Lamezia Terme - Diventa un punto di partenza per una discussione a 360° il libro “Padrini e Padroni” scritto da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, presentato sul palco di Trame in un incontro condotto da Gaetano Savatteri, che in una gremita piazzetta San Domenico ha accolto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, soffermandosi sui molteplici risvolti della sua attività di magistrato e sulle novità inerenti i suoi incarichi istituzionali. Recente infatti l’ingresso di Gratteri nell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), un organismo che comprende 57 paesi, e che l’anno prossimo sarà presieduto dall’Italia. “E’ un incarico che ho accettato di svolgere gratuitamente, anteponendo la condizione che non venga posto alcun veto o controllo su quello che dico o scrivo”, dice il Procuratore, che ci tiene a precisare come la sua scelta, reiterata in vari ambienti e circostanze, non sia dettata da alcuna forma di snobismo vacuo.
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“Ci sono persone – aggiunge infatti – che non esitano a farsi pagare il gettone di presenza per andare alle commemorazioni dei morti di mafia. Non è possibile farsi pagare per parlare di mafia. Se lo facciamo è per la nostra terra”. Molteplici i temi che Gratteri porterà all’attenzione dell’OSCE, con un occhio certamente rivolto alle implicazioni con la criminalità organizzata: immigrazione, terrorismo, narcotraffico, legalizzazione delle droghe leggere. Argomenti sui quali il Procuratore sottolinea di avere le idee chiare. E si intravede difatti un intenso lavoro di studio, supportato dall’esperienza sul campo, dietro le sue parole, anche quelle scritte. E’ fitta la documentazione, attinta direttamente dagli Archivi di Stato di Reggio Calabria, che sostiene la trama del suo libro, una carrellata storica di eventi che raccontano la nascita e lo sviluppo della ‘ndrangheta dall’Unità d’Italia, in particolare a partire dalle elezioni comunali reggine del 1869, quando la lista dei latifondisti locali assoldò Francesco De Stefano – progenitore degli attuali De Stefano – per intimidire gli avversari politici. Vinsero così le elezioni, che furono però annullate dalla Procura, e Reggio fu il primo Comune d’Italia ad essere sciolto, prima ancora dell’avvento di una legge ad hoc. Non meno interessante il resoconto che Gratteri rende della sua esperienza Catanzarese, tuttora in divenire, che ha comportato un forte lavoro di riorganizzazione, ma anche di “ricostruzione morale”, in una realtà eccessivamente svalutata e bisognosa di nuovi strumenti e linfa vitale.
In foto a destra il "Comitato per Francesco" per ricordare la figura dell'avvocato Pagliuso
“Se fosse un pranzo, saremmo ancora all’aperitivo”, conclude il Procuratore. Poi un accenno all’introduzione del processo a distanza attraverso videoconferenza, e alla necessità di usare le nuove tecnologie per snellire e velocizzare la giustizia. Quindi un riferimento all’omicidio passato sotto silenzio del giudice Ferlaino, e a quello recentissimo dell’avvocato Pagliuso, per il quale sarebbero stati inviati a Lamezia “sei investigatori e un colonnello specializzato in crimini irrisolti”. Fondamentale per tutti “non perdere la fiducia”, secondo il Procuratore, che dice di non pensare affatto ad un ingresso in politica ma di voler difendere fino in fondo la propria libertà di magistrato.
Giulia De Sensi
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