Operazione "Aeterium", Pm: "Cimitero Cittanova luogo da cui ricavare denaro, giro d'affari di alcuni milioni"

op-cittanova9-62cc32c647e8_b229c.jpg

Reggio Calabria - "Il cimitero non era più un luogo di culto ma un luogo di imprenditoria, gestito con una mentalità privata e da cui ricavare denaro. La morte diventava un sistema affaristico". Lo ha detto il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti durante la conferenza stampa tenuta stamattina al Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria per illustrare i dettagli dell'inchiesta "Aeterium" che ha portato all'arresto di 16 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere, abuso d'ufficio, falso e vilipendio di cadavere. Questi le ipotesi della Procura della Repubblica di Palmi, condivise dal gip Francesco Petrone, che hanno condotto agli arresti.

Per il procuratore "stiamo parlando di un giro d'affari di qualche milione di euro considerato che si tratta di piccole somme, nell'ordine di 200 euro, per ogni deceduto. Ma era un'attività regolare, continua e proficua e, facendo un calcolo approssimativo sulla base del numero dei decessi che ci sono stati nella zona, arriviamo a qualche milione di euro, somme decisamente importanti per un Comune piccolo". Se per il neo-comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Cesario Totaro, nell'inchiesta "siamo stati celeri e tempestivi per il cittadino", per il colonnello Gianluca Migliozzi, comandante del Gruppo di Gioia Tauro, "lo Stato nel territorio è presente". "Durante l'attività di indagine - ha spiegato il capitano Gaetano Borgese, comandante della Compagnia carabinieri di Taurianova - è stato registrato uno scoramento da parte della cittadinanza che ormai viveva questo senso di ingiustizia come ineluttabile. Il cimitero era materialmente gestito da imprese di pompe funebri e dall'ex custode. Per tagliare i tempi morti, gli indagati si appoggiavano a professionisti medici che permettevano alle imprese di essere competitive". Presenti in conferenza stampa il Capitano Gaetano Borgese, il Colonnello Cesario Totaro, il Procuratore di Palmi Emanuele Crescenti, il Colonnello Gianluca Migliozzi e il Maresciallo Maggiore Giuseppe Ciotola.

"Giustizia in crisi senza intercettazioni"

"Se mettiamo in crisi il sistema delle intercettazioni, mettiamo in crisi tutto il sistema della giustizia. Torniamo alle carrozze, torniamo ad andare dietro alla persona per sentire quello dice". A dirlo è stato il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti, a margine della conferenza stampa sull'inchiesta "Aeterium", che ha svelato la "gestione parallela" del cimitero di Cittanova. "In un sistema che si evolve informaticamente - ha aggiunto - mettere in crisi il sistema delle intercettazioni significa veramente bloccare tutto, bloccare la macchina, mettere un una palata di sabbia nell'ingranaggio della magistratura inquirente, delle forze dell'ordine. Non potremmo certo lavorare. Anche perché ormai, giustamente, le forze dell'ordine hanno una cultura informatica che è eccezionale e non hanno più quella cultura del territorio che avevano prima. Ormai non si lavora più sul confidente". "Quello delle intercettazioni - ha concluso Crescenti - è un falso problema. È come se da domani, siccome ci sono troppi morti per strada, blocchiamo le autovetture e ricominciamo ad andare con l'asinello. Purtroppo bisogna evitare quelle che sono le storture delle intercettazioni, la diffusione di atti che non sono utilizzabili, il fatto di manipolarle e tutte queste cose sulle quali si sta intervenendo per creare un circuito giudiziario che sia di garanzia per il soggetto, perché tale deve essere. Ma non si può buttare il bambino con tutta l'acqua sporca".

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA