Lamezia, giovanissimi Scout alla scoperta di San Teodoro

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Lamezia Terme – La squadriglia Tori del reparto Jonathan del gruppo Scout Lamezia Terme 4 lo scorso 12 e il 13 Aprile hanno realizzato un pernotto a San Teodoro, ospitati dal gruppo scout Lamezia Terme 3. In questi due giorni spiegano “abbiamo visitato vari luoghi andando a conoscere la loro storia, tra cui: palazzo Statti, il “mulino delle fate”, “a’ piducchiusa”, il castello Normanno-Svevo e la chiesa “la Veterana””. Un vero e proprio tour alla scoperta del centro storico che ha portato i ragazzi a osservare e raccontare nel dettaglio tutto quello che hanno osservato.

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Palazzo Statti

La prima tappa è spiegato dal gruppo di giovanissimi Scout è stato Palazzo Statti. “il palazzo di una famiglia nobile. Famiglia di origine albanese, “Stath” poi italianizzata in Statti, giunse in Calabria ne sec. XVI a seguito del Re Scanderberg. La famiglia risulta nel sec. XVIII tra le iscritte al sedile della nobiltà di Nicastro ed è proprio in questo secolo che rafforza il suo potere economico, grazie alla grande quantità di denaro a disposizione e dei numerosi prestiti concessi a molti abitanti della città, e potere politico essendo stati nominati come amministratori dei feudi dei Principi D’Aquino di Castiglione. Tale potere si manifesta anche con la concessione della sepoltura di alcuni componenti all’interno della cripta della chiesa di San Domenico accanto agli ex feudatari di Nicastro: i Caracciolo. Nella chiesa di San Teodoro, posta nell’omonimo quartiere, la famiglia edificò il marmoreo altare maggiore dove ancora oggi sono presenti le armi del casato".

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Il parco della “Piedichiusa”

Ad accoglierli poi il “Piedichiusa” in dialetto “a’ piducchiusa”. "È un parco - spiegano ancora nel  racconto del loro tour - realizzato con fondi europei, dopo anni di lavori ed interventi ad hoc, oggi l’area naturalistica si presenta in tutta la sua genuina autenticità. Un’opera di riqualificazione urbanistica che valorizza ulteriormente il centro storico di Nicastro con i suoi caratteristici rioni come San Teodoro, Santa Lucia, Timpone, via Torre, via Garibaldi. Tra passerelle e gradoni e anfiteatri naturali, i lavori del parco hanno anche recuperato il vecchio mulino già esistente. Un antico stabile realizzato proprio ai piedi del vecchio maniero di Federico II di Svevia. percorso naturalistico a cui dà vita il parco corre parallelamente al torrente e trasporta il visitatore in un rilassante viaggio fra la natura, tra gli odori e i profumi dei tempi che furono. Dolce amacord che non è solo mera nostalgia ma anche voglia di riappropriarsi di un pezzo di città per troppo tempo abbandonato a sè stesso. Nell’area naturalistica che si estende per 30 mila metri quadri, la comunità può ritrovarsi con eventi da realizzare proprio nel parco urbano, nuovo centro di aggregazione socioculturale".

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Castello Normanno-Svevo

"Il giorno dopo - proseguono - siamo saliti verso il castello Normanno-Svevo. Secondo alcune fonti Il castello sia stato costruito intorno al IX secolo dai Bizantini, altre fonti sostengono che il castello è stato edificato dai Normanni nell'XI secolo. La sua posizione, a strapiombo sul colle roccioso, rappresentava un'efficace strategia di difesa e consentiva anche di controllare la pianura circostante fino al mare. Federico II, in epoca successiva, avviò l'ampliamento degli interni, munendo il castello di caserme e carceri. Sempre Federico II fece costruire un mastio pentagonale e una cinta muraria. Il terremoto del 1638 causò ingenti danni alla struttura del castello, che ancora oggi, seppur in condizioni di dissesto, è visitabile. Del castello ci pervengono solo i resti di quattro torri cilindriche, i bastioni, le mura e un contrafforte con loggettacieca. Lo scrittore e viaggiatore Henry Swinburne (1743-1803), nel 1778, scrive che, a chiunque visitasse il castello, questo appariva come “un romantico rudere in posizione pericolante sul letto di un fragoroso torrente che scorre giù in una valle buia e boscosa”.

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Il mulino delle fate

"Siamo andati - aggiungono - successivamente al “mulino delle fate” che è esso stesso una storia, di recupero e di territorio, di memoria e valore architettonico. Siamo nella Valle del Torrente Canne, nei dintorni del centro storico della vecchia Nicastro e ai piedi del Castello Normanno Svevo, attorno ci sono il bosco e il rumore dell’acqua di fiume che scorre: è al centro di questa storia paesaggistica che si definisce il profilo architettonico dell’Antico Mulino delle Fate, una struttura realizzata completamente in pietra e legno, e la sua caratteristica ruota che è tutt’ora alimentata dall’acqua di torrente. Dell’attrazione del mulino farebbe parte anche una antica leggenda, quella della Fata Gelsomina".

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Tra antiche chiese: “La Veterana”

"Per concludere ci siamo incamminati verso la chiesa “la veterana”. Arroccata sulle pendici del rione di Santo Teodoro il quartiere più antico di Lamezia Terme la chiesetta della Veterana si erge sul promontorio e domina tutta la piana. Si tratta dell’edificio religioso più antico della città, edificato intorno al 1200 sui resti di un monastero basiliano di costruzione ancora più remota. un’antica leggenda popolare vuole che la chiesa sia sorta per il desiderio di una delle figlie di Federico II di Svevia. Durante la permanenza dell’imperatore nel castello dirimpettaio alla chiesa, infatti, una delle sue figlie rivelò al monarca l’apparizione in sogno della Madonna delle Grazie. Nella visione onirica, l’evanescente icona manifestò la volontà di vedere eretta, sul colle dinanzi alla roccaforte, una chiesa in suo onore. Il sovrano designato con l’appellativo di Stupor Mundi per la sconfinata ed eclettica curiosità intellettuale acconsentì alla richiesta rivoltagli dalla erede".

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