Lamezia Terme - Salvaguardia della biodiversità, valorizzazione della piccola produzione e tutela di chi la porta avanti secondo tradizione: sono questi i punti cardine della filosofia di Slow Food, associazione internazionale dal 1989 che protegge le peculiarità di ogni territorio dal punto di vista agroalimentare ed enogastronomico, salvando dalla scomparsa preziose varietà legate alla sua storia, cultura, natura. Anche in Calabria, dove il responsabile regionale dei presidi Slow Food, Alberto Carpino, si occupa attivamente della tutela di una serie di eccellenze, alcune dislocate sul lametino, in pianura o nell’area prospiciente del monte Reventino. “Abbiamo nel Lametino ben due presidi già consolidati, ma anche molte potenzialità interessanti che stiamo cercando di inquadrare, individuando dei produttori che possano metterle effettivamente sul mercato”, spiega Carpino.
“Per creare un presidio Slow Food bisogna infatti che esistano almeno tre produttori locali pronti a commercializzare in quantità sufficienti un prodotto di nicchia: purtroppo non li ha ancora trovati l’aglio rosa nicastrese, o la cipolla rossa lametina - diversa da quella di Tropea, e con precipue caratteristiche organolettiche e di sapidità - prodotti che meriterebbero comunque la nostra attenzione. Così come, a livello zootecnico, la capra nicastrese, una razza autoctona di piccola taglia, già studiata, che andrebbe protetta e valorizzata”.
Hanno invece già avuto ratifica propria di presidio l’olio da varietà Carolea prodotto sulla piana, una varietà di pere autoctona del Reventino e i fagioli di Cortale, inseriti solo l’anno scorso. Presenti in 5 ecotipi prodotti su un totale di sette ettari da otto diversi produttori, questi ultimi, secondo Carpino, “sono leguminose di piccole dimensioni, che non necessitano di essere ammorbidite in acqua prima della cottura, evolutesi in questo specifico territorio: i produttori locali, dopo il riconoscimento, si sono organizzati, creando un packaging adeguato e dando il giusto prezzo al loro lavoro in modo da poter continuare, facendo partecipare il loro prodotto anche all’iniziativa nazionale di settore 'Leguminosae'. I prodotti dei nostri presidi” chiarisce ancora Carpino, “possono contare anche sull’Alleanza dei Cuochi Slow Food, professionisti certificati che garantiscono l’inserimento fisso nei loro menù dei nostri prodotti”. Possono contarci i sei produttori lametini dell’olio del presidio degli uliveti secolari, un presidio di livello nazionale per entrare a far parte del quale bisogna produrre per l’80% da ulivi secolari.
“I sei uliveti Slow Food della piana sono tutti di Carolea - continua Carpino - una varietà molto pregiata e particolarmente apprezzata sotto il profilo olfattivo e sensoriale, dal sapore marcato e inconfondibile, adatta sia per la produzione olearia che da tavola, usata a volte anche per “tagliare” varietà meno sapide. Come tutti i nostri prodotti anche l’olio dispone, oltre all’etichetta presente per legge, di un’etichetta narrante, che ne descrive la filiera specifica, racconta la sua storia e quella dell’azienda che lo produce, il territorio dove è nato. Da quest’anno ogni prodotto Slow Food, dunque ogni singola bottiglia d’olio, sarà contrassegnato da un QR code, che permetterà una modalità più semplice di accesso a tutte le informazioni che lo riguardano. Dunque la garanzia perfetta di un prodotto buono, perché di qualità; pulito, perché ecosostenibile; giusto, perché esente da sfruttamento, con la certezza della remunerazione di chi lo produce”.
Giulia De Sensi
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