Lamezia Terme - La riscoperta e la valorizzazione dei piccoli borghi e delle risorse del territorio nel nuovo libro dell’ingegnere Giovanni Renda “Il silenzio della bellezza”, presentato a Sambiase nel laboratorio dell’artista Rosella Cerra, in un incontro moderato dalla giornalista Maria Teresa Notarianni, con una serie di ospiti d’eccezione. Presente, infatti, il liutaio Vincenzo Piazzetta, con una serie di sue creazioni artigianali: strumenti intagliati e scolpiti nel legno, illustrati al pubblico in un excursus storico artistico di pregio, sulle origini mediterranee della zampogna, del tamburo battente, di strumenti a corde come la viella, la ribeca e la lira calabrese. Un esemplare di quest’ultima, realizzato appositamente per il musicista Francesco Denaro, è stata fra le sue mani, insieme alla lira cretese, uno dei fil rouge dell’intera serata, deliziando l’uditorio di sonorità antiche che parlano la lingua delle radici.
Un modo per far risuonare la bellezza, che pure, come nel titolo del libro, normalmente è muta, e secondo l’ingegnere Renda, “al nostro passaggio distratto nei luoghi che di fatto ci appartengono, non ci obbliga a parole a volgere lo sguardo, non ci chiede: Perché non mi osservi? Sono qui da secoli per te!”. Un paradosso dei nostri tempi, caratterizzati dal pragmatismo e dal caos di una vita che va sempre più veloce, e dalla perdita di interesse per ciò che veramente ha valore: la nostra storia. Una mancanza che è propria secondo Renda anche di chi dovrebbe amministrare il patrimonio inestimabile custodito dai borghi, soggetti all’abbandono e allo spopolamento, e alla quale il protagonista del suo libro, Giacomo, cerca di rimediare candidandosi a sindaco del suo paese, Montegaleno. La storia, da quel luogo inventato, andrà a toccare così luoghi reali, dalle grotte di Zungri dove oggi si fa il pane per richiamare visitatori, alla frazione di Borgocroce, che i ragazzi del posto hanno colorato di murales attirando ogni settimana più di 1.500 persone in un luogo che stava per essere abbandonato.
A rappresentare in copertina questo percorso di riscoperta, i colori dell’acquerello di Paola Pereira, giovane illustratrice italobrasiliana, tornata dal suo paese per vivere a Maida con il marito, e ritrovare così le proprie origini. “Una scelta di vita - spiega Renda - fatta di attaccamento al territorio e alle radici”. Una convinzione che l’ingegnere confessa di aver maturato “durante un sopralluogo di lavoro nell’aquilano, dopo il terremoto, dove una donna, ritrovando fra le macerie l’insegna della panetteria di famiglia, la raccolse con cura, pregandoci di apporla nuovamente sul fabbricato dopo la ricostruzione, perché rappresentava “le sue radici”. Dopo di allora mi sono interrogato a lungo su questo concetto, e ho cominciato un viaggio per i borghi della mia terra”. Da qui la fondazione dell’associazione “Borghi da Ri… Vivere” che si propone di salvare dallo spopolamento piccoli luoghi abbandonati sotto i 3000 abitanti, provando a fare leva sulla buona volontà degli amministratori locali con iniziative mirate. “Ma purtroppo spesso manca una programmazione seria, una visione di futuro”, conclude Renda, che pure non si arrende nel suo percorso e prova a dare voce nei suoi libri alla bellezza inascoltata.
Giulia De Sensi
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