
Genova - Sparatoria per futili motivi in strada a Genova Pegli, davanti a un locale, due i morti: Adriano (51 anni) e Walter Lamberti (27 anni), padre e figlio. di orgine sinti. Il primo è morto sul posto, l'altro, ferito gravemente all'addome, è poi deceduto nell'ospedale Galliera dove era stato trasportato. Un uomo di 62 anni, Salvatore Maio, originario di Rizziconi, nel reggino, è stato fermato con l'accusa di duplice omicidio. Secondo quanto si apprende avrebbe anche confessato.
La sparatoria si sarebbe verificata al termine di una lite durante la quale il padre ha cercato di difendere il figlio. Le due vittime erano residenti al Cep di Genova. Secondo le prime testimonianze, i due avrebbero litigato con l'uomo fuori dal locale. Questi avrebbe estratto una pistola e avrebbe sparato prima al padre e poi al figlio prima di scappare a piedi. La lite, secondo quanto riferito alla polizia dai testimoni, sarebbe avvenuta a causa di un apprezzamento che Walter aveva fatto su una ragazza. La polizia ha trovato l'auto con la quale il presunto l'assassino è giunto sul posto.
Salvatore Maio ha già trascorso 11 anni in carcere perché il 21 luglio del 1980 assassinò, nel corso di una lite, un marittimo di 19 anni, Giuseppe Zangari, e ferì Natale Zangari, di 37, zio della vittima. Dopo avere ucciso Giuseppe Zangari e ferito lo zio, Maio si rese irreperibile, ma si costituì il giorno dopo nel Commissariato di Gioia Tauro della Polizia di Stato. Per quell'episodio Salvatore Maio fu condannato a 19 anni di reclusione, ma ne scontò, appunto, soltanto 11.

Duplice omicidio Genova, killer: ho ucciso per difendermi
"Ma che ci fai con un vecchio, sali in macchina con me bellezza che ti faccio divertire...": questa frase indirizzata a una sua accompagnatrice, la rissa e poi i colpi di pistola sparati perché "dovevo difendermi". Così Salvatore Maio, 62 anni, calabrese di Rizziconi (Reggio Calabria) che ha confessato di aver ucciso ieri sera a colpi di pistola Walter Lamberti, 27 anni e suo padre Adriano, 52 anni: ha detto alla polizia di aver sparato solo perché aggredito e di non aver voluto uccidere. Sono le 20,45 quando Maio arriva con un paio di amiche al bar. Walter Lamberti invita una delle due donne a lasciar stare 'il vecchio', Maio si risente e lo minaccia invitandolo a uscire dal locale. Una volta fuori si trova davanti Walter e suo padre Adriano oltre al suocero del ragazzo, tutti sinti residenti in zona. Litigano, si accende la rissa. Maio ha la peggio, viene colpito al viso. A quel punto estrae la pistola dalla tasca della giacca e fa fuoco: due colpi colpiscono al torace e uccidono Adriano Lamberti, uno centra al ventre Walter che si accascia sul marciapiede.
Morirà due ore dopo in ospedale. Un terzo sinti riesce a fuggire. Maio lascia cadere la pistola, una Beretta 7.65 con la matricola abrasa, e si allontana a piedi, dimenticando l'auto, la Ford Fiesta intestata alla moglie con la quale era arrivato al bar. Anche grazie a quell'auto i poliziotti delle volanti e della sezione omicidi della squadra mobile raggiungono l'abitazione di Maio, alle case popolari del Cep, poco lontano dal litorale. Lì lo trovano e lo arrestano. Deve rispondere di duplice omicidio aggravato e detenzione e porto di arma illegale. In questura Maio, davanti al dirigente della squadra mobile Annino Gargano e al magistrato di turno Patrizia Ciccarese, confessa di avere sparato.
"Ma l'ho fatto per difendermi - ha detto -. Erano in quattro, mi hanno picchiato e puntato una pistola alla testa. Li ho disarmati, la pistola è caduta, l'ho presa e ho sparato. Non volevo uccidere". Salvatore Maio però ha dei precedenti specifici: nel 1980 uccise durante una lite un marittimo di 19 anni, Giuseppe Zangari, e feri' lo zio di quest'ultimo Natale 37 anni. Venne condannato a 19 anni di reclusione, ma ne scontò 11. Appena uscito si trasferì a Genova dove è stato denunciato per la detenzione illegale di una pistola e una per spaccio. "Ma - dice il suo avvocato - ormai era un tranquillo pensionato".