Lamezia, inaugurato a Fronti "Orto Sociale": bambini tra natura, libri e educazione ambientale

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Lamezia Terme - "La creazione di orti scolastici è molto più di una semplice attività all'aria aperta. È un modo per connettere gli studenti alla natura, insegnare loro importanti lezioni sull'ambiente e incoraggiarli a diventare cittadini consapevoli e responsabili. Questi orti sono i semi di un futuro più verde, in cui la conoscenza e il rispetto per la natura saranno alla base di una società più sostenibile" è quanto si legge in una nota.

"Lunedì 17 Novembre  - informano - presso la scuola primaria di Fronti dell’istituto comprensivo “ Ardito Don Bosco “ di Lamezia Terme , abbiamo inaugurato il nostro "Orto Sociale". L’orto è stato predisposto a fianco la scuola , dalle   bravissime  ragazze e ragazzi del Servizio Civile di Fronti , di cui il presidente è il dott. Antonio Grandinetti. La mattinata è stata  molto intensa; alle 10.00  è arrivato il Bibliobus del sistema bibliotecario Lametino, le ragazze responsabili  del Bibliobus hanno letto ai bambini un testo adatto  al valore educativo dell’orto sociale . Era presente anche  la dott.ssa Enza Mancuso, agronoma che ha illustrato ai bambini  i principi fondamentali dell’orto sociale.  La Dirigente Scolastica Dott.ssa Teresa Goffredo  , sempre  a favore di queste iniziative, nel suo intervento di saluto ,  rivolto ai bambini e ai genitori presenti; ha sottolineato il valore educativo dell’orto sociale che si articola ha detto in molteplici dimensioni: Promuove la consapevolezza ambientale, lo sviluppo di competenze pratiche e cognitive , l’educazione alimentare e il benessere psicofisico . Come insegnante e responsabile del plesso ho condiviso  in pieno quanto detto dalla Dirigente, e  ho  aggiunto  che ,  con l’orto sociale, i bambini impareranno  il ciclo di vita delle piante , la stagionalità e l’importanza della biodiversità , il rispetto della natura, e la consapevolezza ecologica".

"Altamente formativo poi  credo è il  valore delle  abilità manuali ,come (scavare, piantare, raccogliere) se messe a confronto con il  rischio del mondo virtuale dei bambini, che conduce verso  un declino delle capacità motorie, e a uno stile di vita sedentario con conseguenze negative sulla salute fisica. Don Lorenzo Milani vedeva la manualità non come un'attività separata dall'apprendimento scolastico, ma come una parte integrante dell'educazione, in particolare per i ragazzi di Barbiana. Credeva che la cultura dei contadini, con la sua profonda conoscenza della terra e delle tecniche di gestione, fosse una cultura fondamentale e profonda che i suoi studenti possedevano già, mentre lui stesso era "ignorante" rispetto a quel mondo. La sua scuola era quindi impostata per integrare e valorizzare questa conoscenza preesistente, insegnando ai ragazzi ad essere padroni della propria vita attraverso la parola e l'azione. L'obiettivo non era l'insegnamento nozionistico fine a sé stesso, ma l'emancipazione sociale e la crescita personale, che si ottenevano anche attraverso la discussione di problemi reali e la comprensione di come trasformare la realtà circostante". 

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