Opera del lametino Raffaele Mazza in esposizione al Museo Three Shadows Photography Art Centre di Pechino

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Lamezia Terme - L’arte dell’artista lametino e Cavaliere ella Repubblica, Raffaele Mazza approda presso il Museo Three Shadows Photography Art Centre di Pechino. Una delle missioni del Cavaliere è quella “di offrire, promuovendo nuove prospettive di crescita sociale e culturale, ponendo il suo operato e la sua arte come mezzo di aiuto, di riflessione e di stimolo, uno strumento di espressione emotiva, che racconta la contemporaneità”.  Con questo obiettivo, ha realizzato due opere particolari una delle quali è stata scelta per un’esposizione di altissimo livello internazionale nel prestigioso Museo Three Shadows Photography Art Centre, un evento che si è tenuto dal 24 al 29 Giugno 2025 a Pechino.

L’opera in questione è intitolata “Lo sguardo silente della Natura” è una scultura eseguita in pietra con particolari venature, che ha colpito sin da subito un ampio pubblico, una raffigurazione che contempla e richiama l’attenzione sulla storia contemporanea, che si “sposa” con una recente creazione dal titolo: “Le prigioni dell’emancipazione”, due tecniche diverse ma unite da un unico obiettivo il rispetto della vita in tutte le sue forme.

“L’indirizzo” soggettivo del Cavaliere volutamente si limita alla sua particolare visione del monto attuale, in questo caso si rivolge alla società contemporanea alle nazioni ai potenti, un messaggio che racchiude in sé il consumismo come causa dell’inquinamento globale e il totalitarismo occulto che silente si sta ramificando tra i popoli, sfociando nella violenza irrazionale dell’autodistruzione, dimenticando la storia più recente del secolo scorso, che viene condannata, ma mai come oggi, replicata e nuovamente “testata”. 

La singolare penna della dottoressa Laura Cherubelli rivela le due opere rivolte all’Umanità. “Lo sguardo silente della Natura”, dedicata a Madre terra, la terra così grezza, ma epicentro del mondo. Fragile come la roccia, che se intaccata si sgretola. Un grido diretto agli uomini. Senza la cura verso madre terra, l'umano rischia l'estinzione così come ogni essere vivente che la natura tanto preserva e fa germogliare. Nulla può esistere senza aria, acqua, terra e fuoco. Gli elementi che primordialmente hanno generato il nostro mondo. Un monito a non essere indifferenti agli avvertimenti climatici, non essere indifferenti alle azioni non “Umane” raccontante nell’opera “Le prigioni dell'emancipazione”, un grido per portare l'attenzione al moderno olocausto. I colori sono evocativi: rosso come il sangue, nero come la morte, e il filo spinato ricorda   la sottile linea di confine tra libertà e reclusione. Stiamo assistendo al moderno olocausto, dove I potenti giocano alla guerra e gli innocenti subiscono, prigionieri e spettatori. Ma le prigioni dell'emancipazione non sono solo nelle guerre, ma anche nei femminicidi, e in ogni violenza di genere dove l'uomo diventa il persecutore di altri uomini, in nome di una religione, o di un credo politico, o di un pregiudizio. Ma è davvero emancipato l'uomo moderno? O semplicemente è la reincarnazione di un moderno Caino che uccide il fratello? Un’opera moderna, che fa riflettere e incita alla giustizia e alla vera libertà, che passa dal rispetto, all'inclusione

Un evento intercontinentale ed un premio importante, che si aggiunge alla straordinaria bacheca dell’Artista, che con la tappa di Pechino, tocca il ventesimo Stato dove ha esposto, una metropoli protagonista attiva di un fermento culturale che riflette le trasformazioni profonde della società cinese. 

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