Lamezia, "la 'nduja non può viaggiare nel bagaglio a mano": la protesta di un passeggero

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Lamezia Terme - “La 'nduja non può viaggiare nel bagaglio a mano”. È quello che si è sentito dire un signore in partenza insieme alla moglie, con un volo Ryanair da Lamezia a Bologna. Il divieto di avere nel bagaglio a mano alcuni alimenti, fra cui anche la 'nduja, è stato assunto da tempo alla Sacal e già in passato era stato oggetto di discussione. Il cittadino racconta la vicenda avvenuta durante i consueti controlli di sicurezza, in un esposto inviato a Enac, Sacal, al Presidente della Regione nonché al sindaco di Spilinga e al Consorzio 'Nduja.

Dopo un po’ di reticenza - racconta - “per evitare lungaggini e inutili attese nel caos, acconsentivo di malavoglia a far frugare nel bagaglio (fra panni sporchi e altri effetti personali) alla vista degli altri passeggeri, il signore “scopriva” un involucro contenente due confezioni nientemeno che… di ‘nduja di spilinga, in budello, considerata non trasportabile in cabina. Mi intimava quindi di tornare in tutta fretta al banco del check-in per spedire in stiva il bagaglio al costo di 37€. Rifiutavo il servizio e, con sommo disappunto, buttavo nei cestoni dei rifiuti le saporite ‘nduje, quindi, ripassavo, senza più problemi, il controllo della sicurezza”.

Tornato a casa, il signore analizza quanto accaduto. La ‘nduja – spiega – “viene ritenuta crema dalla sicurezza e dalle addette al check-in aeroportuale di Lamezia, solo perché in alcune confezioni (non alle mie) nelle etichette incautamente è scritto “salame spalmabile” ai fini commerciali, quando è noto a tutti che per poterla ridurre in crema bisognerebbe opportunamente riscaldarla (sono anche in vendita appositi “scalda-‘nduja in ceramica) operazione che non fa perdere la caratteristica del prodotto”.

Per il signore questo “divieto” fa si che, sostiene: “turisti, calabresi residenti in altre città d’Italia o all’estero, desiderosi di portarsi dietro il sapore della terra calabra, ma muniti solo di bagaglio a mano (soprattutto nei mesi estivi), non comprano più tale prodotto per evitare quanto a me è capitato di subire”. Una situazione che - rimarca il passeggero - penalizzerebbe anche l’economia calabrese. In conclusione, il signore invita gli enti preposti affinché la ‘nduja venga considerata come “un insaccato innocuo e trasportabile in cabina”.

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