Lamezia Terme - “La domanda è ‘chi è autistico?’ E poi, chi soffre di autismo è un problema o una persona? Se è un problema allora possiamo cercare una soluzione, ma allo stesso tempo declassifichiamo il soggetto. L’autismo è una condizione di vita”. Don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud sintetizza così il senso della due giorni di full immersion sull’autismo in Calabria per formare educatori e specialisti dell’area, ma anche dare dritte alle famiglie, organizzato dal Centro di Riabilitazione e dalla Scuola del sociale della Comunità Progetto Sud in collaborazione con Cogico Ente accreditante.
Un vero e proprio parterre di psichiatri, neurologi e importanti nomi del mondo scientifico hanno discusso, e continueranno domani a discutere, del disturbo dello spettro acustico, soffermandosi in particolare sui soggetti fino ai dodici anni di età.
Spunti e riflessioni che devono fare poi i conti con il territorio. E la Calabria è indietro. Lo ha detto chiaramente Angela Vinci, responsabile dei centri per l’autismo dell’associazione Prometeo, secondo la quale “la Regione ha emanato un decreto che taglia le gambe alle associazioni senza fini di lucro permettendo che vengano accreditati servizi multi centrici, che comprendono sia il residenziale che l’ambulatoriale che le casa famiglia. In questo modo - ha aggiunto Vinci - le associazioni senza fini di lucro vengono svantaggiate. La cosa più semplice ed economica per la Regione Calabria sarebbe l’assistenza indiretta con il genitore che sceglie il proprio operatore e questo in Puglia è stato già avviato”.
A rendere difficile relazionarsi con la malattia sono anche le sue molteplici sfaccettature. Lo ha spiegato Sergio Cuzzocrea, psichiatra e direttore sanitario del centro di riabilitazione della comunità Progetto Sud: “Si parla di disturbo dello spettro acustico tecnicamente, ma in realtà si dovrebbe parlare di autismi perché ne esistono tipologie diverse. Il filo rosso può essere il disturbo della comunicazione e della socializzazione”.
“L’importante è la diagnosi precoce - ha sottolineato - perché può portare ad una qualità della vita migliore”. Ecco perché è fondamentale notare alcuni aspetti come, ad esempio, la mancanza di contatto visivo, la presenza di linguaggi stereotipati o la mancanza di sviluppo del linguaggio. Ad aprire i lavori è stato, tra gli altri, il direttore generale dell’Asp Giuseppe Perri che ha auspicato che, pur essendo la Regione in piano di rientro, si riesca a creare su questa malattia un lavoro sinergico tra pubblico e privato per sostenere le famiglie.
Tiziana Bagnato
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