La vigilia dell'Epifania, notte di religione e leggende anche a Lamezia

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Lamezia Terme – Come recita un proverbio popolare, «l’Epifania tutte le feste manda via». Pertanto, la serata di oggi che precede il 6 gennaio il giorno dell’Epifania del Signore, conclude il periodo delle festività natalizie, e, ‘sono portate via dalla Befana’ perché sino al carnevale o a Pasqua non ce ne saranno più. È consuetudine che dal 5 gennaio si inizia anche a smontare albero e presepe e la sera si appendono le calze nella fiduciosa attesa che il giorno seguente vi si trovino dentro dei doni portati dalla Befana la vecchietta vestita di stracci, a cavallo di una scopa di saggina. Lo sfondo religioso del proverbio, invece, si riferirebbe alla manifestazione di Gesù ai Re Magi i saggi astrologi che, secondo il Vangelo di Matteo (2, 1-12), seguendo ‘il lucente astro’, giunsero da Oriente per adorare il bambino Gesù donandogli oro, incenso e mirra.

Ma, questa notte a cavallo fra il 5 e il 6 gennaio secondo antiche leggende e tradizioni popolari pare sia anche una serata magica, intrisa di mistero. La tradizione vuole che durante questa nottata avvengano eventi prodigiosi; infatti, si narra che gli animali parlino e, se non nutriti a dovere dai loro padroni, possano anche maledirli o ingiuriarli, «il padrone non ci ha dato da mangiare, raccontava un a vecchia storiella popolare, domani gli accadrà qualcosa di spiacevole». Inoltre, dalle fontane anziché acqua fuoriuscirebbero olio o vino, fenomeni di cui nessuno poteva accorgersi o esserne testimone se non ingenuamente.

Nella vecchia Nicastro onorare e vivere questa giornata assieme ai familiari era molto importante ci si riuniva e si mangiava del pesce, il baccalà fritto con le olive, (una tradizionale usanza delle vigilie più importanti), le immancabili grispelle e si intonavano le ultime Strenne. Ancora erano tanti i bambini che ansiosi attendevano di ricevere il giorno seguente nelle calze da loro appese ai caminetti, dolcetti o altri doni. Una speranza ovviamente non sempre confermata, in quanto una volta a ricevere un premio goloso nelle calze erano spesso i bambini delle famiglie benestanti, mentre gli altri dovevano accontentarsi al massimo di un po’ di frutta secca ma, se i bambini non erano stati buoni il loro ‘premio’ era del carbone. Infine, il giorno dopo tutti alla messa del sei gennaio: l’Epifania del Signore.

Francesco Ielà

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