Locri (Reggio Calabria) - Si è aperta con la deposizione di corone di alloro davanti la stele che ricorda l'omicidio di Francesco Fortugno, sulle note del "Silenzio", la giornata a Locri dedicata alla commemorazione del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, nel decennale dell'assassinio. Alla commemorazione partecipano il ministro Graziano Delrio, il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi ed il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, insieme a molti sindaci e cittadini della Locride. Le autorità, in un clima di forte commozione, si sono strette alla vedova di Fortugno, Maria Grazia Laganà, e ai figli Anna e Giuseppe. Per partecipare alle iniziative in memoria di Francesco Fortugno, che si snoderanno lungo tutto l'arco della giornata, sono presenti anche studenti provenienti da tutta la Calabria e da altre regioni.
Mattarella: resistere a ogni forma di malaffare
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla signora Maria Grazia Laganà Fortugno il seguente messaggio: "A dieci anni dal vile assassinio di Franco Fortugno rivolgo un commosso omaggio alla sua memoria. Resistere e reagire con fermezza ad ogni forma di malaffare, di condizionamento e di connivenza è il modo migliore per ricordare coloro che, come Franco Fortugno, hanno perso la vita per non sottostare al sistema di violenza e di intimidazione delle organizzazioni criminali". "Motivo di fiducia è l'impegno contro le mafie di tanti giovani che grazie anche all'attiva partecipazione a percorsi di educazione alla legalità promossi dalle scuole hanno maturato la consapevolezza che per la Locride, come per l'intero Paese, le prospettive di sviluppo sociale ed economico passano attraverso una piena e diffusa adesione ai principi di legalità e di giustizia. "Con questo spirito desidero far giungere alla famiglia Fortugno espressioni di vicinanza". Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
Moglie e madre condannati inscenano Protesta
Francesca Bruzzaniti, rispettivamente moglie e madre di Alessandro e Giuseppe Marcianò, condannati entrambi all'ergastolo per l'omicidio di Francesco Fortugno, ha inscenato una protesta stamattina dopo la deposizione delle corone di alloro, alla presenza del Ministro Delrio, nel decennale dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. La donna ha tentato di avvicinare la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, dicendo di voler parlare con lei "per spiegare le ragioni dell'innocenza dei suoi familiari" e difendendo, in particolare, il marito. "Questa é una vergogna - ha urlato Francesco Bruzzaniti - mio marito non ha fatto niente". Sono intervenute le forze dell'ordine che hanno allontanato la donna, che ha continuato a rivolgersi alle autorità gridando "pagliacci, pagliacci".
Vedova, vicinanza giovani ha lenito nostro dolore
"Sono stati dieci anni di dolore lancinante per la perdita di un padre e di un compagno di vita. Grazie a voi, alla vostra energia, ai vostri colori, alla vostra onestà e agli alti ideali che vi animano anche il dolore diventa più sopportabile". Lo ha detto Maria Grazia Laganà, vedova di Franco Fortuno, nel corso della cerimonia di premiazione delle scuole che hanno partecipato al concorso-contest per ricordare i dieci anni dall'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. La vedova Fortugno, nel suo breve intervento, ha ringraziato tutti a nome suo e dei figli "per la partecipazione e la vicinanza". "Oggi - ha aggiunto Maria Grazia Laganà - possiamo constatare che c'è la consapevolezza che il sacrificio di Franco ha fatto germogliare tanta forza assieme a tanto incoraggiamento per farci affrontare un fatto così sconvolgente per le nostre vite". Citando una frase di Sant'Agostino, la vedova di Francesco Fortugno ha concluso rivolgendosi ai giovani presenti. "Dal male è venuto il bene - ha detto - e questo è avvenuto grazie a voi. Ne sono orgogliosa".
Bindi: è stato martire, da suo sangue cresce qualcosa
"Franco Fortugno era un uomo mite e la sua assenza si avverte nella politica. E' stato un martire e noi sappiamo che sul sangue dei martiri cresce sempre qualcosa". Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare antmafia Rosi Bindi a Locri in occasione della commemorazione nel decennale dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. "Se abbiamo fatto qualcosa di buono in questi anni - ha aggiunto Bindi - lo dobbiamo anche al suo sacrificio. Se non ci siamo riusciti siamo qui per assumerci ancora l'impegno. Certo la nostra indifferenza, la nostra sottovalutazione, la nostra ignoranza nei confronti della mafia, è una collaborazione all'uso della violenza. Anche noi con il nostro silenzio e con la nostra incapacità di fare la nostra parte diventiamo in qualche modo corresponsabili. Rompere il silenzio significa creare il presupposto per fare la scelta giusta".
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