Ipotesi Jassa-Busento su tomba Alarico

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Dipignano - Aumentano le ipotesi proposte nel quadro delle ricerche della tomba di Alarico, avviate a Cosenza alla confluenza del Busento nel Crati. L’ultima viene avanzata dal sindaco di Dipignano, Guglielmo Guzzo, che ne espone le coordinate dalla parte a sud della città capoluogo, precisamente alla confluenza del torrente Jassa nel Busento, nel territorio del suo comune. “Chiaramente non mi ispirano motivi dipignanocentrici, ben lontani da me – afferma. Ragionevolmente, però, credo che non sarebbe sbagliato dare un’occhiata anche da questa parte alla luce di quella che dovrebbe essere un’indicazione tutt’altro che infondata e che riguarda il tracciato dell’unica grande arteria di collegamento da Roma a Reggio Calabria, ossia la via Popilia o Annea”. Il sindaco fa riferimento allo studio di Antonella Tucci, ripreso da diversi testi storico-geografici di rilevanza scientifica (come “Studi e materiali di geografia storica della Calabria”, vol. I, edizioni Due Emme, Cosenza 1989), sul sistema viario in epoca romana.

“L’unica direttrice di collegamento – rileva la Tucci nel suo studio – era la via Popilia che dalla Piana di Sala Consilina attraversava il valico del Pollino, attraversava la Piana di Sibari, proseguiva nella valle del Crati e quindi fino alla città bruzia, raggiungeva il valico di Piano Lago attraverso la valle del torrente Iassa [o Jassa] per scendere lungo la valle del Savuto e via via verso sud, Vibo, Locri, Reggio, la Sicilia”. “Il fiume Busento si allontana dalla direttrice viaria – si legge ancora nel testo. E’ lungo il fiume Jassa che transitavano tutti i convogli verso il sud e lungo questo fiume verosimilmente è transitato Alarico al ritorno dalla Sicilia. Qui Alarico dovette morire, verosimilmente nel luogo dove sono stati trovati i reperti archeologici, sicuramente luogo di insediamento o di accampamento fuori dalle mura di una città allora ostile ad Alarico”. Nella zona, come riferisce Guzzo, sono state rinvenute forme vascolari e diverse testimonianze che potrebbero risalire all’epoca di specifico interesse. Non solo. “L’area presenta grotte, cunicoli, sentieri e tracce che probabilmente – sempre nell’ipotesi del sindaco dipignanese suffragata dallo studio della Tucci - la resero idonea alla sosta dell’esercito goto e alla tumulazione del proprio re”. In ultima analisi, si potrebbe provare. (lmperri)

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