Calendario venatorio in Calabria, più voci contro la delibera della Regione

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Catanzaro - Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato il calendario venatorio in Calabria dal primo settembre al 10 febbraio. Per il deputato del Pd Antonio Viscomi: "Avere disposto l'apertura della caccia in Calabria dal primo settembre, dopo tutti gli incendi di questi giorni, è veramente cosa assurda e incredibile. La Giunta regionale revochi immediatamente la sua deliberazione e dimostri un minimo di considerazioni della drammatica situazione dei boschi e del patrimonio faunistico regionale".

 "Come richiesto da WWF e LIPU - aggiunge Viscomi - dia immediata applicazione all'articolo 19 comma 1 della legge 157 del 1992 che consente alle Regioni di 'vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche, per malattie o altre calamità'. A tal fine provvedendo a vietare la caccia anche nelle aree limitrofe ai territori colpiti dagli incendi. E se la Regione non lo fa intervenga allora il Governo, al quale sto per depositare una specifica interrogazione".

Cenni: "Governo intervenga su caccia in Calabria"

 "La Calabria è drammaticamente devastata dagli incendi con una distruzione senza precedenti, che misura il grande ritardo della Regione nella prevenzione e nella gestione dell'emergenza a terra. Mentre Amalia Bruni percorre ogni giorno i comuni più colpiti sollecitando l'attivazione dello Stato di emergenza, la Regione brilla per velocità solo nella apertura anticipata della caccia. Un atto incomprensibile e irricevibile fuori da ogni logica di buonsenso e di corretta gestione della pratica venatoria, soprattutto dopo incendi di questa portata che, guarda caso, spingono la fauna nelle aree risparmiate". Così in una nota Susanna Cenni, responsabile PD Politiche agricole, alimentari e forestali. "Mipaf e Ispra intervengano - esorta - il governo revochi subito questa delibera vista la drammatica situazione di tutto il territorio. Una ulteriore conferma di quanto sia urgente un cambio alla guida della regione".

Amalia Bruni: “La Calabria brucia e il duo Spirlì/Occhiuto anticipa l’apertura della caccia”

Amalia Bruni, candidata del Centrosinistra alla guida della Regione reagisce con determinazione alla delibera della Giunta regionale con la quale si anticipa l’apertura della caccia: “Io non ho parole, davvero, stiamo da una settimana combattendo con le unghie e con i denti contro un fuoco assassino che ha mietuto vittime, bruciato case e aziende, ucciso milioni di animali e qual è la risposta del duo Spirlì/Occhiuto? Anticipare l’apertura della stagione venatoria. Ma questi signori scendono mai dalla Luna dove evidentemente abitano e si mettono mai nei panni di una popolazione ferita, stanca e impaurita? Un territorio devastato e drammaticamente sotto choc deve anche subire dalla Regione un atto incomprensibile, privo di ogni logica e buon senso, se non lo si legge esclusivamente in termini di tornaconto elettorale. Uno schiaffo in pieno volto ai cittadini calabresi che in questo momento hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile ma non certo di interventi come questo. Per chi non se se fosse ancora accorto questa è la dimostrazione emblematica di quanto sia urgente e necessario sostituire queste persone incapaci che hanno impiegato sette giorni per chiedere lo stato di emergenza e solo uno per anticipare l'apertura della caccia. Dobbiamo cominciare subito il cammino per costruire la Nuova Calabria”.

Wwf e Lipu: “È una vergogna”

“Il primo settembre si riapre la caccia: così ha deciso la Giunta Regionale, nonostante gli innumerevoli roghi che continuano a devastare la Calabria, provocato morti, assediato centri abitati, incenerito migliaia e migliaia di ettari di territorio. Dopo una stagione di fuoco, peraltro ben lungi dall’essersi conclusa, che ha distrutto gran parte dei boschi, dei campi e della macchia mediterranea, per gli animali selvatici che non sono morti carbonizzati salvandosi dalle fiamme e dal fumo, decine di migliaia di fucili sono pronti a scaricare un inferno di piombo, senza nessuna pietà, senza alcuna considerazione per l’immane disastro che ha colpito l’ambiente calabrese. E, come se non bastasse, la Regione non ha esitato a concedere anche due giorni in più di caccia anticipata rispetto all’anno scorso, a prolungarla fino a febbraio e a inserire tra le specie cacciabili dal primo settembre la Tortora, dichiarata a livello europeo in via di preoccupante rarefazione, senza un piano di gestione, senza tenere conto dei danni subiti dalla specie in questi giorni di fuoco e di siccità. Semplicemente vergognoso. A parte il danno diretto della morte di migliaia di animali e dei loro piccoli nati, gli incendi hanno ridotto e frammentato notevolmente gli habitat idonei, costringendo la fauna a concentrarsi in aree più ristrette e aumentando così i fattori che ne accrescono la mortalità. Consentire la caccia come se nulla fosse accaduto è dunque un atto scellerato e inconcepibile. Gravissime  le responsabilità della Giunta Spirli’, dell’Assessore all’Agricoltura Gallo e di quello all’Ambiente Di Caprio, gli stessi che hanno lamentato i danni ingentissimi e l’autentico “disastro ambientale” che ha colpito la regione, e che, pur di fronte alla catastrofe sotto gli occhi dell’intera nazione, non hanno inteso adeguare un calendario venatorio che prevede addirittura l’apertura anticipata della caccia. Come se gli animali, anziché essere stati bruciati dalle fiamme, si fossero ulteriormente moltiplicati; come se lo spazio a loro disposizione, piuttosto che ridursi in seguito agli incendi, si fosse allargato a dismisura. Ridicolo e ipocrita il divieto di cacciare nelle aree percorse dal fuoco, come se i cacciatori andassero a caccia di animali carbonizzati. È davvero inaudito che, dopo le denunce, le proteste e le esternazioni sul flagello degli incendi  che ha interessato la Calabria, pronunciate dagli stessi rappresentanti politici, nulla si sia fatto per tutelare la fauna, vittima sacrificale di un asservimento ai desiderata dei cacciatori che suona come un’autentica vergogna. La Regione  dovrebbe spiegare infatti ai tanti Calabresi che se lo chiedono, perché mai lo stato di calamità e  gli interventi straordinari  invocati a gran voce, debbano interessare solo il patrimonio boschivo o quello agricolo e non lo stesso patrimonio faunistico che costituisce un tutt’uno con l’ambiente. La risposta è semplice: perché l’interesse di questa Giunta per la tutela della fauna è uguale a zero, considerato che gli animali non votano e i cacciatori sì. Sarebbe bastato applicare l’art.19 comma 1 della legge n.157/92 che consente alle Regioni di “vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche, per malattie o altre calamità”, o, quanto meno, individuare e vietare la caccia nelle aree limitrofe ai territori colpiti dagli incendi. Se ciò non è stato fatto, vuol dire che la Giunta Calabrese non ritiene che gli incendi siano una calamità per gli animali, ma solo (eventualmente) per le piante. Certi politici stiano pur certi che noi  non verremo mai meno al nostro impegno morale, pur di salvare migliaia di animali condannati a morte per una manciata di voti in più”.

Europa verde: "Inaccettabile Calabria anticipi caccia"

"Sono milioni gli animali selvatici arsi vivi negli incendi che stanno sconvolgendo l'Italia, soprattutto al Sud, soprattutto in Calabria. Solo due giorni fa, abbiamo inviato una diffida al Ministro Cingolani per smuoverlo dal suo torpore e chiedergli di intervenire immediatamente esercitando i poteri sostitutivi al fine di sospendere l'attività venatoria su tutto il territorio nazionale ai sensi dell'art. 8, comma 4 della legge 131/2003 e del secondo comma dell'art.120 della Costituzione. Oggi apprendiamo che la Giunta Regionale calabrese ha deciso addirittura di anticipare al 1 settembre l'apertura della stagione della caccia, infliggendo il colpo mortale alla fauna selvatica del territorio. Non possiamo accettarlo". Così, in una nota, il co-portavoce di Europa Verde Calabria Giuseppe Campana, insieme al co-portavoce nazionale Angelo Bonelli e al componente della Direzione Nazionale Francesco Alemanni. "Di fronte alla perdita di migliaia di ettari di boschi, di biodiversità, di ossigeno, e di fronte a una flotta di canadair data in appalto ai privati con costi stellari - incalzano - il Ministro alla Transizione ecologica non può continuare a restare immobile ma ha il dovere di agire con urgenza, anche correggendo la decisione scellerata del Governo Renzi di distruggere un patrimonio prezioso di esperienze, conoscenza del territorio e un presidio fondamentale nella lotta al fuoco e nella tutela del patrimonio naturalistico e faunistico dell'Italia come il Corpo Forestale dello Stato. L'attività di prevenzione del rischio incendi boschivi - concludono Campana, Bonelli e Alemanni - è fondamentale al fine di tutelare l'incolumità delle persone e per evitare che il nostro patrimonio ambientale venga distrutto, a maggior ragione con una crisi climatica che è causa di danni incalcolabili ai territori e al settore agricolo lungo tutta la penisola".

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