Lamezia Terme - Per chi lo riceve di questi tempi non è certo un messaggio gradito. Anzi, rappresenta l'incertezza assoluta, il ritorno di incubi esistenziali, il "terrore" di fronte all'arrivo della prossima bolletta. Ma, peggio ancora, l'impossibilità per molti di potersi sostenere, poter fare la spesa e sfamare i figli. A Lamezia come nel resto del Paese, l'annunciata (e messa in atto) fine della misura del Reddito di cittadinanza, segna inevitabilmente l'acuirsi dell'emergenza sociale. Anche nel mese di agosto ormai concluso e a settembre, così come è accaduto a luglio, sono centinaia (da qui a fine dicembre saranno migliaia) gli sms che stanno arrivando agli ex percettori del Reddito di cittadinanza. Molti nuclei il cui unico sostegno economico ormai è una chimera. Alla fine del 2023, come abbiamo avuto modo di scrivere qualche settimana fa, il 50 per cento degli attuali percettori lametini (oltre 6mila) non avrà più il sostegno.
L'alternativa pensata dall'attuale Governo nazionale si chiama Assegno di inclusione e sarà in vigore da gennaio 2024. Per poterne usufruire però non mancano già da ora le difficoltà. La nuova misura prevede infatti l'iscrizione e la frequentazione a corsi di formazione, propriamente inquadrati come Sfl, ovvero Sostegno per la formazione e lavoro. Ad oggi, secondo quanto appreso, sono circa 600 i percettori (singoli o nuclei familiari) che già si sono rivolti al Centro per l'impiego e almeno altri 350 si apprestano a farlo dopo l'sms di agosto. In totale, stando alle ultime stime, i precettori a cui hanno sospeso il Rdc, sono a Lamezia 670 in tutto il territorio di competenza del Centro per l’impiego 1067.
Chi vuole accedere alla nuova misura dovrà farlo attraverso una piattaforma on line, poi si dovrà passare dai Centri per l'impiego, sottoscrivere il nuovo Patto e procedere per un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo. E questo riguarda i cosiddetti “occupabili”. Si accennava alle difficoltà. Ebbene, per quanto riguarda i corsi di formazione, essi si svolgono tutti a Lamezia. Ergo, i residenti degli altri comuni dell'hinterland devono spostarsi nella città della Piana. Tantissimi i disagi già segnalati, giacché molti "occupabili" hanno sopra i 57 anni, a volte anche oltre i 60. Dovranno spostarsi dai centri montani e non solo, e per farlo si prevede debbano utilizzare i mezzi pubblici usati dagli studenti che arrivano in città.
In più, altro "particolare" di non poco conto, molti dovranno frequentare scuole serali perché la nuova misura di inclusione prevede una scolarizzazione di almeno dieci anni. Pertanto, chi non ha uno "straccio" di diploma dovrà provvedere. Il tutto, per 350 euro al mese. La situazione diventa insostenibile ancora di più per chi ha disabili a carico. L’Inps ha comunicato, senza distinzione alcuna, la sospensione del sostegno a tutti quelli che ne usufruivano, dunque anche a chi ancora ne avrebbe diritto, ovvero famiglie con disabili, bisognose e con gravi situazioni di degenza. In questi giorni, non mancano le segnalazioni di casi davvero al limite della disperazione. Di gente che si presenta ai Caf o al Centro per l'impiego in preda alla rassegnazione e ad una evidente condizione di povertà estrema. Cosa accadrà da qui in avanti? In questa terra senza lavoro, al termine del percorso di formazione sarà garantita l'occupazione?.
A. C.
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