Cosenza - La Polizia ha arrestato cinque persone presunte affiliate alla cosca di 'ndrangheta Perna-Cicero accusate di avere attuato una serie di estorsioni ai danni d’imprenditori e commercianti di Cosenza e della provincia. L'operazione, che ha portato agli arresti, è stata condotta dalla Squadra mobile di Cosenza e dal Reparto prevenzione crimine della Calabria, che hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale di Cosenza su richiesta della Dda. Tra le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi anche il presunto reggente della cosca Perna-Cicero, Mario Musacco, di 63 anni, che era già agli arresti domiciliari.
Proventi delle estorsioni direttamente a boss in casa cura
Riceveva i proventi delle estorsioni messe in atto dai suoi complici direttamente nella casa di cura in cui era ricoverato in regime di arresti ospedalieri, a causa di una forma di depressione, Mario Musacco, il reggente della cosca di 'ndrangheta Perna-Cicero arrestato dalla Squadra mobile di Cosenza con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. La polizia ha documentato, con le immagini riprese da una telecamera nascosta, la consegna del denaro provento della estorsioni a Mario Musacco da parte di uno degli affiliati alla cosca. Le altre persone coinvolte nell'operazione sono Caterina Palermo, di 55 anni, moglie di Francesco Perna, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta e detenuto in regime di 41 bis, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari; Armando Giannone (68) e Santo Cozza (55). Una quinta persona, data in un primo tempo per arrestata , si e' resa invece irreperibile e viene adesso ricercata dalla polizia. Uno degli imprenditori sottoposti alle estorsioni ha collaborato con l'autorità giudiziaria, consentendo di fornire un riscontro diretto agli elementi d'accusa emersi dall'indagine. Le indagini si basano anche sulle dichiarazioni di un affiliato alla cosca che ha collaborato con la giustizia. Le estorsioni contestate agli arrestati venivano fatte a Cosenza ed in alcuni centri limitrofi "attraverso una capillare pressione estorsiva - hanno riferito gli investigatori - ai danni di commercianti ed imprenditori".
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