Lamezia Terme – E’ stato fissato per domani alle 11 l’interrogatorio di garanzia di Francesco Di Cello, l’uomo di 64 anni in carcere con l’accusa di aver ucciso venerdì mattina il figlio Bruno in località Marinella al culmine di una lite. L’uomo, subito dopo il delitto, si è costituito al commissariato di polizia e già nel primo interrogatorio davanti al magistrato e i suoi legali, Renzo Andicciola e Giuseppe Spinelli, ha ammesso le sue responsabilità ovvero di aver ucciso il figlio trentenne al termine di una lite e al culmine di una tensione familiare cresciuta e alimentata negli anni da continue richieste di denaro che Bruno avrebbe fatto ai familiari, tanto da indurli a una denuncia per estorsione scaturita in una condanna.
E, da quanto si apprende, liti e contrasti sarebbero stati all’ordine del giorno per via di un tenore di vita del trentenne aspirante modello probabilmente ben al di sopra delle possibilità economiche della famiglia e dello stesso, che non aveva un lavoro stabile. Non solo nei confronti del padre, ex guardia giurata, ma anche nei confronti della madre, titolare di un’azienda agricola e della sorella e del fratello minori.
Intanto la procura, con il pm titolare Gualberto Buccarelli, prosegue nelle indagini per fare luce sulla dinamica del delitto – il ragazzo è stato ucciso con un solo colpo esploso in viso – sul possesso abusivo dell’arma da parte del padre e sull’intero contesto all’interno del quale è maturata la tragedia. Già domani, infine, potrebbe tenersi l’autopsia disposta sul corpo di Bruno Di Cello.
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