Sciopero medici ospedalieri, in Calabria ferme attività in 51 sale operatorie

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Lamezia Terme - "Tutela del sistema sanitario pubblico, sempre più inesorabilmente trascurato da tutti i governi che si sono succeduti fino ad oggi e che portano la sanità verso il sistema americano e quindi privatistico dove solo chi ha un'assicurazione può curarsi". Questo uno dei messaggi di grande preoccupazione lanciato nel corso della conferenza stampa tenuta a Lamezia Terme dalle organizzazioni sindacali della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria in occasione dell'odierno sciopero nazionale nella sanità che anticipa altre giornate di protesta. Una protesta a livello nazionale con blocco delle sale operatorie garantendo soltanto gli interventi chirurgici d'emergenza.  Nel corso dell'incontro con i giornalisti, sono intervenuti i segretari regionali di Aaroiemac (Anestesisti rianimatori e medici di pronto soccorso) Domenico Minniti, di Fassid (Farmacisti medici radiologi psicologi patologi clinici di laboratorio) rappresentata da Giuseppe De Marco di Sinafo e Gianluca Grandinetti dei medici veterinari Fbn e Nino Accorinti della Cisl Medici.

"Uno sciopero che in Calabria sta avendo un'adesione totale - ha detto Minniti - il governo non trova le risorse economiche nella legge finanziaria per il rinnovo dei contratti e la ridotta retribuzione dei medici e degli operatori sanitari in genere, è la madre della catastrofe che in questo momento il Servizio sanitario nazionale sta subendo. La mancanza di un'adeguata retribuzione sta comportando la fuga dei medici e tra breve anche degli infermieri dai nostri ospedali. Ovvero, per meglio essere più precisi, dagli ospedali pubblici. La legge di bilancio non stanzia risorse. Un esempio sono le risorse che vengono finanziate in questo momento sugli incrementi, sono grosso modo il 6 per cento a fronte di un tasso inflattivo che è previsto intorno al 15 per cento. Non è che noi parliamo solo di rivendicazioni salariali, noi parliamo soprattutto perché medici ospedalieri, anestesisti, personale sanitario siamo fortemente legati al sistema sanitario pubblico e non vorremmo in nessun modo che questo andasse verso il privato, cosa che invece sta realmente accadendo".

"Dopo la manifestazione che abbiamo fatto a Roma il 25 novembre - ha sottolineato dal canto suo Accorinti - abbiamo deciso di proclamare anche noi lo sciopero insieme all'intersindacale per tutte le problematiche che sono note". Sull'arrivo dei medici da fuori, Accorinti ha aggiunto che "in alcuni casi potrebbero anche servire ma non è la soluzione ottimale e definitiva perché il Governo dovrebbe attuare assunzioni e stabilizzazione del personale. Queste sono soluzioni precarie che non portano da nessuna parte".  De Marco, ha parlato di “malessere che si aggiunge alle difficoltà quotidiane”. Il Governo “non vuole porre alcun argine alla fuga dal pubblico al privato e non c’è volontà ad investire in questo settore e riconoscerne il contributo importante”.

Infine, Grandinetti dei medici veterinari, ha lanciato l’allarme sulla “sicurezza alimentare che è a rischio perché non sono garantiti i controlli nella filiera agroalimentare”, evidenziando al riguardo che “negli anni '90 in Calabria nelle Asp vi erano 300 dirigenti veterinari, mentre attualmente sono appena 100. Questo significa riduzione dei controlli nella filiera agroalimentare con i rischi che ne conseguono”. Per la cronaca, nella giornata di oggi, su 53 sale operatorie in Calabria, 51 sono rimaste inattive. Escluse come già evidenziato le sale operatorie per le urgenze.

A.C.

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