Lamezia Terme - “Le linee guida regionali, non prevedendo un tetto massimo o minimo, danno alle Province la possibilità di scegliere quali autonomie tutelare sulla base dei bisogni dei territori”. "Con queste parole la vicepresidente del Consiglio Regionale, Giusi Princi, smentisce, in sostanza, la voce circolata nei giorni scorsi circa un diktat della regione Calabria che avrebbe imposto la soppressione di 4 dirigenze a Lamezia Terme" è questo quanto affermano in una nota un gruppo di dirigenti scolastici lametini.
"Dopo l’incontro con i consiglieri provinciali a palazzo di Vetro, nel quale il consigliere Davide Mastroianni informava la platea dei dirigenti su una “indicazione arrivata dall’alto circa quattro dirigenze da sopprimere a Lamezia Terme,” un gruppo di dirigenti scolastici di Lamezia si è messo in contatto diretto con la dottoressa Princi, la quale ha smentito di aver dato “direttive” su quante o quali dirigenze scolastiche debbano essere o no soppresse. “Non ci sono parametri regionali da seguire – ha affermato l’onorevole Princi ai suoi colleghi- ma solo nazionali”. E ha chiarito poi: “ogni provincia (o Città Metropolitana per quanto concerne Reggio Calabria) ha dei numeri di riferimento e sono le amministrazioni provinciali stesse a decidere come intervenire sul rispettivo territorio”. "I dirigenti scolastici, dunque, hanno avuto direttamente dalla vicepresidente Princi conferma in merito alla vera ratio della legge di bilancio sul dimensionamento scolastico".
“La ratio della legge di bilancio – dice una dirigente lametina- doveva essere quella di eliminare progressivamente le reggenze, non certo far saltare le dirigenze scolastiche. Concetto che, del resto, è stato espresso anche dallo stesso ministro Valditara in occasione della sua visita in Calabria. Purtroppo i politici provinciali hanno letto male la normativa, che invece prevede tutt’altro”.
"E, difatti - concludono - il decreto interministeriale attuativo della legge di bilancio prevede, al contrario di quanto affermato dai politici locali, che in ogni regione debba restare intatto l’organico dirigenziale. Recita infatti il decreto: “Nell’anno scolastico 2024/25 viene comunque garantito a ciascuna regione un numero di sedi di dirigenza non inferiore a quello previsto mediante l’applicazione del parametro dimensionale previsto dal decreto-legge 98 del 2011”".
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