di Maria Arcieri.
Lamezia Terme - “Oggi il processo in Italia direi che ha dei tempi irragionevoli. La legge ordinaria si colloca proprio in direzione del rispetto della durata ragionevole del processo. Penso che sia una norma sacrosanta”. Queste le parole di Enzo Ioppoli, avvocato penalista alla domanda sulla riforma della giustizia. “L’articolo 111 della nostra Costituzione, al secondo comma, prevede che la legge ordinaria assicura la ragionevole durata del processo. E per essere giusto e concludersi con un’assoluzione o con una sanzione che voglia essere efficace deve avere dei tempi ragionevoli. E vi è anche un malvezzo e una maldicenza che vuole che siano gli avvocati a dilatare i tempi del processo. Spesso, compiendo delle manovre dilatorie volte magari a raggiungere la prescrizione dei reati. Ma non è così. Degli studi abbastanza recenti hanno accertato come le responsabilità risiedano altrove. Trovo perfettamente giusto che il Pubblico Ministero una volta che si è esaurito il termine per compiere le indagini e quindi non può farne delle altre, possa determinarsi in un periodo di tempo previsto dalla legge. Determinarsi nel senso di richiedere l’archiviazione oppure di richiedere il rinvio a giudizio. Trovo che da parte del legislatore aver previsto un termine che sarebbe quello di tre mesi per i reati ordinari, per quelli più gravi di un anno, sia una cosa effettivamente più che giusta”.
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