Lamezia Terme - Si sono svolte per la prima volta nella nuova chiesa di San Benedetto le celebrazioni solenni per la festa del Corpus Domini. La messa, celebrata dal vescovo Cantafora, ha visto la partecipazione di un’amplissima rappresentanza del clero diocesano e di numerosi gruppi e congregazioni, i quali hanno sfilato durante la processione finale lungo un percorso che dal complesso interparrocchiale ha condotto la folla di fedeli fino all’ospedale “Giovanni Paolo II”, rendendo idealmente partecipe chi soffre e coinvolgendo nella celebrazione una parte di città fino a questo momento periferica rispetto agli eventi pubblici.
Un senso di condivisione che ben si accorda con il significato della festa del Corpus Domini, anticipato nel brano del vangelo di Luca sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci e poi disaminato da Cantafora in una toccante omelia, che non ha tralasciato di ricordare la prossima finitura dei locali di San Benedetto riservati alla mensa dei poveri e agli ambulatori, soffermandosi allo stesso tempo sull’interpretazione spirituale del passo. “La fame di cui soffre l’uomo – sottolinea infatti il Vescovo – non è solo quella fisica, ma è una fame di pienezza di spirito, di vita vera non più minacciata dalla morte, di verità non più minacciata dalla menzogna, d’Amore non più oscurato dal peccato. La parola greca che indica l’essere beato, ‘makairos’, significa letteralmente ‘sazio’, ma solo Cristo ci sazia, solo Lui è fonte di vita piena. Desista Lamezia dai lunghi discorsi sugli immigrati: la gioia vera passa dall’amore per gli altri e il bene comune si impara masticando il Cristo Gesù.”
Accorata e numerosa la partecipazione di fedeli, in una San Benedetto da poco comparsa sulla prestigiosa rivista “Chiesa e Architettura” per la qualità e la lungimiranza del progetto realizzato da Paolo Portoghesi. Presente il commissario Alecci e alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine.
Giulia De Sensi
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