Lamezia, Ministero Economia: in liquidazione Banca Popolare Province Calabre

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Lamezia Terme - La Banca Popolare delle Province Calabre è stata posta, dal 1° giugno, in liquidazione coatta amministrativa e tutte le sue attività e passività e i rapporti con la clientela sono stati ceduti alla Banca Popolare di Bari. È l’epilogo di una situazione annunciata già nel dicembre scorso, quando il sito dell’Autority aveva inserito la banca calabrese tra le 9 a rischio default: oltre alla Banca Popolare delle Province Calabre c’erano la cosentina Banca Brutia, la Bcc Irpina; la Cassa di Folgaria; la pisana Banca di Cascina; la leccese Bcc di Terra d'Otranto; il Gruppo Bancario Mediterraneo; la Cassa di Loreto; l’Istituto per il Credito Sportivo, tutte in amministrazione straordinaria. La comunicazione dell’avvenuta liquidazione coatta della banca, che ha sede amministrativa a Lamezia, è stata fatta sul sito della Banca d’Italia dove si può leggere: “L’intervento assicura la tutela di tutti i creditori della banca. I clienti non subiranno alcuna conseguenza da questo passaggio: gli uffici e gli sportelli resteranno aperti e pienamente funzionanti, tutte le operazioni bancarie potranno essere effettuate senza variazioni, sotto la responsabilità della Banca Popolare di Bari”.

“La liquidazione della Banca Popolare delle Province Calabre si è resa necessaria – spiegano - a seguito di perdite e irregolarità eccezionali, che hanno irreversibilmente compromesso la situazione della banca. Il decreto di liquidazione coatta è stato emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d’Italia”. Un intervento necessario appunto, proprio perché la banca, che ha sede legale a Reggio Calabria ma sede amministrativa a Lamezia, sulla via del Mare a Sant’Eufemia, è in amministrazione straordinaria dal 18 agosto 2014 ed era stata sottoposta al commissariamento con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d’Italia. Successivamente era stato così disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione, ed era stato nominato Commissario straordinario della società il ragioniere Paolo Mecantonio e, come componenti del Comitato di sorveglianza, la professoressa Simona Arduini, l’avvocato Francesco Saverio Belviso e il dottor Gandolfo Spagnuolo, insediatisi il 22 agosto 2014.

La storia dellaBanca Popolare delle Province Calabre

Nata da un’iniziativa del parlamentare Giuseppe Reale, la Banca Popolare delle Province Calabre parte ufficialmente con la sua attività il 7 novembre del 2008, quando riceve dalla Banca d’Italia la comunicazione dell’avvenuta iscrizione all’albo degli istituti di credito. Nel maggio dell’anno successivo apre uno sportello a Lamezia dove ha, appunto la sede amministrativa. Lo scopo sociale - promosso con lo slogan, “prima gli uomini, dopo i denari” - era quello di incentivare gli aiuti finanziari a coloro che operavano in determinati campi lavorativi e che avevano delle difficoltà quotidiane per l’accesso al credito. Ma la realtà si è dimostrata più amara del previsto per lo stesso istituto bancario.

Dopo un primo momento positivo, infatti, la situazione della BPPC è andata peggiorando con gli anni, toccando l’apice nel 2013. A marzo di quell’anno, infatti, Bankitalia ha sanzionato i vertici della BPPC con sanzioni che ammontavano a 120 mila euro. Ad essere colpito il penultimo consiglio di amministrazione, per “carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nel processo del credito da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione; carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nel processo del credito da parte del Direttore generale; anomala operatività nella gestione del credito da parte del preposto alla filiale”. Ad essere più che negativo è, però, il bilancio aggiornato al 31 dicembre 2013. La Banca ha, infatti, chiuso l’anno con un patrimonio al netto di 6.123.150 milioni di euro e con una perdita ammontante a 1.782.456 con una differenza sostanziale rispetto all’anno precedente quando si chiuse il 2012 con 7.404.371 di euro di patrimonio al netto ma con una perdita di 34.851 euro.

Un bilancio assolutamente negativo e preoccupante, così come evidenziava lo stesso consiglio di amministrazione nella relazione allegata al rendiconto: “il bilancio dell’esercizio si chiude con una significativa perdita e con una contrazione dei margini patrimoniali esistenti in ragione dei pesantissimi effetti della crisi economica in atto che, anche nel 2013, ha colpito il territorio nazionale, regionale e -con particolare durezza- l’area lametina, principale bacino di operatività della Banca, costringendo la BPPC ad effettuare ulteriori svalutazioni ed accantonamenti, che hanno significativamente condizionato il risultato di esercizio. Il progressivo deterioramento di una porzione rilevante dello stock di impieghi pone la nostra Banca di fronte ad uno snodo cruciale, dovendo i Soci optare per un immediato rafforzamento patrimoniale della società, anche eventualmente attraverso una modifica della propria forma societaria, o, in alternativa ed in mancanza di tale consistente rafforzamento, per una fusione per incorporazione in altro istituto di credito e/o per una dismissione degli asset con successivo passaggio alla fase liquidatoria. L’auspicio è che tale rafforzamento patrimoniale possa intervenire in occasione dell’Assemblea dei Soci già convocata per i giorni 23 e 24 maggio 2014 quando, dopo aver provveduto all’esame ed all’approvazione del Bilancio, i Soci dovranno deliberare in merito alle operazioni straordinarie prospettate”. Ma in quei due giorni di maggio 2014 quanto auspicato dall’allora CdA evidentemente non si è avverato perché, come già scritto prima, il 18 agosto dello stesso anno è scattata l’amministrazione straordinaria e il 22 agosto è stato insediato il commissario straordinario.

C.S.

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