Lotta al tumore al seno, il Policlinico di Catanzaro si dota di un mammografo 3D di ultima generazione

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Catanzaro – L'area centrale della Calabria si dota di uno strumento di ultima generazione nella lotta al tumore al seno. Nella giornata dedicata alle donne, infatti, è stato inaugurato al Policlinico di Catanzaro, in località Germaneto, un mammografo 3D con tomosintesi in grado di ottimizzare il percorso per la cura della neoplasia alla mammella. La tomosintesi digitale della mammella (DBT, Digital Breast Tomosynthesis) è l’evoluzione della mammografia digitale. E’ un esame diagnostico di ultima generazione e viene anche chiamata mammografia 3D perché è in grado di acquisire più immagini del seno da diverse angolazioni e di rielaborarle fino a ottenere una ricostruzione “a strati” e ad alta risoluzione dell’intera mammella consentendo di individuare un numero maggiore di lesioni mammarie anche in stadio più precoce ed inoltre una riduzione significativa dei richiami dovuti a falsi positivi, una miglior visualizzazione delle piccole lesioni nei tessuti mammari densi, il superamento del limite della sovrapposizione dei tessuti delle immagini mammografiche tradizionali. Con la mammografia si ha, infatti, la sovrapposizione delle immagini delle varie strutture che compongono la ghiandola mammaria e che possono mascherare delle lesioni o creare delle false immagini che simulano il tumore.

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Riduzione della dose

I componenti tecnologicamente avanzati assicurano un’eccellente qualità d’immagine con la minor dose erogata alla paziente in ogni applicazione operativa. Sistema per biopsia stereotassica che consente un prelievo multiplo di tessuto mammario quando si sospettano lesioni tumorali quali micro calcificazioni o aree di distorsione parenchimale alla mammografia. Questo permette di avere una maggiore precisione nell’operazione di inserimento dell’ago, perché è il sistema computerizzato con misurazioni precise (stereotassi) a valutare profondità e posizione dell’ago per un’aspirazione più efficace del tessuto da esaminare in laboratorio. L’uso di questa tecnica consente di prelevare più campioni di tessuto da sottoporre agli esami di laboratorio (istologici) per stabilire se la lesione è di natura maligna o benigna.

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La strumentazione, presente all'interno dell'Unità Operativa di Radiologia, è stata inaugurata alla presenza del commissario della A.O.U. “Mater Domini”, Vincenzo La Regina; il direttore sanitario, Caterina De Filippo; il direttore amministrativo, Francesco Marchitelli; nonché alcuni degli specialisti della Azienda che si occupano di malattie oncologiche. Presente anche il rettore dell'Università Magna Graecia, Giovambattista De Sarro. “La prevenzione – ha dichiarato il commissario La Regina – è un aspetto importantissimo in sanità, per salvaguardare e tutelare il paziente, e su questa direzione noi stiamo lavorando tantissimo. Grazie a questo nuovo macchinario potremo migliorare le nostre prestazioni. E' fondamentale pensare ad un percorso terapeutico che preveda una personalizzazione e umanizzazione delle cure, perché ognuno di noi è diverso dall'altro ma tutti devono poter usufruire del diritto alla salute riconosciuto a livello costituzionale.”

B. M.

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