Lamezia Terme - “Quando ha brindato a Capodanno, di sicuro Francesco Stella non si aspettava che di lì a poco il suo nome sarebbe comparso su tutte le principali testate nazionali, facendo il giro d’Italia: è stato la prima vittima, il primo morto sul lavoro del 2025, e al suo nome di lì a poco si è aggiunto quello di Roberto Falbo”: esordisce così la Segretaria Generale di UIL Maria Elena Senese, davanti alle telecamere e alle mille bandiere celesti della manifestazione per la sicurezza sul lavoro organizzata da UIL nella zona industriale di Lamezia Terme.
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Accanto a lei la figura riservata ma decisa di una giovanissima: è Maria Maddalena Stella, sorella di Francesco – presenti anche i genitori, ma senza la forza di parlare. Una forza che a Maria Maddalena non è mancata, nel lungo intervento offerto alla stampa intervenuta: “Ringraziamo la UIL per quest’iniziativa, perché soprattutto per le famiglie delle vittime non è facile vivere dei momenti del genere. Credo che il nostro Paese sia arretrato sulla questione politica della sicurezza sul lavoro. In realtà, si parla tanto di salario minimo, di tutela e di sicurezza, ma ciò che stiamo vedendo come cittadini è solo uno scontro politico su questi temi, e non va bene: per la società, per le nuove generazioni, per noi giovani. Credo che in primis uno dei più grandi passi che il Paese debba fare sia quello di dare maggiori tutele, altrimenti saranno solo parole al vento. Come sorella di Francesco, parlo anche a nome dei miei familiari, e posso dire di lui che era una persona umile: chi l’ha conosciuto lo sa. Era un ragazzo solare, che aveva tanta voglia di vivere, tanti progetti. Vivere nell’area industriale certo non è facile, per gli operai che cercano di portare a casa uno stipendio a fine mese, anche semplicemente il pane quotidiano. Penso che la politica a livello nazionale debba investire di più, non in primis sulla questione dei salari e della retribuzione, ma piuttosto sulla sicurezza, perché purtroppo secondo me i controlli non vengono effettuati in modo adeguato. Ed è necessario continuare a sensibilizzare come stiamo facendo oggi, a ricordare e a sottolineare che il lavoro non deve essere una parte alienante della nostra vita, ma un elemento caratterizzante, un accompagnamento. Ad oggi noi viviamo anche per lavorare, ma il lavoro non è la nostra più grande priorità perché prima siamo delle persone, degli esseri umani che hanno delle qualità, delle famiglie, tanti sogni. La vita è un prezzo troppo caro da pagare”.
“Francesco aveva solo 38 anni, sia lui che Roberto sono caduti da un’impalcatura” continua Senese, “Continuiamo a dire basta con la retorica del dolore, è arrivato il momento della responsabilità: oggi la UIL marcerà in maniera silenziosa e simbolica per ricordare non solo queste due morti, ma anche tutte quelle che ci siamo lasciati indietro. Noi diciamo che chi muore sul lavoro non muore solo una volta, ma tante: una prima quando rimane vittima, una seconda quando si attribuisce la colpa a lui lavoratore, la terza quando le famiglie delle persone che muoiono vengono lasciate sole dallo Stato ad affrontare la tragedia”. Il nutrito corteo, in maniera silenziosa ma determinata, ha raggiunto con le sue bandiere i luoghi di lavoro dei due operai, procedendo alla deposizione di due cuscini di fiori bianchi e celesti in loro memoria. Fra i presenti anche i Segretari provinciali di UIL, i candidati a sindaco Lo Moro e Murone, l’onorevole Furgiuele.
Giulia De Sensi
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