica della Piana e, soprattutto, essere già allora un importante snodo ferroviario della Calabria. Così, gli aerei angloamericani decisero la notte del 13 agosto del 1943 di bombardare. Si trattò di venti minuti intensi: dalle 21:20 alle 21:40, un lasso di tempo sufficiente per distruggere la stazione, la ferrovia e l'aglomerato di case antistanti, abitato per lo più da coloni provenienti anche dal Nord Italia (Veneto e Friuli) ai tempi della Bonifica e poi qui stabilizzatisi. Un inferno che poteva essere ben visibile, con i suoi bagliori, ed udbile, con i suoi boati, anche da chi si trovava distante come negli ex comuni di Nicastro e ancor più a Sambiase. Sfortuna volle che proprio quella sera, qualche minuto prima dei bombardamenti, arrivò in stazione all'ora del corpifuoco un treno di sfollati dalla Sicilia. In tutto quella sera ci furono una ventina di morti tra passeggeri e gente del posto. Lo scenario che si presentò agli occhi dei sopravvissuti dopo il bombardamento fu quello di vedere bruciare la stazione, il treno arrivato venti minuti prima, crateri lasciati dalle bombe sui binari e sulle strade, case semidistrutte e corpi lacerati dalle bombe e spazzati via qua e là dall'onda d'urto e dallo spostamento d'aria dovuto dalle deflagrazioni a raffica. Una pagina triste e, proabilmente, semisconosciuta, della storia della città che poi si unì in un'unica realtà sotto il nome di Lamezia Terme venticinque anni più tardi. Una storia e dei nomi che proprio oggi, riaffiorano per riprendere la giusta collocazione nella storia e nella coscienza civica di questa città.
Giovani del Partito Democratico: 25 aprile, festa della libertà ma anche dell’unità nazionale
Noi Giovani del Partito Democratico di Lamezia Terme, unendoci alla Città e alla Nazione intera, ricordiamo una data fondamentale per il nostro paese: il 25 aprile, anniversario della liberazione italiana dal nazifascismo!
Mai come in questo periodo, in cui assistiamo giorno dopo giorno ad un peggioramento della già drammatica situazione economico-sociale del nostro Paese, c’è bisogno di richiamare e trasmetterequei valori d’unità nazionale che i Partigiani ci hanno lasciato in eredità e che sono presenti nella nostra Costituzione. La Costituzione italiana, solida garanzia, frutto più prezioso nato dalla resistenza, possiede dei principi fondamentali che vanno dalla Democrazia all’eguaglianza, dal rispetto della dignità umana alla legalità, dalla libertà alla giustizia fino all’equità sociale che noi tutti siamo chiamati a rispettare e far rispettare.
Lo scenario politico attuale è molto sconfortante e lascia molto perplessi, ma noi nonostante giovani sappiamo che c’è bisogno della “buona” politica come impegno inderogabile e quotidiano per risollevare le sorti del nostro Paese assicurandoci un futuro migliore. Bisogna guardare alla politica non come qualcosa di "sporco" ma come punto di incontro, dialogo e partecipazione della gente per far si che dove si è creato del marcio venga estirpato; prendendo come esempio - perché no? - quei 556 Padri Costituenti che, pur essendo di diverse correnti politiche ed in molti casi in antitesi, hanno portato a termine una missione importante per il Paese.
La Resistenza e la conseguente Liberazione del 1945 non deve essere considerata solo come storia, come fine di un periodo nero della nostra Patria o come un punto di arrivo, ma piuttosto come un punto di partenza, come una premessa che serve per consegnare alle generazioni future il cammino verso l’avvenire. L’insegnamento dei Partigiani, nei quali erano presenti anche alcuni nostri concittadini come Domenico Antonio Petruzza e Vinicio Cortese, serve a renderci più accorti e consapevoli e meno “desistenti” perché il pericolo di “attentato alla Democrazia” è sempre dietro l’angolo pur portando svariati nomi come demagogia, populismo e qualunquismo.
Il 25 Aprile è la festa della libertà ma anche dell’unità nazionale: la responsabilità e l’impegno a continuare il cammino della buona politica è nostro.
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